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Germania, da 400 anni la Vergine di Kevelaer è conforto ai pellegrini

Kevelaer è tra le mete di pellegrinaggio più amate dai tedeschi e dai “vicini di casa” olandesi. Nella cittadina di quasi 28 mila abitanti nella Renania Settentrionale-Vestfalia, a dieci chilometri dal confine con i Paesi Bassi, arrivano ogni anno 800 mila pellegrini tedeschi e olandesi per onorare la Vergine Maria.

La Chiesa di Santa Maria, costruita fra il 1858 ed il 1864, è stata elevata a basilica minore nel 1923. Eppure non è la basilica il vero scopo del pellegrinaggio a Kevelaer, bensì la Cappella delle Grazie, con la sua immagine della Vergine Maria. La cappella ha una finestra che si apre davanti all’immagine, in modo che i passanti possano guardare la Vergine anche dall’esterno e lo sguardo di Maria possa seguire i pellegrini nel loro ritorno a casa. Benché un po’ sbiadita dal corso dei secoli, l’immagine di Kevelaer, mostra in primo piano la Madonna con un ampio manto, il Bambino Gesù con corona e globo sul braccio sinistro, uno scettro nella mano destra e una corona di stelle sul capo. Sullo sfondo, a sinistra, la città di Lussemburgo, a destra la Cappella delle Grazie di Lussemburgo, davanti alle mura della città.

La didascalia sotto l’immagine recita: Vera Effigies Matris IESU Consolatricis afflictorum in agro suburbano Luxemburgi Miraculis et Hominum Visitatione celebris. Anno 1640 (Immagine reale della Madre di Gesù, Consolatrice degli afflitti, nel campo appena fuori dalla città di Lussemburgo, ampiamente conosciuta grazie ai miracoli e alla visita delle persone. Nell’anno 1640). Lo striscione in alto sotto il bordo dell’immagine riporta il titolo d’onore della Madonna: Consolatrix Afflictorum Ora Pro Nobis (Consolatrice degli afflitti, prega per noi).

L’immagine venerata in realtà è una copia dell’immagine di Nostra Signora di Lussemburgo, anzi, praticamente una cartolina delle dimensioni di 11 per 7,5 centimetri. La storia narra che fu la Madonna stessa a chiedere la costruzione di questa cappella nel Natale del 1641 ad un commerciante ambulante, Enrico Busman. L’uomo, passando nella campagna di Kevelaer, si era fermato a pregare in un crocevia davanti ad una edicola ed aveva sentito una voce che gli chiedeva: «In questo luogo devi costruirmi una piccola cappella». Il commerciante si guardò attorno, ma, non vedendo nessuno, proseguì la sua strada. Una settimana più tardi, passando ancora di là, udì altre volte la misteriosa frase, il cui significato gli divenne chiaro solo quando sua moglie, Matilde Schrouse, qualche mese dopo, ebbe una visione notturna di una piccola cappella con dentro l’immagine della Madonna di Lussemburgo, quella stessa immagine che poco prima due soldati di passaggio le avevano offerto di acquistare. Moglie e marito si misero subito alla ricerca dell’immagine e una volta trovatala la incollarono su una tavoletta che dipinsero loro stessi. Fecero costruire una piccola cappella dove il 1 giugno 1642 il parroco di Kevelaer vi collocò l’effigie della Vergine consolatrice degli afflitti. Subito la cappella attirò migliaia di pellegrini: fino a 20 mila in quello stesso anno e negli anni successivi più di 100 mila. Dopo il Congresso di Vienna e la pace ristabilita in tutta Europa, l’afflusso dei pellegrini arrivò a circa 400 mila all’anno, così, per poterli accogliere tutti, nel 1858 si iniziò l’attuale basilica. Infine, nel 1884 fu costruito il campanile di 90 metri.

Nel settembre del 1987 si svolse a Kevelaer il Congresso internazionale mariologico e mariano sul tema “Maria, Madre dei fedeli”. Papa Giovanni Paolo II durante un Angelus estivo a Castel Gandolfo (era il 6 settembre 1987) ricordò il suo pellegrinaggio a Kevelaer, avvenuto nel maggio di quello stesso anno, chiese di pregare per la buona riuscita del Congresso, e ricordò brevemente la storia dell’immagine mariana di Kevelaer: «Il pensiero va anche al Santuario mariano intitolato a Maria consolatrice degli afflitti, presso il quale avviene il Congresso. Come è noto, circa 350 anni or sono un mercante sentì l’impulso interno di costruire, accanto a una croce che già esisteva sulla strada di Kevelaer, un’edicola con l’immagine della Madonna con il Bambino Gesù. A questo scopo si servì di una semplice cartolina con la riproduzione dell’immagine della Madonna di Lussemburgo, che gli era diventata cara. Eccole dunque insieme, la croce di Gesù e la Madonna santissima: da allora in poi, un lungo pellegrinaggio di fedeli si sarebbe diretto a lei, portando con sé tante afflizioni personali, familiari, sociali: “Sancta Maria, consolatrix afflictorum, ora pro nobis” - Santa Maria, consolatrice degli afflitti, prega per noi!».

Proprio alla Vergine rappresentata da questa immagine, Papa Giovanni Paolo II affidava, durante il suo pellegrinaggio, la protezione della Chiesa: «Nel maggio di quest’anno, ho visitato Kevelaer, e ho affidato là, alla materna protezione di Maria, tutta la Chiesa nelle varie componenti del popolo di Dio; le famiglie, la gioventù, i lavoratori, e specialmente le persone più sole o trascurate, gli ammalati, gli anziani».

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