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Gesù "Pane vivo". XIX Domenica del Tempo Ordinario

Gesù

Siamo ancora nella sinagoga di Cafarnao. Gesù ha chiarito ai suoi ascoltatori che Lui è il pane della vita che dona agli uomini la vita eterna. Per partecipare di questo pane è necessario andare a Gesù e credere in Lui. La reazione degli Ebrei al discorso di Cristo è negativa: “ si misero a mormorare contro di lui ”. Hanno visto il miracolo che egli ha compiuto per sfamare la folla, e anziché interrogarsi da dove nasce la sua potenza e la sua sapienza si fermano alla conoscenza umana che hanno di Gesù e credono di sapere tutto di Lui. E' il figlio di Giuseppe. Rifiutano Gesù in quanto Figlio di Dio. 

Succede la stessa cosa anche oggi. Tante sono le persone che rifiutano l'evento fondante la nostra fede: l'Eucarestia. Il motivo è sempre lo stesso. Ci si ferma ad una visione puramente razionale delle cose: al rito, al sacerdote che celebra, ai canti, alla sua dimensione comunitaria. La santa Messa non è un fatto puramente culturale, sociologico, estetico, ma è il mistero della presenza di Dio, è l'abitazione reale del Dio trascendente sulla terra, è il luogo dell'incontro dell'Invisibile, di Dio. Per “vedere” nell'Eucarestia la presenza del Signore è necessario “andare a Lui”, lasciarsi istruire da Lui, accogliere la sua Parola, la quale è Parola di Dio. 

Gesù può operare questa meravigliosa presenza perché Egli afferma di se stesso che viene dal Padre, anzi dichiara di essere Egli stesso Dio. Infatti, osa presentarsi con il nome stesso di Dio: “ Io sono”. In quanto Presenza reale di Dio nel mondo, irruzione del divino nella storia umana, Egli può presentarsi come il “Pane vivo” che si dona per la salvezza del mondo. Il Figlio di Dio, dunque, non solo si fa uomo, ma si fa pane per ognuno di noi. E si fa pane di vita sugli altari di tutto il mondo. In tal modo, l'amore di Dio, che si è reso visibile ed è divenuto sensibile nell'Incarnazione di Cristo, è presente nella nostra storia per sempre. 

Il primo libro della Bibbia, la Genesi afferma che Dio ha creato l'uomo per l'immortalità. Ora Gesù ai cittadini di Cafarnao ea noi dice che l'immortalità, cioè la vita senza la morte, è donata a coloro che mangiano il Pane della Vita che è Lui stesso. E' evidente che coloro che si nutrono dell'Eucarestia muoiono come tutti. Ma chi si nutre di Cristo presente nell'Eucarestia diviene Suo con-consanguineo e in quanto tale non è più sotto il potere della morte, perché partecipa della Sua stessa vittoria sulla morte. Senza l'Eucarestia il nostro cammino fino “al monte di Dio”, cioè il Paradiso, è più faticoso, più tortuoso, più difficile.

L'Eucarestia è il dono più grande che possiamo ricevere, perché è Gesù stesso, vivo e vero, presente in mezzo a noi. Quanto più in noi è presente l'amore per l'Eucarestia, tanto più amiamo i nostri fratelli. Infatti, dal Signore impariamo che cosa significa amare ed in che modo amare i nostri fratelli. L'amore verso il prossimo costituisce la prova del nostro amore al Signore. 

Da ultimo vorrei ricordare quanto scriveva san Francesco d'Assisi, il quale fedele all'insegnamento della Chiesa, affermava che bisogna ricevere degnamente l'Eucarestia, confessandosi prima se si è consapevoli di avere commesso anche solo un peccato mortale. Ripetendo le parole san Paolo, egli diceva che chi riceve indegnamente il Corpo e il Sangue di Cristo “mangia e beve la sua condanna”.

 

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