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Un servizio di EWTN News

“Mani per il pane”, il “percorso” vincenziano di avvicinamento al Giubileo

Nel 2025 un duplice appuntamento attende la grande Famiglia Vincenziana. Il Giubileo ordinario, in cui a tutti i cristiani è offerta la possibilità non solo del perdono delle colpe ma anche della cancellazione della pena spirituale attraverso il passaggio purificatore della Porta Santa, e il giubileo dei 400 anni della Congregazione della Missione che san Vincenzo de’ Paoli fondò nel 1625.

Un comunicato stampa ufficiale sottolinea che "i Missionari Vincenziani si preparano a festeggiare i 400 anni dalla loro fondazione con la preghiera e l’impegno nella missione al fine di rivitalizzare le tre dimensioni della spiritualità vincenziana, così come indicato dal
Superiore generale Padre Tomaž Mavrič che scrive: "la dimensione profetica che dalla grazia dello Spirito di Dio che è “sopra di noi” giunge all’ascolto del grido dei poveri e alla disponibilità a prendersi cura; la dimensione sinodale che vede il superamento dell’individualismo per un cammino ed una azione comunitaria; la dimensione missionaria la cui autenticità nasce da una spiritualità profonda, da un’intensa comunione, dalla
vicinanza e amicizia con Gesù".

"Verso il duplice appuntamento giubilare,costituito dal Giubileo ordinario e dai 400 anni dalla fondazione, l’ufficio di comunicazione della Congregazione della Missione, diretto da padre Salvatore Farì CM, offre un percorso di riflessione voluto dal Superiore
generale padre Mavrič, al fine di far conoscere San Vincenzo e la Congregazione della Missione e al fine di prepararsi adeguatamente al Giubileo", si legge nella nota.

Si tratta di un percorso. La prima tappa riguarda un dipinto su tela, “Mani per il pane” dell’artista bosniaco, fuggito dall’assedio di Sarajevo, durante la guerra nei Balcani degli anni ’90, Safet Zec. L’artista raffigura braccia e mani disperate tese fino allo spasimo verso il pane per chiedere aiuto, giustizia, libertà, misericordia. Sottolinea padre Salvatore Farì: È attorno al pane che ci riscopriamo fratelli, umanità che vive, fatica, spera, gioisce. In quelle mani contempliamo quelle dei poveri che cercano pane…”. Pane di giustizia, di lavoro, di amore. Contempliamo anche le nostre mani, le nostre braccia la cui fatica, insieme al sudore della fronte, testimonia il nostro amore per Dio.

 

 

 

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