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Un servizio di EWTN News

Guam, si chiude la difficile transizione ad Agaña: nominato il nuovo arcivescovo

Il nuovo arcivesocvo di Agana Ryan P. Jimenez con Papa Francesco

La nomina di un arcivescovo per l’arcidiocesi di Agaña, in Guam, chiude una storia tribolata che ha visto un vescovo abusatore, una visita apostolica, un processo in Vaticano, ma anche un successore che improvvisamente ha rinunciato per ragioni di salute. La comunità cattolica della piccola comunità di Guam non sembrava trovare pace, insomma, e si spera che con la nomina del giovane arcivescovo filippino Ryan Pagente Jimez, un classe 1971 che presiede anche la Conferenza Episcopale del Pacifico e che finora aveva amministrato la diocesi di Chalan Kanoa, nelle Marianne Settentrionali.

Il profilo del nuovo vescovo è allo stesso tempo autorevole e giovane, e soprattutto esterno alla situazione che ha colpito l’arcidiocesi di Guam dal 2016, da quando cominciarono ad emergere le prime accuse di abusi contro l’arcivescovo Anthony Apuron, un guaniano che aveva guidato la diocesi sin dal 1983 fino al 2016, hanno in cui gli fu assegnato un coadiutore che però aveva già il compito di amministrare la diocesi al suo posto. Apuron, poi, decadde definitivamente da vescovo nel 2018, quando un tribunale dell’allora Congregazione per la Dottrina della Fede, con il Cardinale Raymond Leo Burke come presidente, lo dichiarò colpevole di abusi, giudizio poi reiterato al termine dell’appello nel 2019.

Al suo posto, venne il sacerdote di Detroit Michale J. Byrnes, prima come coadiutore e poi come arcivescovo. Ma Byrne nel 2022 ha avuto problemi di salute, ha lasciato Guam e non vi ha fatto più ritorno, fino a rinunciare all’incarico a soli 64 anni. Da qui la necessità di nominare un successore.

Pagente Jimenez è giovane, ma ha un buon curriculum, ha studiato a Manila e in California, è sacerdote dal 2003, ed è stato anche nella Commissione Diocesana per l’eredità culturale della chiesa, nonché cancelliere diocesano. Dal 2010 al 2016, è stato amministratore apostolica di Chalan Kanoa, diocesi di cui è stato poi nominato vescovo nel 2016, proprio mentre nasceva il caso Apuron.

Dal 2016, pur rimanendo arcivescovo, Apuron aveva perso l’autorità pastorale e amministrativa a seguito delle accuse di abusi su minori, che lui ha sempre negato. Addirittura, si ritenne che gli attacchi contro l’arcivescovo fossero strumentali, non solo per via del suo parlare aperto contro le ideologie gender ed LGBT e contro l’aborto, ma anche per la sua lotta contro l’installazione di una serie di case di azzardo nel territorio di Guam,

Dal 4 aprile 2019, giorno dell’annuncio della sentenza, Apuron è stato privato del suo ufficio di arcivescovo e gli è stato impedito di usare le sue insegne, inclusa la mitra e l’anello del vescovo, e bandito dall’arcidiocesi. È comunque rimasto un sacerdote.

Nel 2019, l’arcidiocesi ha dichiarato bancarotta a seguito di numerose accuse di abusi, cosa che ha permesso alla diocesi di evitare il processo e di pagare compensazioni per oltre 115 milioni di dollari.

Prima di Byrnes, Papa Francesco aveva nominato l’arcivescovo Savio Hon Fai-Tai, oggi nunzio a Malta e allora segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, come amministratore “sede plena” dell’arcidiocesi di Agana, in Guam, un territorio indipendente degli Stati Uniti nell’Oceano Pacifico Occidentale.

Le accuse contro Apuron erano state mosse dal Diacono Steve Martinez, il quale aveva dichiarato anche che l’arcivescovo si era protetto e aveva intenzionalmente tenuto la politica dell’arcidiocesi in termini di abusi debole.

Le molestie sarebbero avvenute su Roy Quintanilla, che al tempo dei presunti misfatti era un chierichetto di 12 anni, e che ora ha 52 anni e vive nelle Hawaii. Una accusa che l’arcidiocesi aveva definito una “bugia”. Tanto che ha pensato persino di istituire una causa civile contro quelli che hanno diffuso “bugie maliziose” riguardo la Chiesa Cattolica, oltre alle ovvie procedure canoniche che saranno messe in moto.

L’arcidiocesi aveva anche rigettato il fatto che l’arcivescovo abbia lenito il controllo sul seminario Redemptoris Mater di Yona, del Cammino Neo Catecumenale, tanto che ha fatto notare di essere l’unica proprietaria dell’immobile.

Ma sono varie le accuse, che la Chiesa locale sostiene essere parte di uno sforzo per rimuovere l’arcivescovo Apuron dell’incarico. Anche perché l’arcivescovo è stato in prima linea nel combattere l’aborto, la legalizzazione della marijuana, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, con dichiarazioni a volte anche molto forti. Ma l’arcivescovo Hon aveva invece maturato un parere diverso, tanto che aveva chiesto pubblicamente la rimozione di Apuron, sottolineando che la questione dei presunti abusi sarebbe continuata con un processo canonico.

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