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Un servizio di EWTN News

Quel pezzo di Vaticano dove vivevano i Papi a Castelgandolfo

Castelgandolfo per i romani è soprattutto un luogo di gite. La cittadina sulle rive del lago ha una storia antichissima e illustre e di questa storia fa parte il Papato. Oggi la città soffre un po' per la mancanza della presenza di Papa Francesco. Ma il Palazzo che affaccia sulla piazza centrale è ora un museo, come lo sono i bellissimi giardini, e presto al posto delle Fattorie modello volute da Pio XI ci saranno delle attività che sotto il nome di "Borgo Laudato si" accoglieranno nuovi metodi di gestione delle terre e lavoro per immigrati e strutture educative al rispetto dell'ambiente.

Ma come erano le vacanze dei Pontefici quando andavano a Castelgandolfo?

Nel '700 si partiva in carrozza da San Giovanni con un seguito imponente. Così ne parla Silvio Negro in "Vaticano minore": « La Santità di Nostro Signore - dicono i minuziosi diari del Settecento — oggi si è posta in " muta, con monsignor maggiordomo e monsignor maestro di camera, in abito viatorio, accompagnata da otto cavalleggeri e da otto corazze, preceduta la carrozza dalla croce, ecc.»".

Senza entrare nei dettagli dei rapporti tra i Pontefici e la cittadina basta ricordare che la tenuta di Castelgandolfo è di circa 11 ettari più vasta del territorio vaticano, con diversi edifici oggi utilizzati dalla Specola, e alcuni ruderi romani.

Alcuni diari raccontano in modo particolare i soggiorni di Papa Lambertini, Benedetto XIV.

Il bolognese Lambertini, scrive Silvio Negro "data la sua tendenza alla pinguedine, era incline ad andare a cavallo e perseverò con grande passione in questo esercizio, sebbene non avesse mai cavalcato prima, e perciò fosse andato al « possesso » in lettiga. Si era fatto fare un costume corto, bianco, con stivali pure bianchi e cappello tondo rosso, e spesso quando cavalcava si lasciava indietro il seguito. Cadde diverse volte e si ferì anche, a una spalla. Finalmente nel '47 il medico riuscì a persuaderlo che la sua salute non avrebbe avuto pregiudizio anche se si fosse limitato ad andare a piedi o in carrozza. Benedetto aveva allora settantadue anni ma ne dimostrava molti meno e poteva ancora fare ogni giorno le sue dieci ore di lavoro senza soffrirne. Si lamentava anzi che non reggessero punto a quel tenore di vita i suoi segretari. « Benché noi siamo — scriveva al suo amico cardinale Tencin — da trentacinque fino a quarantacinque anni più vecchi dei no-minati, resistiamo nel dettare mentre essi si stancano nello scrivere »".

Fu Pio XI a sistemarlo come è oggi. Egli volle che la residenza non fosse solo un giardino, ma avesse una vera fattoria che sostituisse quella arrangiata che Leone XIII aveva creato in Vaticano. I lavori furono ingenti e guidati da Emilio Bonomelli che fu poi direttore delle Ville. Silos, mucche, vivai, orto, arancera, vigne, olivi, pollai. La fattoria produceva fino a poco fa prodotti che si vendevano in paese e in Vaticano. Ora sono cambiati i progetti e vedremo quali saranno i frutti. Ma torniamo al 1934, al soggiorno di Pio XI. Non era vacanza per il Papa, ma solo un lavorare in un clima meno afoso di Roma. Così proseguivano le udienze, le lunghe permanenze nello studio e gli appuntamenti con la preghiera prima della cena.

Il Papa viveva al secondo piano e sopra di lui c'erano sono solo gli astronomi della specola. Vescovi e prelati facevano la spola con il vaticano e addirittura si organizzarono dei pulman per le coppie di sposi novelli che volevano la benedizione del Papa.

Le Ville divennero un posto speciale durante la Seconda Guerra Mondiale come ricorda Negro. Gli sfollati dei Castelli Romani furono accolti da Pio XII.

Una visita a Castelgandolfo è una occasione da non perdere per il turista che sia Roma per la prima volta, o anche per il romano che ami conoscere la storia di una istituzione che lungi da essere nei secoli lontana dal popolo, è stata, come si vede bene qui, parte della vita della gente.

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