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Un servizio di EWTN News

A Camerino inaugurato il nuovo Centro pastorale diocesano

Il 9 giugno scorso a Camerino è stato inaugurato il nuovo Centro pastorale diocesano nei locali dell'ex seminario, di cui l'arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara, ne è stato il promotore più convinto, sensibile da sempre alla necessità di realizzare luoghi di aggregazione per le nuove generazioni. L'ex Seminario, danneggiato dal sisma del 2016, è stato ritenuto idoneo a questa 'missione' e, al termine di un'importante ristrutturazione, è riconsegnato all'arcidiocesi che lo mette a disposizione della comunità camerte.

Il nuovo Centro pastorale ospita alcune ampie sale per l'oratorio e gli incontri pastorali, un centro di ascolto della Caritas diocesana, un ambiente polivalente e una spaziosa sala multimediale di ultima generazione. Per favorire le possibilità di incontro e di svago, il centro è dotato anche di uno spazio esterno attrezzato con un moderno campo da calcetto, uno da beach volley, oltre ad altri spazi verdi per i giochi. Grazie all'installazione di un ascensore, una parte dell'edificio ospita la casa del clero con cinque camere per i sacerdoti anziani che necessitano di assistenza in un ambiente familiare dove condividere la loro esperienza umana e sacerdotale.

Trentatré posti letto sono riservati agli studenti, aggiungendo così ulteriore disponibilità di alloggi agli universitari, oltre a quella già messa a disposizione nel Residence Next Generation, inaugurato nel centro storico di Camerino alla fine del 2022, come spiegato da una nota dell'arcidiocesi: “ Per la prima volta, nel nostro territorio, viene realizzata un'opera fruibile contemporaneamente da tre generazioni (anziani, adulti e bambini), un significativo esempio di condivisione per promuovere il dialogo intergenerazionale, pur nella differenza delle attività pensate per ciascuno. Per questa ragione, l'arcivescovo ha voluto intitolare il nuovo Centro pastorale ad alcune figure camerti che hanno lasciato un'impronta indelebile nel cuore di tutti”.

La zona dedicata all'Oratorio e alle attività pastorali è stata intitolata a Stefania Scuri e Maurizio Cavallaro, provenienti dall'esperienza dello scoutismo: la giovialità e lo spirito di servizio che hanno animato la loro vita rappresentano un esempio per tutti ed uno stimolo a ' lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato'; mentre gli spazi sportivi esterni sono stati dedicati a mons. Quinto Martella.

Il Centro di ascolto gestito dalla Caritas diocesana, invece, è stato dedicato a mons. Renzo Rossi, sacerdote scomparso nel 2007, che è ricordato per la generosità e per l'aiuto materiale e spirituale che ha prodigava ai bisognosi. Infine, l'area esterna per le attività ludiche e sportive verrà intitolata a mons. Quinto Martella, morto nel 2020, il quale, come sacerdote ed insegnante, è sempre stato a contatto con i giovani, lasciando in eredità una significativa offerta che ha dato impulso alla realizzazione del Centro pastorale.

Inaugurando la struttura arcivescovile di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara , ha parlato della realizzazione di un 'sogno': “Dobbiamo imparare ad uscire dai localismi, in quanto ogni paese ha bisogno di un campanile, ma non di un nuovo campanilismo”.

Per quale motivo un nuovo centro pastorale diocesano?

“L'idea di un nuovo centro pastorale diocesano nasce dalla necessità di avere spazi di incontro che si sono protratti durante il terremoto del 2016. Un luogo dove poter usufruire di tutto ciò che necessita per integrare le relazioni e la formazione delle nostre comunità provate in tutti questi anni”.

Un luogo in cui possono coesistere tre generazioni (bambini, giovani ed anziani): è possibile un dialogo intergenerazionale? 

“E' possibile un dialogo intergenerazionale che porta ad una ricchezza tra la sapienza degli anziani, la gioia dei bambini e i sogni dei nostri giovani … un percorso di crescita e di scambi che porterà a una società migliore”.

C'è anche un centro di ascolto della Caritas: quanto è importante ascoltare? 

“Il centro di ascolto offre un'attenzione alla povertà del territorio. Oggi si sente molto, ma si ascolta poco e si dedica poco tempo di qualità. Diventa necessario aprire i nostri cuori per incontrare Dio e i poveri che ci stanno intorno”.

 

In che modo la Chiesa cerca di fornire risposte alle domande dei giovani?

“La Chiesa è sempre vicina ai giovani: li ascoltano, li accompagnano, li aiutano a realizzare quei sogni che a volte la società di oggi infrange. Loro sono il nostro presente e il nostro futuro”.

Ad otto anni dal sisma si intravede qualcosa?

“Ad otto anni dal sisma come Chiesa stiamo portando avanti la ricostruzione con grande fatica ma con grande determinazione, sostenendo da sempre che non c'è una ricostruzione delle case senza una ricostruzione sociale ed economica. Solo così questo territorio non morirà”.

 

 

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