Città del Vaticano , 29 June, 2024 / 10:16 AM
Nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Papa Francesco come ogni anno ha benedetto i palli destinati agli Arcivescovi Metropoliti. Da anni ormai il Pontefice non li impone più ai metropoliti, ma lascia che ad imporlo al Metropolita sia il Rappresentante Pontificio nella rispettiva Sede Metropolitana.
Nell’omelia della Messa presieduta nella Basilica Vaticana, il Papa sottolinea lo “zelo apostolico” di Pietro e Paolo. “Incontrando il Signore, essi hanno vissuto una vera e propria esperienza pasquale: sono stati liberati e, davanti a loro, si sono aperte le porte di una nuova vita”.
Francesco suggerisce di concentrarsi – a pochi mesi dal Giubileo – sul significato della porta. Tutti potremo “varcare la soglia di quel santuario vivente che è Gesù e, in Lui, vivere l’esperienza dell’amore di Dio che rinvigorisce la speranza e rinnova la gioia. E anche nella storia di Pietro e di Paolo ci sono delle porte che si aprono”.
Nell’episodio della liberazione di Pietro – spiega il Papa – “Dio libera la sua Chiesa, il suo popolo che è in catene, e ancora una volta si mostra come il Dio della misericordia che sostiene il suo cammino. È Dio che apre le porte, è Lui che libera e spiana la strada. A Pietro Gesù aveva affidato le chiavi del Regno; ma egli fa esperienza che, ad aprire le porte, è per primo il Signore, Lui sempre ci precede. Quante volte le comunità non imparano la saggezza di aprire le porte”.
“Non una spiritualità di salotto: l’incontro con il Signore – prosegue ancora Francesco - accende nella vita di Paolo lo zelo per l’evangelizzazione. Proprio per raccontare di come il Signore gli ha donato tante possibilità per annunciare il Vangelo, Paolo usa l’immagine delle porte aperte”.
“Pietro e Paolo – dice il Papa - hanno fatto esperienza di grazia. Hanno toccato con mano l’opera di Dio, che ha aperto le porte del loro carcere interiore e anche delle prigioni reali dove sono stati rinchiusi a causa del Vangelo. E, inoltre, ha aperto davanti a loro le porte dell’evangelizzazione, perché sperimentassero la gioia dell’incontro con i fratelli e le sorelle delle comunità nascenti e potessero portare a tutti la speranza del Vangelo”.
Infine, rivolgendosi agli Arcivescovi Metropoliti l’appello ad essere “essere pastori zelanti, che aprono le porte del Vangelo e che, con il loro ministero, contribuiscono a costruire una Chiesa e una società dalle porte aperte”.
Come ogni anno, presente per la Messa in Basilica una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.
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