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Papa Francesco: “Senza preghiera non si va avanti, non si sta in piedi”

Papa Francesco incontra il capitolo generale dei Dehoniani, Palazzo Apostolico Vaticano, 27 giugno 2024

 

"Saluto Padre Carlos Luis Suárez Codorniú, Superiore Generale, confermato per un secondo mandato – non hai fatto male, se ti hanno rieletto! –, e gli rivolgo i migliori auguri per il suo ministero, e saluto i nuovi Consiglieri e tutti voi che partecipate al XXV Capitolo Generale della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù”. Papa Francesco ha ricevuto in Udienza in Vaticano i partecipanti al Capitolo Generale della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani).

“Il Venerabile Léon Gustave Dehon, infatti, vi ha insegnato a fare dell’unione a Cristo nel suo amore per il Padre e per gli uomini, il principio e il centro della vita e a farlo legando strettamente la consacrazione religiosa e il ministero all’offerta di riparazione del Figlio, perché tutto, attraverso il suo Cuore, torni al Padre. Fermiamoci allora su questi due aspetti di ciò che vi proponete: essere uno, perché il mondo creda”.

Essere uno. “Sappiamo con quanta forza Gesù ha chiesto l’unità al Padre per i suoi discepoli, durante l’ultima Cena. E non l’ha semplicemente raccomandata ai suoi come un progetto o come un proposito da realizzare: prima di tutto l’ha chiesta per loro come un dono, il dono dell’unità. È importante ricordare questo: l’unità non è opera nostra, noi non siamo in grado di realizzarla da soli: possiamo fare la nostra parte – e dobbiamo farla –, ma ci serve l’aiuto di Dio”, dice il Papa.

“La cappella sia il locale più frequentato delle vostre case religiose, da ciascuno e da tutti, soprattutto come luogo di silenzio umile e ricettivo e di orazione nascosta, affinché siano i battiti del Cuore di Cristo a scandire il ritmo delle vostre giornate, a modulare i toni delle vostre conversazioni e a sostenere lo zelo della vostra carità. Esso batte d’amore per noi dall’eternità e il suo pulsare può unirsi al nostro, ridonandoci calma, armonia, energia e unità, specialmente nei momenti difficili. Tutti, sia personalmente sia comunitariamente, abbiamo o avremo momenti difficili: non spaventarsi! Gli Apostoli ne hanno avuti tanti. Ma essere vicini al Signore perché si faccia l’unità nei momenti della tentazione. E perché ciò accada, abbiamo bisogno di fargli spazio, con fedeltà e costanza, mettendo a tacere in noi le parole vane e i pensieri futili, e portando tutto davanti a Lui”, questo il consiglio del Papa.

 

Per Francesco “senza preghiera non si va avanti, non si sta in piedi: né nella vita religiosa, né nell’apostolato! Senza preghiera non si combina nulla”.

 

E veniamo al secondo punto: essere uno perché il mondo creda. “L’unità ha questa capacità di evangelizzare. È una meta impegnativa, questa, di fronte alla quale nascono tante domande.

Come essere missionari oggi, in un tempo complesso, segnato da sfide grandi e molteplici? Come

dire, nei vari ambiti dell’apostolato in cui voi operate, “qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”. Tante volte vediamo che questo

mondo sembra aver perso il cuore.

Anche nel rispondere a questa domanda può aiutarci il Venerabile Dehon. In una sua lettera, meditando sulla Passione del Signore, egli osservava che in essa i flagelli, le spine, i chiodi hanno scritto nella carne del Salvatore una sola parola: amore. E aggiungeva: Non accontentiamoci di

leggere e di ammirare dall’esterno questa scrittura divina; penetriamo fino al cuore, e vedremo una meraviglia ben più grande: è l’amore inesauribile e inesausto che considera un niente tutto ciò che soffre e che si dona senza stancarsi”, conclude così il Papa.

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