Parigi, 29 May, 2024 / 12:30 AM
L’anno scorso erano in 16 mila, e si parlava già di una affluenza record. Ma quest’anno sono stati in 18 mila a percorrere i tre giorni di pellegrinaggio di Pentecoste che portano da Parigi a Chartres. Cento chilometri, da Parigi alla città con la straordinaria cattedrale gotica che era anticamente diocesi di riferimento della capitale, fatti in un cammino organizzato dall’associazione Notre-Dame de Chrétienté. I, tema quest’anno era “Voglio vedere in Dio”, mentre le meditazioni si sono concentrate sulla questione di “Cercare Dio con San Tommaso d’Aquino”.
Il pellegrinaggio da Parigi a Chartres risale al XII secolo. Da quando Notre-Dame de Chrétienté lo ha cominciato ad organizzare, ha visto numeri sempre in crescita. Unica battuta di arresto, il 2020, l’anno della pandemia del COVID, cui però hanno fatto seguito anni di crescita vertiginosa dei pellegrini. E sono pellegrini in larga parte giovani, legati tra l’altro alla celebrazione in vetus ordo.
Il pellegrinaggio è stato concluso da un solenne pontificale presieduto dal Cardinale Gehrard Ludwig Mueller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Nella sua omelia, pronunciata in francese, il Cardinale Mueller ha sottolineato che “il Logos, ovvero Parola e Ragione di Dio, è la luce che illumina ogni persona. Gesù Cristo e ci conduce in modo sicuro al significato e allo scopo della nostra vita quando vediamo Dio faccia a faccia. E la processione liturgica di tante migliaia di giovani cristiani provenienti da Parigi verso questa magnifica cattedrale di Chartres rappresenta simbolicamente il pellegrinaggio della Chiesa verso la Gerusalemme Celeste”.
Il Cardinale ha sottolineato che “da un lato del nostro pellegrinaggio terreno ci sono quindi le persecuzioni di cui la Chiesa deve soffrire, così come prima ne soffriva il suo capo e maestro”. Ma, ha aggiunto, “nell’interpretazione cristiana, tuttavia, la storia non è il campo di battaglia delle lotte per il potere, la ricchezza e il godimento egoistico della vita. Eusebio di Cesarea, invece, dice nel libro V della sua Storia della Chiesa, dove parla del martirio dei cristiani di Lione al tempo dell'imperatore Marco Aurelio, che egli intende la storia dello Stato di Dio come la lotta pacifica per la pace interiore dell'anima e la salvezza del mondo”.
Insomma, “gli eroi del cristianesimo non sono imperatori e generali, come nella storia secolare, ma combattenti per la verità e la fede. I cristiani non combattono contro gli altri, ma contro il male nel proprio cuore e nel mondo. Sono impegnati per la pace sulla terra e la giustizia sociale”.
Il cardinale Mueller ha fatto l’esempio di don Franz Stock (1904 – 1948), le cui spoglie sono a Chartres, il quale “fu un grande pacificatore, soprattutto tra Germania e Francia dopo le due devastanti guerre mondiali”, e che “riunì i seminaristi tedeschi in cattività francese affinché potessero continuare i loro studi teologici”, essendo a capo del famoso “Seminario del filo spinato di Chartres”, da cui provenivano 600 sacerdoti e vescovi.
Il Cardinale ha anche sottolineato che “chi vive nella convinzione che Dio lo ha scelto dall'eternità, lo ha redento in Cristo e lo ha destinato alla felicità e alla pace eterne, è immune dalla propaganda e dall'oppio delle religioni politiche sostitutive. L’autodistruzione attraverso il suicidio, la droga e l’alcol o il dire no alla nostra sessualità maschile o femminile non sono opzioni per i cristiani”.
Anzi, i cristiani si battono “senza paura per il diritto alla vita di ogni singolo essere umano dal concepimento alla morte naturale, per la sua inviolabile dignità e per la libertà civile, etica e religiosa di ogni singolo essere umano. Il benessere temporale e la salvezza eterna provengono da Dio, che con la sua grazia ci ha redenti dal potere distruttivo del male. Dio ci ha chiamati nello Spirito Santo e ci ha permesso di lavorare insieme per costruire il Suo regno di giustizia, amore e pace”.
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