Città del Vaticano , 04 May, 2024 / 12:30 AM
"Riconoscersi colpevole e chiedere perdono”. Papa Francesco ha ricevuto in Udienza i Partecipanti al Convegno “Riparare l’irreparabile” nel 350° delle apparizioni di Gesù a Santa Margherita Maria in Paray-le-Monial.
“Cari amici, quante lacrime scendono ancora sulle guance di Dio, mentre il nostro mondo sperimenta tanti abusi contro la dignità della persona, anche all’interno del Popolo di Dio!
Il titolo del vostro convegno mette insieme due espressioni opposte: “Riparare l’irreparabile”. In questo modo ci invita a sperare che ogni ferita possa essere guarita, anche se è profonda. La riparazione completa a volte sembra impossibile, quando beni o persone care vengono persi definitivamente o quando certe situazioni sono diventate irreversibili. Ma l’intenzione di riparare e di farlo concretamente è essenziale per il processo di riconciliazione e il ritorno della pace nel cuore”, dice il Papa accogliendo i presenti.
“La riparazione, per essere cristiana, per toccare il cuore della persona offesa e non essere un semplice atto di giustizia commutativa, presuppone due atteggiamenti impegnativi: riconoscersi colpevole e chiedere perdono”, queste le parole che il Pontefice consegna ai presenti.
Riconoscersi colpevole. “Qualsiasi riparazione, umana o spirituale, inizia con il riconoscimento del proprio peccato. È da questo onesto riconoscimento del male arrecato al fratello, e dal sentimento profondo e sincero che l’amore è stato ferito, che nasce il desiderio di riparare”, così commenta il Papa il primo punto.
Chiedere perdono. “È la confessione del male commesso, sull’esempio del figlio prodigo che dice al Padre: «Ho peccato contro il cielo e contro di te». Chiedere perdono riapre il dialogo e manifesta la volontà di ristabilire il legame nella carità fraterna. E la riparazione – anche un inizio di riparazione o già semplicemente la volontà di riparare – garantisce l’autenticità della richiesta di perdono, manifesta la sua profondità, la sua sincerità, tocca il cuore del fratello, lo consola e suscita in lui l’accoglienza del perdono richiesto. Quindi, se l’irreparabile non può essere completamente riparato, l’amore può sempre rinascere, rendendo sopportabile la ferita”, commenta ancora Francesco.
“Gesù chiese a Santa Margherita Maria atti di riparazione per le offese causate dai peccati degli uomini. Se questi atti hanno consolato il suo cuore, ciò significa che la riparazione può consolare anche il cuore di ogni persona ferita. Possano i lavori del vostro convegno rinnovare e approfondire il significato di questa bella pratica della riparazione al Sacro Cuore di Gesù, pratica che oggi può essere un po’ dimenticata o a torto giudicata desueta. E possano anche contribuire a valorizzarne il giusto posto nel cammino penitenziale di ciascun battezzato nella Chiesa”, conclude Papa Francesco.
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