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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco riceve il presidente del Tadjikistan. Lo sguardo sul dialogo

Papa Francesco con il presidente del Tadjikistan Rahmon, Palazzo Apostolico Vaticano, 26 aprile 2024

Venticinque minuti di colloquio tra Papa Francesco e il presidente tagico Emomali Rahmon, presumibilmente sui grandi temi internazionali e sull’importanza delle piccole nazioni. Perché il Tadjikistan, piccola nazione dell’Asia Centrale, una delle ex repubbliche socialiste sovietiche, può essere partner strategico della Santa Sede in dialogo con la Russia, ma anche nel dialogo con le altre fedi, come sottolinea poi il comunicato finale dell’incontro.

Per quanto riguarda i rapporti con la Russia, va ricordato che Rahmon, in fondo, è stato il presidente che ha lamentato davanti a Vladimir Putin la trascuratezza nei confronti delle piccole nazioni, che, a suo dire, era stato anche causa del tracollo dell’Unione Sovietica. Ma è anche partner strategico della Federazione Russa: mentre era in viaggio a Roma, un bilaterale a livello di ministero degli Esteri si è tenuto tra Dushambe e Mosca.

È questo lo sfondo su cui nasce la visita a Papa Francesco, durata, appunto, 25 minuti. Interessante che il Papa abbia donato, sembra per la prima volta, la scultura “Fiore fragile”, oltre ai soliti documenti papali e il Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace.

Da parte del presidente, è stata donata una scultura rupestre della dinastia sasanide in Iran.

Nel bilaterale in Segreteria di Stato, insieme con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, sono state – si legge in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – “rilevate le buone relazioni tra la Santa Sede e il Tadjikistan, e ci si è soffermati su alcuni aspetti della situazione politica e socioeconomica del Paese.”

Il comunicato sottolinea anche che “speciale attenzione è stata riservata all’importanza del dialogo e della comprensione reciproca tra popoli e culture per la promozione della pace e della stabilità nel mondo

Santa Sede e Tajikistan hanno piene relazioni diplomatiche dal 1996. Tuttavia, non c’è una diocesi in Tajikistan, ma una sorta di “pre-diocesi”, ovvero una missione sui iuris, sotto la gestione dei missionari argentini dell’Istituto del Verbo Incarnato.

È, in fondo, argentino il primo monastero che è stato fondato nel Paese, nel 2021, quando una statua della Vergine di Lujan fu portata in processione.

La Chiesa Cattolica è presente in Tajikisan dal 1970, quando arrivarono nel territorio sacerdoti e laici cattolici deportati sotto il regime di Stalin. Questi, tornati in patria negli Anni Novanta, lasciarono due edifici e una piccola comunità di suore di Madre Teresa.

La missione sui iuris è stata eretta il 29 settembre 1997, e il territorio era stato ricavato dall’allora amministrazione apostolica del Kazakhstan, oggi diocesi di Karaganda.  La missione sui iuris nel 2020 su una popolazione di 8 610 000 persone contava 150 battezzati.

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