venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Dalle diocesi, le veglie di preghiera per i missionari martiri

E’ di qualche settimana fa la morte violenta di 15 fedeli trucidati in Burkina Faso durante una celebrazione nella Chiesa di Essakane, nell’estremo nord del Paese.

Continua la scia dei nuovi martiri per la fede nel mondo. Secondo i dati dell’agenzia missionaria Fides sono stati 20 i missionari, operatrici e operatori pastorali cattolici uccisi lo scorso anno.Molti di loro sono stati ammazzati in luoghi e situazioni segnati da conflitti. Sono stati uccisi da soldati di eserciti regolari, da miliziani di bande armate fuori controllo, da gruppi di terroristi, da sbandati con il mitra”, ha detto il direttore della Fides Gianni Valente.

Il report del 2023 segnala due vittime in più rispetto all’anno precedente. Tra loro un vescovo, otto sacerdoti, due religiosi, un seminarista, un novizio e sette tra laici e laiche. Il numero più alto di uccisioni si registra in Africa, dove sono morti nove missionari (cinque sacerdoti, due religiosi, un seminarista, e un novizio); in America sono stati assassinati sei missionari (un vescovo, tre sacerdoti, due laiche); in Asia sono stati uccisi quattro laici e laiche; in Europa un laico. Ai missionari martiri ogni anno la Chiesa dedica una giornata.

E’ quella del 24 marzo in ricordo dell’arcivescovo di San Salvador, Oscar Romero. “Era il 24 marzo 1980 quando Romero venne ucciso mentre celebrava la messa. Fin da subito la sua figura ha rappresentato per i giovani un segno di coraggio e di vicinanza agli ultimi: per questo nel giorno della sua morte si ricordano le missionarie e i missionari morti nel mondo mentre testimoniavano il Vangelo” ricorda la Fondazione Missio della Cei. Molte le iniziative nelle diocesi italiane in occasione di questa Giornata che quest’anno cade nella Domenica delle Palme. Ai martiri sono state dedicate molte delle Via Crucis svoltisi ieri. A Frosinone, sempre ieri, una veglia di preghiera in occasione della “Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri” con il vescovo Ambrogio Spreafico. Via Crucis cittadina dedicata ai martiri nella diocesi di Carpi sempre ieri sera, con meditazioni dedicate oltre che ai missionari uccisi nel mondo nel 2023, ad alcuni testimoni che hanno donato la vita per amore del Vangelo, dei poveri e dei perseguitati. Fra questi don Francesco Cavazzuti, missionario in Brasile. Sempre ieri sera veglia diocesana al santuario di Monte Berico a Vicenza presieduta dal vescovo Giuliano Brugnotto, e curata dall’ufficio missionario. “La vita di san Oscar Romero continua a parlare, in modo particolare ai giovani per l’autenticità con cui egli stesso ha saputo incarnare il vangelo, denunciando anche le ingiustizie e rimanendo a fianco dei poveri”, spiega  Brugnotto.

Durante la veglia sono stati ricordati anche due futuri beati vicentini assassinati a Baraka e Fizi (diocesi di Uvira) nell’ ex Zaire (attuale Repubblica democratica del Congo) il 28 novembre del 1964. Si tratta di due missionari saveriani, fr. Vittorio Faccin, nato a Villaverla, e padre Giovanni Didonè, nato a Cusinati di Rosà. La loro beatificazione avverrà domenica 18 agosto 2024 a Uvira (Repubblica democratica del Congo). “È molto importante – ha detto ancora il vescovo - ricordare queste figure vicine a noi dal punto di vista storico, perché ci consegnano un’esperienza viva di Vangelo dimostrando che per tutti è possibile viverlo”. Veglia di preghiera anche a nella diocesi di Vallo della Lucania presieduta dal vescovo Vincenzo Calvosa ad Agropoli. “Il disegno di Dio chiama tutti a vivere la totalità dell’amore, attraverso la conversione del cuore e la santità della vita”, sottolinea la diocesi: i missionari sono “testimoni della fede e portatori della Parola laddove la sofferenza dei fratelli è maggiore e il pericolo è un compagno costante. Sono cuori che ardono e che dispensano amore in un rapporto diretto e profondo con il Signore, guidati dagli insegnamenti di Gesù”.

Sempre ieri sera nella parrocchia San Vittore-Besurica, nella diocesi di Piacenza-Bobbio, una veglia durante la quale sono stati offerte testimonianze sulla vita di don Giuseppe Beotti e suor Dorothy Stang. A Bologna lunedì 25 marzo, alle 19, nella basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano il card. Matteo Zuppi presiederà la veglia ecumenica in memoria dei martiri del XX e XXI secolo curata dalla Comunità di Sant’Egidio mentre nella diocesi di Lucca domani una veglia di preghiera in memoria dei missionari martiri nella chiesa della Migliarina a Viareggio, presieduta dall’arcivescovo Paolo Giulietti. Durante la veglia saranno portate anche testimonianze sulla vita e l’impegno per i poveri di Maria Ida Paolotti, recentemente scomparsa in Burkina Faso.

Ieri intanto la Cei ha diffuso un dossier sull’impegno della Chiesa Italiana ad Haiti. Un impegno che si è articolato negli anni, nella convinzione che, se la sofferenza non ha confini, anche la solidarietà non deve avere confini. La Chiesa in Italia – si legge in una nota - continua a stare accanto alla popolazione di Haiti, come racconta il Dossier curato dal Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. Dal 2010, anno in cui il Paese è stato colpito da un violentissimo terremoto, sono stati destinati circa 40 milioni di euro – tra fondi dell’8xmille e offerte raccolte con la Colletta straordinaria promossa dalla CEI nel 2010 - per interventi emergenziali, progetti di sviluppo socio-economico in vari ambiti, accompagnamento alle Diocesi locali. Il Dossier, attraverso dati e testimonianze, ripercorre il cammino compiuto ed evidenzia le criticità tuttora esistenti nel Paese che, con circa 10 milioni di abitanti, è il più povero dell’America Latina e Caraibi, il meno sviluppato di tutto l’emisfero settentrionale, con un tasso di povertà pari all’80%. Attualmente alla prese con una spaventosa crisi umanitaria che si innesta su un'emergenza permanente, Haiti rischia di scivolare verso una guerra civile.
“Il tipo di assistenza urgente di cui abbiamo bisogno – spiega il Card. Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes, in un'intervista contenuta nel Dossier – è di ricevere il supporto e i mezzi adeguati per ripristinare la sicurezza, assicurare stabilità, proteggere vite umane e proprietà. Il Paese ha bisogno di ristabilire l'autorità statale attraverso il rafforzamento delle istituzioni democratiche. Occorrerà anche contribuire a creare occupazione e lavoro, affinché gli haitiani possano vivere con dignità grazie ai frutti del loro lavoro. Bisogna considerare che Haiti non si è ancora ripresa dai terremoti del 2010 nell'ovest e del 2021 nel sud del Paese. Adesso arrivano i disastri delle bande armate. Dobbiamo rialzarci e prendere in mano la situazione”. Tra le varie emergenze, una è proprio quella delle gang armate, in cui spesso vengono coinvolti i giovani. “La Chiesa – viene sottolineato nel Dossier - sta dalla parte del Vangelo e ha il compito di farsi compagna di strada, ponendosi accanto all'umanità ferita, accompagnando e coniugando processi di cura, animazione, promozione e riconciliazione, valorizzando i percorsi già in essere e aprendone di nuovi che la ‘fantasia della carità’ saprà ispirare e mettere a frutto”.

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