Città del Vaticano , 15 January, 2024 / 9:00 AM
Nonostante solo il giorno prima il Papa avesse ammesso di avere un po’ di bronchite che gli rendeva difficile parlare, sabato scorso Francesco non ha voluto mancare – dopo anni – all’incontro con il clero romano convocato nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Nonostante il freddo pungente, il Papa dopo la recita dell’Ora media si è intrattenuto con i sacerdoti per due ore e trenta minuti, rispondendo a ben 22 domande che gli sono state poste. Accanto a sé il Papa aveva il Cardinale Vicario Angelo De Donatis. Il porporato ormai da un anno è affiancato dal vescovo Vicegerente Baldassare Reina, il cui ruolo – grazie alla riforma del Vicariato prevista dalla Costituzione Apostolica In Ecclesiarum Communione – ha assunto una importanza molto più rilevante rispetto al passato.
Secondo quanto uno dei sacerdoti presenti ha raccontato ad Aci Stampa delle 22 domande poste, solo un paio sono state poste dai parroci presenti in Basilica. Ma di cosa si è parlato? Uno dei sacerdoti presenti ha chiesto al Papa in quale direzione stia andando oggi la Chiesa. La Chiesa è sempre in cammino, si evolve e vive un pellegrinaggio, è stata la risposta del Pontefice.
Rispondendo ad una altra domanda, Francesco ha invitato a non fare delle parrocchie delle strutture malate, ma di diventare luoghi dove si formano le coscienze senza cedere a mondanità o a forme di paganesimo.
Ovviamente non sono mancate due-tre domande – una delle quali posta da un sacerdote proveniente dall’Africa - sulla recente Dichiarazione Fiducia Suppilcans. Il Papa ha risposto in maniera asciutta, a tratti forse anche un po’ vaga, ricordando che nel momento in cui si benedice, si benedicono le persone e non il peccato o le lobbies. Il Pontefice ha poi rimandato ad una attenta lettura della Dichiarazione del Dicastero della Dottrina della Fede.
Cosa fare di fronte alle crisi che ogni sacerdote può vivere? Il Papa ha suggerito di avere il coraggio di parlarne con altri presbiteri, di confrontarsi e soprattutto – riprendendo uno dei suoi consigli più frequenti – di ascoltare i sacerdoti più anziani che sono fonte di pazienza e di saggezza. E di evitare di sparlare degli altri attraverso il chiacchiericcio, dedicando invece molto tempo alla preghiera. Francesco ha chiesto ai sacerdoti, soprattutto a quelli più di giovani, di mitigare il proprio attivismo e il proprio formalismo e di pregare di più. Lo stesso consiglio il Papa lo ha rivolto ai sacerdoti stranieri che sono a Roma per studio.
Ad una domanda sull’omelia, Francesco ha risposto di evitare omelie intellettuali, invitando i sacerdoti a proporre una omelia creativa e legata alla situazione, alla realtà in cui si vive. Il sacerdote è pastore del Popolo di Dio che deve incoraggiare i fedeli alla preghiera – ha sottolineato il Papa – e non un funzionario. Non si è mai preti per se stessi e non si deve mai essere legati al denaro. Se la gente vuol lasciare uno offerta può lasciarla, ma il sacerdote deve dare gratuitamente ciò che ha ricevuto gratuitamente.
Uno dei presenti ha poi voluto chiedere al Papa di ripristinare l’incontro con il clero di inizio Quaresima e – se possibile – di avere un canale di dialogo diretto con il Papa, Vescovo di Roma.
Ai diaconi permanenti Francesco ha ricordato i loro compiti che sono quelli della preghiera, del servizio e dell’annuncio della Parola, da svolgere senza la tentazione di volere essere preti.
Infine un consiglio ad essere più attenti nei confronti dei carcerati, che sono tra gli scartati della società odierna.
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