Lubiana, 08 January, 2024 / 2:00 PM
Il prossimo 47^ incontro dei giovani europei sarà a Tallinn, capitale dell’Estonia, come è stato annunciato dal priore di Taizè, frére Matthew, nell’ultimo giorno del raduno europeo a Lubiana davanti a 5000 giovani, annunciato con un po’ di suspense: “Ma dove si svolgerà il 47^ Incontro europeo? Sarà in un Paese in cui l’incontro non si è mai tenuto prima, nella sua splendida capitale medievale.… Un Paese con 2.355 isole e 1.560 laghi… Un paese con una ricca storia culturale, ma che spesso è stato in balia dei suoi vicini più grandi… Un Paese in cui il cambiamento pacifico è stato portato avanti negli anni ’90 da una rivoluzione cantata. Il prossimo incontro europeo si terrà a Tallinn, la capitale dell’Estonia”.
E dopo l’annuncio, fratel Matthew ha posto alcune domande ai rappresentanti delle Chiese estoni, chiedendo al pastore Ove Sander di invitare i giovani a Tallinn, dove dal 28 dicembre 2024 al 1 gennaio 2025 si svolgerà l’incontro: “Carissime sorelle e fratelli in Cristo, ho la gioia e il privilegio di augurarvi un cordiale benvenuto a Tallinn il prossimo anno per l’incontro europeo di Taizé. L’Estonia è un paese piccolo, ma con molte persone dal cuore grande.
L’Estonia non è un paese ricco, ma è ricca di cultura. L’Estonia è considerata un paese abbastanza laico, ma ci sono molte persone che hanno una fede profonda e un impegno verso Cristo. Possa il prossimo incontro a Tallinn, come quello che stiamo vivendo qui a Lubiana, avvicinarci gli uni agli altri e a Dio, aiutandoci a crescere nella nostra unica vocazione per il suo Regno che viene. E fino ad allora, l’amore del Padre, la misericordia del Figlio e la comunione dello Spirito rimangano con tutti noi”.
E durante l’incontro conclusivo frère Mathew ha raccontato degli interrogativi dell’apostolo Tommaso: “Tommaso è un uomo che mette in discussione tutto. Venerdì sera lo abbiamo sentito chiedere a Gesù come lui e i suoi amici potessero conoscere la strada da seguire. Non dobbiamo mai avere paura delle nostre domande e nemmeno dei nostri dubbi”.
Attraverso il dubbio san Tommaso arriva ad una fede piena: “Nel brano di questa sera, il dubbio di Tommaso diventa il punto di incontro con Gesù. Come Tommaso desiderava, Gesù viene da lui. Le sue prime parole non sono un rimprovero, ma ‘Pace a te’. Invita Tommaso a toccare le sue ferite e a fidarsi… Non ha più bisogno di toccare Gesù, perché questo incontro ha guarito le ferite di Tommaso. Ancora una volta Tommaso può credere. Ancora una volta può sentirsi parte del gruppo degli amici di Gesù. Non è più isolato nel suo dubbio, ma fa parte di una comunità”.
E’ stato un invito a camminare nella Chiesa: “Il Sinodo nella Chiesa Cattolica è un processo in corso che porterà a una seconda sessione nell’ottobre 2024. Come giovani, come potete partecipare a questo viaggio? L’invito di Papa Francesco chiarisce che il contributo dei cristiani di tutte le tradizioni è benvenuto. Siamo pronti a camminare sullo stesso sentiero?
Se riusciamo a farlo, allora come cristiani insieme, come il lievito nella pasta, possiamo fare la differenza. La pace tra di noi non darebbe forse una maggiore speranza di pace nel mondo? Siamo pronti a partire come pellegrini della pace nel tempo che ci separa dall’incontro europeo di Tallinn per continuare il nostro pellegrinaggio di fiducia sulla terra?”
Da questo invito frére Matthew ha esortato i giovani a rimanere in Cristo: “Quindi, l’invito a tutti noi è di rimanere in Cristo, come Cristo rimane in noi. In questo modo la nostra vita può essere trasformata e impariamo cosa significa vivere non solo per noi stessi, ma anche per gli altri… Questo è un modo per incoraggiare voi che partecipate agli incontri di Taizé a continuare a vivere ciò che avete sperimentato nel contesto della vostra vita quotidiana”.
Nella seconda serata la riflessione è stata incentrata sulla parola dell’accoglienza: “L’accoglienza dello straniero viene direttamente dal cuore del Vangelo. Nel suo cammino, Gesù non escludeva nessuno di coloro che si rivolgevano a lui, riconoscendo la presenza di Dio anche in coloro che provenivano dai margini della società e da un diverso contesto etnico o religioso; allo stesso modo, la semplice ospitalità offerta in modo disinteressato sfida il nostro modo di vivere oggi”.
La diffidenza delle paure si supera con Gesù: “Certo, le nostre paure possono essere fondate e vanno ascoltate, ma quando camminiamo con Gesù, egli vuole condurci verso una pienezza di vita che forse non avevamo mai immaginato prima. Ma lo fa con una sensibilità incredibile, rispettando la nostra libertà e concedendoci il tempo di cui abbiamo bisogno per fare il prossimo passo in avanti”.
E’ una riflessione che apre alla fiducia, in quanto Gesù è la via, che conduce alla Resurrezione: “Ciò che Gesù chiede, lo dà anche. Egli stesso è la via, possiamo fidarci di ciò che dice ed è la fonte dell’abbondanza di vita.
Anche quando si trova di fronte a una terribile angoscia, Gesù è pronto ad ascoltare le paure dei suoi amici, a camminare con loro nella loro ansia. E’ un modo per dimostrare il suo amore, un amore che presto raggiungerà la sua espressione più profonda quando darà la vita sulla croce. E questo amore si rivelerà più forte della morte”.
Con l’amore di Cristo si scopre la Chiesa: “Non è forse questo amore più forte della morte che ci permette di affrontare la vita a testa alta? Ma questo amore è un amore umile, che lascia spazio all’altro, rispetta i suoi limiti e cammina con lui. Scopriamo così compagni di pellegrinaggio pronti a condividere con noi il nostro cammino nella comunità dei credenti che è la Chiesa, il corpo di Cristo, ma anche nella società”.
In apertura dell’incontro il priore di Taizè si è soffermato sul valore della preghiera: “E’ significativo che la nostra prima attività comune sia fermarci, pregare e soprattutto ringraziare Dio per l’opportunità che abbiamo in questi giorni di incontrarci, di scoprire la vita dei cristiani a Lubiana e dintorni e di camminare insieme”.
Camminare insieme, allora, diventa un desiderio: “Il nostro cammino insieme in questi giorni è espressione del nostro desiderio di camminare con Cristo che accoglie tutti gli esseri umani senza eccezioni e che ci chiede di accogliere coloro che incrociano il nostro cammino. Quindi, ovunque siamo, diamo un piccolo ma reale contributo alla pace nel nostro mondo”.
Ma al contempo è un invito a non cadere nell’ingenuità: “Naturalmente non possiamo essere ingenui quando parliamo di pace. Situazioni presenti e passate di guerra e violenza hanno danneggiato il nostro continente europeo così come altre parti del mondo. I nostri cuori sono particolarmente rivolti ai nostri fratelli e sorelle dell’Ucraina che hanno potuto unirsi a noi in questi giorni. La pace duratura va sempre di pari passo con la giustizia per tutti, soprattutto per coloro che hanno sofferto”.
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