venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Il cardinale Fernandez chiarisce sulle "benedizioni" alle coppie irregolari e omosessuali

Un chiarimento un po' stizzito quello che il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede Fernandez firma oggi come risposta alle molte fondate polemiche sulla "Fiducia supplicans". Un testo contorto e poco chiaro che oggi con un "comunicato stampa" inviato fuori del Bollettino della Sala Stampa e senza nessuna spiegazione, come del resto è stato per la Dichiarazione,  cerca di mettere riparo.

Il cardinale fa capire che non c'è nessun attacco alla dottrina, e che nei paesi dove la omosessualità è contro la legge sta ai vescovi capire come proteggere i fedeli, etc, e dice che la novità sta nel fatto che si devono distinguere "due forme differenti di benedizioni: "liturgiche o ritualizzate" e "spontanee o pastorali". Nella Presentazione si spiega chiaramente che «il valore di questo documento è [...] quello di offrire un contributo specifico e innovativo al significato pastorale delle benedizioni, che permette di ampliarne e arricchirne la comprensione classica strettamente legata a una prospettiva liturgica». Questa «riflessione teologica, basata sulla visione pastorale di Papa Francesco, implica un vero sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni nel Magistero e nei testi ufficiali della Chiesa»". Ecco il "pastoralismo", una benedizione molto "popolare" che alla fine non è nulla. Scrive Fernadez: " Sullo sfondo si situa la valutazione positiva della "pastorale popolare" che appare in molti testi del Santo Padre. In questo contesto, il Santo Padre ci invita a una valorizzazione della fede semplice del Popolo di Dio, che anche in mezzo ai suoi peccati esce dall'immanenza e apre il suo cuore per chiedere l'aiuto di Dio.

Per questa ragione, più che a riguardo della benedizione di coppie irregolari, il testo del Dicastero ha adottato l'alto profilo di una "Dichiarazione", che rappresenta molto di più di un responsum o di una lettera. Il tema centrale, che ci invita in modo particolare ad un approfondimento che arricchisca la nostra prassi pastorale, è la comprensione più ampia delle benedizioni e la proposta di accrescere le benedizioni pastorali, che non esigono le medesime condizioni delle benedizioni in un contesto liturgico o rituale. Di conseguenza, al di là della polemica, il testo richiede uno sforzo di riflessione serena, con cuore di pastori, scevro da ogni ideologia". Ecco il tono stizzito.

C'è poi una specie di indicazione pratica per queste "benedizioni": devono essere brevi, senza Rituale e senza Benedizionale. "Se si avvicinano insieme due persone per invocarla, semplicemente si chiede al Signore pace, salute e altri beni per queste due persone che la richiedono. Allo stesso tempo si chiede che possano vivere il Vangelo di Cristo in piena fedeltà e che lo Spirito Santo possa liberare queste due persone da tutto ciò che non corrisponde alla sua volontà divina e di tutto ciò che richiede purificazione". E deve scrivere ancora che questa "benedizione" "non pretende di giustificare qualcosa che non sia moralmente accettabile. Ovviamente non è un matrimonio, ma non è neanche un"‘approvazione” né la ratifica di qualcosa. È unicamente la risposta di un pastore a due persone che chiedono l’aiuto   di Dio. Perciò, in questo caso, il pastore non pone condizioni e non vuole conoscere la vita intima di queste persone".

Ma viene da chiedersi: dove è la novità? I buoni sacerdoti hanno sempre cercato di avvicinare persone in stato di peccato per cercarne la conversione, in ogni modo. C'era davvero bisogno di confondere il cuore dei fedeli?

Andiamo alla parte finale. Con un ennesimo tentativo di far capire che si tratta solo di parole generiche che si direbbero di circostanza. E fa un esempio Fernandez, per coppie che cercano lavoro, e cose del genere.

Infine scrive : "Dovremo abituarci tutti ad accettare il fatto che, se un sacerdote dà questo tipo di benedizioni semplici, non è un eretico, non ratifica nulla, non sta negando la dottrina cattolica". Ecco allora la conclusione : "Possiamo aiutare il Popolo di Dio a scoprire che questo tipo di benedizioni sono solo semplici canali pastorali che aiutano le persone a manifestare la propria fede, sebbene siano grandi peccatori. Per questo, nel dare queste benedizioni a due persone che insieme si avvicinano per implorarla spontaneamente, non le stiamo consacrando né ci stiamo congratulando con loro né stiamo approvando questo tipo di unione. In realtà lo stesso accade quando si benedicono i singoli individui, in quanto il singolo individuo che chiede una benedizione non l’assoluzione potrebbe essere un grande peccatore, ma non per questo gli neghiamo questo gesto paterno nel mezzo della sua lotta per sopravvivere. Se questo viene chiarito grazie ad una buona catechesi, possiamo liberarci dalla paura che queste nostre benedizioni possano esprimere qualcosa di inadeguato. Possiamo essere ministri più liberi e forse più vicini e fecondi, con un ministeri o carico di gesti di paternità e di vicinanza, senza paura di essere fraintesi". Insomma, molto rumore per nulla?

 

 

 

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