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Un servizio di EWTN News

Un coro che racconta una missione, quella dell' Antoniano dei frati francescani di Bologna

Il Coro dell’Antoniano nasce nel 1963 in occasione della quinta edizione dello Zecchino d’Oro, i suoi primi componenti sono i bambini protagonisti delle prime edizioni. L’idea di poter accompagnare i solisti durante l’esecuzione dei brani dello Zecchino d’Oro non è che il punto di partenza. Il Coro dell’Antoniano, intitolato alla memoria della sua fondatrice e direttrice originaria Mariele Ventre, è infatti ben presto diventato una vera e propria scuola di canto e di vita, testimone di molte iniziative e fonte di ispirazione per moltissime esperienze corali italiane e non solo.

La prima formazione, piccolissima, comprende soli otto elementi: un piccolo coro in tutti i sensi che si ritrova ogni giorno all’Antoniano per cantare ancora insieme sotto la guida di Mariele Ventre, che si rivela subito un punto di riferimento fondamentale. Presto il numero cresce, così come le attività: si intensificano lo studio e il Coro dell’Antoniano di Bologna, un'opera francescana, comincia a tenere concerti in occasione di festività ed eventi.

Dalla scomparsa di Mariele Ventre, nel dicembre del 1995, il Coro dell’Antoniano viene diretto da Sabrina Simoni, che ancora oggi porta avanti la missione di Mariele: vivere l’esperienza corale come un percorso di crescita personale e di gruppo, prestando attenzione all’evoluzione dei linguaggi musicali e dei contenuti artistici. Oggi il Coro dell’Antoniano conta 65 elementi tra i 4 anni ed 12 anni di età.

Invece lo Zecchino d’Oro nasce nel 1959 da un’idea di Cino Tortorella, presentatore conosciuto nell’ambito della TV dei ragazzi per il personaggio del Mago Zurlì. All’inizio di quest’avventura, Tortorella porta in scena un nuovo format: una trasmissione televisiva in cui 10 canzoni, scritte appositamente per un pubblico di bambini, si contendono il premio chiamato appunto Zecchino d’Oro.

A sostenerlo nell’idea furono alcuni imprenditori che nel 1959 organizzavano alla Triennale di Milano il ‘Salone del Bambino’, e che gli chiesero di inventare una trasmissione per l’occasione: il risultato fu una sorta di Festival di Sanremo per bambini. Gli organizzatori introdussero l’idea di premiare i bambini con uno zecchino d’oro, mutuando l’idea dalla favola di Pinocchio. La trasmissione andò in onda per la prima volta dal 24 al 26 settembre 1959.

Nel 1961, a causa di alcuni contratti televisivi scaduti, lo Zecchino d’Oro dovette cercare un’altra sede: in un soggiorno a Bologna, Tortorella incontrò i frati minori dell’Antoniano, con i quali era già in rapporti di amicizia, che accettarono di ospitare la rassegna e gli presentarono Mariele Ventre, una musicista frequentatrice della loro parrocchia che avrebbe potuto insegnare le canzoni ai bambini protagonisti della rassegna.

Quindi nell’ottobre 1963, in seguito al fortissimo desiderio dei bambini partecipanti alle precedenti edizioni, venne l’idea di creare un coro di accompagnamento. Nacque quindi il ‘Piccolo Coro dell’Antoniano’, coordinato e diretto da Mariele Ventre; e nel 1966 i piccoli cantanti, il coro e i francescani, insieme a tutti i collaboratori, furono ricevuti in udienza speciale da papa Paolo VI.

Quest’anno i piccoli interpreti che si esibiranno accompagnati dal Piccolo Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni sono 17 e vengono da 10 diverse regioni italiane e 3 Paesi esteri: Grecia, Bulgaria e Albania); e lo Zecchino d’Oro 2023 sarà in diretta su Rai1 con la direzione artistica di Carlo Conti dall’1 al 3 dicembre dal titolo ‘La musica può’.

Al direttore dell’Antoniano di Bologna, fra Giampaolo Cavalli, chiediamo perché ‘la musica può’?

“Perché ci mette insieme, perché la musica esiste solo se la si ascolta; perché diventa armonia quando risponde a un progetto; perché è un linguaggio comprensibile in modo trasversale, non è esclusiva; la musica non si ferma davanti agli ostacoli; perché le onde sonore si modellano su ciò che trovano; perché un coro è fatto da tanti e ognuno è indispensabile; perché la musica interpreta e accompagna le fasi della vita, della giornata; perché tutti abbiamo della musica che ci fa sognare”.

Cosa la musica può... fare?

“La musica ci fa comunità ed è come comunità che possiamo fare futuro”.

In quale modo la musica può nutrire la speranza?

“Immagina dei bambini che cantano insieme e che creano una melodia che arriva dritta al cuore, oppure una melodia che fa ballare, che fa piangere, che fa ridere, che regala la certezza di non essere solo, che diventa una preghiera … qui c’è speranza”.

Il Piccolo Coro dell'Antoniano ha raggiunto un traguardo: cosa significa compiere 60 anni di musica con i bambini?

“Significa aver avuto dei maestri eccezionali, penso a Mariele, penso a Sabrina; uno staff che ha sempre creduto nella bellezza dei bambini e che ha sempre curato e rispettato ogni bambino e ogni bambina. Significa che ci sono stati dei genitori disposti a lasciare che i loro figli rimanessero bambine e bambini anche se sono sui palcoscenici più belli. Significa aver sempre provato a trovare musica a misura di bambino”. 

Per quale motivo lo Zecchino d'Oro sostiene ‘Operazione Pane’?

“Io lo trovo un messaggio bellissimo: i bambini che si prendono cura delle fragilità degli adulti e che aiutano gli adulti a guardare verso il futuro. D’altronde non diciamo sempre che noi adulti viviamo e abitiamo un pianeta che appartiene alle generazioni dei bambini di oggi e di domani?

Il legame tra il Coro dell’Antoniano e le mense francescane vive da sempre. Lo Zecchino d’Oro, infatti, nasce per portare con la musica una speranza a chi, durante la guerra, aveva conosciuto la fame. Oggi come allora, allo Zecchino d’Oro i bimbi del coro cantano per ‘Operazione Pane’, per sostenere le mense francescane e ridare una speranza a tante mamme, papà e bimbi che ogni giorno chiedono aiuto. Perché il cuore dell’Antoniano batte per le persone più sfortunate”.

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