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Un servizio di EWTN News

Una statua di San Giuseppe a Bruxelles

La statua di San Giuseppe che insegna a Gesà a camminare, vincitrice dello European Art Contest

Un San Giuseppe ritratto come un pio ebreo, che insegna a Gesù Bambino a camminare. La statua di San Giuseppe dello scultore Jesus Arevalo Jimenez si presenta così, con linee semplici, un concetto preciso, e un senso forte di paternità. È la statua che ha vito lo European Art Contest lanciato dalla Federazione delle Associazioni Famigliari Cattoliche in Europa (FAFCE) e che è stata posta nella cappella della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), benedetta dal vescovo Mariano Crociata.

Lanciato lo scorso anno dalla FAFCE, lo European Art Contest aveva come tema proprio “Chi è San Giuseppe per me?” Un tema ispirato dall’anno di San Giuseppe proclamato da Papa Francesco, ma anche dalla volontà di approfondire la figura della paternità, spesso disconosciuta oggi. Per la prima volta nella sua carriera di scultore, Jesus Arealo Jimenez si è cimentato con la figura di San Giuseppe.

Ne è venuta fuori una scultura in legno dalle linee semplici, ma decise, che mostra San Giuseppe intento a prendere per mano Gesù Bambino e ad insegnarli a camminare.

“San Giuseppe – ha spiegato lo scultore – è rappresentato come un padre ebreo, con la kippah e i payot. Il suo vestito è composto da linee rette, che simboleggiano la legge e l’Antico Testamento. Tiene suo figlio per mano e gli insegna a fare i primi passi, in modo che in futuro potrà camminare da solo ed essere libero di fare le su conquiste. Gesù è invece rappresentato con curve morbide, che mostrano l’innocenza del bambino e rappresentano il Nuovo Testamento”.

L’ispirazione viene dal San Giuseppe che insegnava a camminare a Gesù che si trova nella cattedrale di Lugo, ed è nata diversi anni fa, con un bozzetto che poi era stato dimenticato fino alla proclamazione dell’anno Giuseppiano.

Quindi, il soggetto fu ripreso, lo scultore decise di farlo non in pietra, ma in legno di tiglio, e compose la scultura nella chiesa desacralizzata del convento di Santo Domingo a Cifuentes.

La parte importante della scultura, per Arevalo Jimenez, è il punto in cui Gesù e Giuseppe si danno la mano, e si notano “la tenerezza del padre che osserva con attenzione amore suo figlio, la confidenza del figlio, che lo imita nei passi e però comincia a dirigere il suo sguardo oltre”.

La FAFCE ha poi donato la statua alla cappella dedicata a San Benedetto e Santa Teresa Benedetta della Croce, che si trova nello stabile dove ha sede la COMECE, ma anche la stessa FAFCE. Si è trattato, ha spiegato la federazione in una nota, di “un contributo simbolico a questo periodo sinodale, dove le famiglie cattoliche vedono in San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, non solo la paternità che vivono nelle loro vite, ma anche la paternità che cercano nei loro pastori. Insieme con i pastori, le famiglie sono protagoniste della vita della Chiesa e lavorano per la pace e per ricostruire le nostre comunità ferite, in Europa e oltre”.  

La statua è stata posta nella cappella della COMECE il 25 ottobre, nel mezzo della assemblea plenaria della FAFCE, e benedetta dal vescovo Mariano Crociata, presidente della COMECE.  

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