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Un servizio di EWTN News

Terrasanta, il Cardinale Pizzaballa: “Situazione diabolica, l’unico antidoto è l’amore”

Il cardinale Pizzaballa collegato in videoconferenza all'incontro organizzato da Tempi a Milano

Quella che si vive al momento in Terrasanta è una “situazione diabolica”, di fronte alla quale l’unico antidoto è “l’amore”, perché ogni altra parola rischia di essere fraintesa. Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Terrasanta, spiega così l’ora buia che si vive in Israele, dove i leader religiosi sono chiamati a dire parole di conforto e anche a parare i colpi di una diplomazia che ora si trova in guerra, e che dunque non comprende, né può accettare, gli appelli al cessate il fuoco o quelli umanitari senza vedere un cedimento alla logica dei terroristi.

Essere patriarchi, vescovi, sacerdoti in Terrasanta è dunque una sfida delicata, che il Cardinale Pizzaballa ha dettagliata in un incontro organizzato a Milano da Tempi il 28 ottobre, il cui tema riguardava la conservazione della speranza dopo che il Paese è in una situazione drammatica a seguito dell’attacco di Hamas il 7 ottobre.

Collegato in videoconferenza, intervistato da Giancarlo Giojelli, il Cardinale Pizzaballa ha parlato sia della situazione della comunità cristiana in Terrasanta ma anche di come lui personalmente sta vivendo quello che è successo.

Lo sguardo, ovviamente, va alla piccola comunità cristiana di Gaza, la quale “ha tutti i motivi per essere disperata: hanno abbandonato le loro case, vivono alla meno peggio nel complesso della scuola che non è attrezzata per queste cose. Non ci sono le docce per 700 persone, ad esempio, e intanto cadono le bombe”.

Nel mezzo del loro spavento, però, il Cardinale li vede spaventati ma anche pieni di fede, ed è lì che si incontra il Risorto, perché “La resurrezione la si incontra nelle persone che la testimoniano. Dentro una tragedia immane, la morte di cui sono circondati – in 18 sono morti tra i cristiani – io vedo Cristo risorto nostra speranza dentro gli occhi e la vita di quelle persone. Per me l’ultima parola l’avranno loro, qualunque cosa accada”.

In questo momento, ha detto il Patriarca latino di Gerusalemme, prevalgono “odio e rancore”. L’unico antidoto è l’amore, ma “anche qui occorre essere concreti: l’amore non si spiega, si incontra. Finché ci saranno persone che danno la loro vita concretamente dentro questa situazione, c’è un antidoto”.

Pizzaballa lamenta che nei media “non si parla di questo” eppure in questa ora buia in cui “la parola del male sembra prevalere” ci sono tantissime persone che soffrono la situazione, una “sofferenza sana, perché non ti fa chiudere in se stesso”.

Il 27 ottobre si è tenuta una giornata di preghiera e digiuno, sollecitata proprio dal Patriarca di Gerusalemme. Pizzaballa ha detto che la preghiera “non è un atto magico, non risolve”, ma serve a “rendere la presenza di Dio reale e vicina. I miracoli possono accadere, perché no? Non ci saranno soluzioni magiche ma saranno un modo di vivere questa situazione”.

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