Città del Vaticano , 26 October, 2023 / 4:00 PM
Una piccola sala un po' fuoro mano ma nel percorso iperaffollato dei Musei Vaticani da qualche giorno offre un rifugio per veri intenditori: è la sala delle Dame.
Per la prima volta è aperta al pubblico, ed è un piccolo gioiello che ospita ora opere, bozzetti e gessi realizzati da Antonio Canova insieme ad opere di artisti a lui vicini, quali Giuseppe De Fabris e Cincinnato Baruzzi. Il nuovo allestimento fa parte del progetti Antonio Canova nei Musei Vaticani, dedicato a celebrare la figura e l'opera del celebre scultore italiano che nelle collezioni pontificie svolse anche un ruolo istituzionale di rilievo: sovrintendente, direttore e figura fondamentale per il recupero delle opere prelevate dalle campagne napoleoniche, la sua poliedrica personalità deve necessariamente essere presentata in più direzioni.
Un modo per concludere le celebrazioni di questo artista che tolse il colore all'arte classica.
Il progetto è di Alessandra Rodolfo, curatore del Reparto per l’Arte dei Secoli XVII-XVIII e si articola in diverse sezioni all'interno dei Musei Vaticani. A cominciare da questa piccola sala voluta da Paolo V Borghese tra il 1608 e il 1609 che la fece affrescare da Guido Reni con la Pentecoste, la Trasfigurazione e l’Ascesa al cielo. Le opere esposte sono eredità del cardinale Placido Zurla, che fu cardinale Vicario con Papa Leone XII.
Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, ricorda che Antonio Canova "fu personaggio fondamentale per la politica culturale papale che ne valorizzò le doti organizzative, lo spirito di servizio, l’interesse verso la tutela e la salvaguardia del patrimonio artistico che fu affidato al suo vigile controllo".
Una mostra diffusa, non solo la sala delle Dame ma anche un allestimento nella
Sala XVII della Pinacoteca Vaticana che riproduce lo studio romano di Canova tra via delle Colonnette e via di San Giacomo, oggi via Antonio Canova. Meta obbligata dei viaggiatori del Grand Tour, diplomatici, aristocratici ed intellettuali dell’epoca frequentavano le sale insieme ai giovani scultori.
Altra tappa il Perseo, collocato nel Cortile Ottagono e scolpito su iniziativa personale del maestro tra la fine del 1800 e l’inizio del 1801. Accanto a lui, le due celebri statue dei Pugilatori, Creugante e Damasseno, ispirate a un incontro narrato da Pausania nell'opera "Periegesi della Grecia" sono esposte proprio come Canova le aveva concepite, una di fronte all'altra.
Nella Galleria Chiaramonti, creata nei primi anni dell'Ottocento, si vede la idea museale del Canova che la supervisiona insieme a Antonio D’Este. In pieno gusto antiquario settecentesco. Infine il Braccio Nuovo ideato dall'architetto Raffaele Stern per ospitare le sculture antiche allora presenti nelle collezioni pontificie, riflette l'attenzione di Canova per l’armonia dell’insieme, in cui antico e moderno sembrano dialogare in perfetta sintonia.
Per gustare però questi capolavori c'è da affrontare il caos assoluto, le lunghe code e la invadenza dei gruppi e delle guide turistiche. Da poco è stato aumentato il biglietto a 20 euro. Non molto in verità. Ma si potrebbe pagare anche di più se davvero si potessero visitare i Musei Vaticani come meritano.
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