venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

‘Cuori ardenti, piedi in cammino’ le missioni dei Cappuccini delle Marche nel mondo

“Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca: ‘Cuori ardenti, piedi in cammino’. Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto. Nel racconto evangelico, cogliamo la trasformazione dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino”.

Così inizia il messaggio di Papa Francesco, ‘Cuori ardenti, piedi in cammino’, per la Giornata missionaria; e proprio da questo incipit abbiamo chiesto a fra Giuseppe, missionario dei Frati Minori dei Cappuccini delle Marche, di raccontarci in quale modo è possibile avere ‘cuori ardenti, piedi in cammino’: “Il cuore che ascolta Gesù riceve un fuoco, una energia interiore, la potenza dello Spirito Santo, che lo fa ardere. Non ci vuole molto a comprendere che sia proprio in virtù di tale ascolto di Cristo che il cuore umano trova la sua linfa vitale, il suo calore, la sua apertura. La persona di Cristo è la sorgente del fuoco inestinguibile che fa ardere il cuore. Contrariamente, il cuore si ammala di sclerocardia, secondo i detti dei padri, ossia la durezza del cuore”.

 Come è possibile fare ‘ardere’ il cuore?

“Dopo aver ascoltato i due discepoli sulla strada per Emmaus, Gesù risorto ‘cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui’. Ed i cuori dei discepoli si riscaldarono, come alla fine si confideranno l’un l’altro: ‘Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?’. Gesù infatti è la Parola vivente, che sola può far ardere, illuminare e trasformare il cuore”.

Perché l’Eucarestia è la fonte della missione?

“Gesù nell’Eucaristia è culmine e fonte della missione perché, intorno alla mensa, gli occhi dei discepoli di Emmaus si aprirono e lo riconobbero quando Lui spezzò il pane. L’elemento decisivo che apre gli occhi dei discepoli è la sequenza delle azioni compiute da Gesù: prendere il pane, benedirlo, spezzarlo e darlo a loro”.

In quale modo tutti sono chiamati alla missione?

“Proprio nel momento in cui si riconosce Gesù in ‘Colui-che-spezza-il-pane’, ‘egli sparì dalla loro vista’, dalla vista dei discepoli. Questo fatto fa capire una realtà essenziale della nostra fede: Cristo che spezza il pane diventa ora il Pane spezzato, condiviso con i discepoli e quindi consumato da loro. Così Cristo risorto è ‘Colui-che-spezza-il-pane’ e al contempo è il ‘Pane-spezzato-per-noi’. E dunque ogni discepolo missionario è chiamato a diventare, come Gesù e in Lui, grazie all’azione dello Spirito Santo, ‘colui-che-spezza-il-pane’ e ‘colui-che-è-pane-spezzato’ per il mondo”.

 Per quale motivo san Francesco d’Assisi ‘volle’ le missioni?

“San Francesco nella sua spiritualità è stato ispirato dal desiderio dell’Apostolato degli ‘infedeli’. Vuole, tuttavia, portare il Vangelo in territori dove non era più presente o era impedito professarlo apertamente non senza subire angherie. Nel suo tempo, ‘andare in missione’ era andare tra i saraceni, cercando di comportarsi nel modo indicato da lui stesso indicato: senza suscitare liti o controversie: malgrado le situazioni conflittuali in molti paesi. Essendo ‘soggetti per amore di Dio, ad ogni umana creatura’: cosa non sempre facile in società in cui chi appartiene ad una minoranza (religiosa, etnica..) o è straniero è spesso visto e trattato come un cittadino di seconda classe.

Confessando ‘di essere cristiani’: senza imporsi, ma con il coraggio di dichiarare apertamente la loro identità e di rendere conto della fonte della loro fede. Annunciando la Parola di Dio: dove e quando è indicato, cioè quando piace al Signore”.

Le missioni cappuccine delle Marche operano particolarmente in Etiopia: quale è la situazione?

“Il periodo storico e politico che sta vivendo l’Etiopia non è sicuramente dei migliori. Dopo la pandemia, la guerra nella regione del Tigray, e le conseguenze di quella tra Russia e Ucraina, la popolazione si trova a dover fronteggiare problematiche sempre più ampie. Su tutte l’aumento incontrollato dei prezzi, quasi al pari di quelli Europei, in un Paese dove lo stipendio medio è di solo qualche centinaio d’euro al mese. Paradossalmente chi vive nei villaggi più lontani dalla città, quindi più poveri, riesce a sostenersi in maniera più efficiente grazie all’agricoltura e all’allevamento.

Chi vive in città invece soffre gravemente lo squilibrio creatosi tra costo della vita e salario percepito. Anche il mantenimento dei progetti che abbiamo attivi risulta essere molto più dispendioso per la nostra missione, per non parlare delle costruzioni di nuove strutture di accoglienza e/o scolastiche che, senza il supporto dei governi, rischiano di rimanere soltanto dei sogni che non saranno mai realizzabili. Ad ogni modo, con le donazioni dei nostri benefattori e con le attività di raccolta fondi che proponiamo, riusciamo comunque a mantenere tutti i nostri progetti attualmente attivi. Stiamo inoltre costruendo una scuola superiore all’interno del centro di recupero e reintegro dei bambini di strada di Soddo, che accoglierà 1.000 studenti”.

 

Quindi per chi vuole contribuire al sostegno delle missioni dei cappuccini ecco le modalità:

CASA BEATA VERGINE DI LORETO - RAMO MISSIONI ESTERE CAPPUCCINI ONLUS    CONTO BANCARIO: Intesa San Paolo - IBAN: IT85 S030 6909 6061 0000 0140 951 – BIC: BCITITMM;

CONTO CORRENTE POSTALE: C/C 1031615097;

ASSEGNO BANCARIO INTESTATO A: MISSIONI ESTERE CAPPUCCINI ONLUS

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