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Un servizio di EWTN News

Diario del Sinodo, la voce dei poveri che chiedono amore alla Chiesa

Ieri a pranzo con il Papa c'era un gruppo di poveri. Cosa si aspettano dalla Chiesa ? Amore solo amore hanno risposto.

Nei lavori si chiede pace e si prega per la pace. E di parla del modulo B. Poveri al centro della discussione. E quindi migranti, donne, ma anche povertà spirituale. A proposito di migranti i vescovi chiedono aiuto, ma anche che si rispettino le leggi.

Amore verità devono incontrarsi, dicono i vescovi, e parlano anche di identità sessuale, e si chiede maggiori spiegazioni e discernimento. Pastorale delle coppie gay quindi, ma anche necessità di difendere la famiglia. Accoglienza, ma anche verità e conversione.

E si parla di digiuno delle "parole istituzionali", non è chiaro cosa sia. Poi l'ecumenismo come strada per la sinodalità.

Del Sinodo cerca di dire qualcosa il Cardinale Gérald Cyprien Lacroix, I.S.P.X., Arcivescovo di Québec Membro del Consiglio Ordinario e della Commissione per la Relazione finale e membro del C9.

Riparte dal Concilio Vaticano II, 60 anni fa, e parla del Popolo di Dio e di Giovanni XXIII e cita la omelia di apertura della Assemblea.  Sottolinea ancora una volta la "dimensione dell'ascolto" gli uni gli altri, la necessità del confronto e del camminare insieme, lo sguardo alle guerre e ai cambiamenti climatici. " Tutto questo ci interessa" dice il cardinale per portare la speranza nel mondo e la giustizia. Si tratta di un sinodo sul camminare insieme non su temi particolari.

Grace Wrakia, testimone del Processo Sinodale, ha raccontato la Papua Nuova Guinea con 8 milioni di persone dii cui solo il 25 per cento cattolici. Tante lingue, tante spiritualità prima del cristianesimo arrivato circa 150 anni fa. Grace spiega la sua cultura e la spiritualità autoctona della Melanesia e le mette a confronto con i temi del Sinodo. E dice: noi abbiamo qualcosa da dare al mondo, cioè vivere nella comunione e costruire rapporti.

Dopo la inopportuna presenza ad una conferenza sulla Laudate Deum nei giardini Vaticani di Giorgio Parisi, fisico e Premio Nobel che nel 2008 capeggiò la rivolta di chi non voleva un Papa alla Sapienza ( o forse quel Papa?) e di fatto gli impedì di compiere la visita. Oggi è la volta di Luca Casarini a  "tenere banco" nella Sala Stampa della Santa Sede in qualità di partecipante al Sinodo come Invitato Speciale, senza diritto di voto. É un "attivista" che di fatto significa che spesso infrange la legge, un "no- global", e si definisce un "disobbediente", non è chiaro a cosa disobbedisca. Cosa fa al Sinodo? Nel 2019 recupera 38 migranti con la nave "Mar Jonio" e li fa sbarcare a Lampedusa. E viene denunciato e indagato per favoreggiamento della immigrazione clandestina. Attualmente è presidente di Mediterranea Saving Humans, una ONG fondata per monitorare la situazione nel Mediterraneo.

E' certo il tema delle vittime del mare che porta Casarini al Sinodo. Ma non c'era proprio nessuno di meglio per palare e testimoniare su questo dramma? Oggi parlando con i giornalisti si è presentato come capo missione in una nave del soccorso civile nel Mediterraneo. "Abbracciare un fratello e salvargli la vita è un dono infinito che cambia la vita" dice e aggiunge di aver incontrato Gesù e Dio, e che il mondo ha bisogno di amore. Una sfida radicale dice. Non si capisce bene però che cosa lui intenda per amore.

Delle sue partecipazioni non global dice di essere stato assolto, e dice che non capisce cosa si intenda per immigrazione clandestina. " Ho fatto un reato ? Arrestatemi sono contento di averlo fatto" se ho potuto salvare delle persone. Dal Sinodo si passa, inevitabilmente, ad un dibattito politico. Una conversione in corso? Dice che è finito il tempo dell'odio e del rancore. Vedremo.

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