Pompei, 01 October, 2023 / 2:00 PM
“Nelle vittime della guerra si rivive la croce di Gesù”. L’arcivescovo Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI, legge la supplica della Madonna di Pompei, una preghiera di pace composta dal Beato Bartolo Longo nel 1883, che ha una sua particolare importanza, e che assume ancora più rilievo nei tempi di oggi. E ripercorre l’importanza della supplica alla luce del Vangelo del giorno.
Dice l’arcivescovo che chiediamo a Maria di volgere il suo sguardo pietoso “su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo”, e così “il riconoscimento della nostra miseria e, al tempo stesso, l’indomito desiderio di salvezza, di felicità e verità, davanti al volto della Madre diventano richiesta umile e ardente di misericordia”.
Il segretario generale della CEI sottolinea che nella supplica “chiediamo di non essere dimenticati, che la nostra vita sia benedetta, che non siamo perduti ma attirati alla gioia di ciò che è tanto grande e bello da non morire in eterno”, e questo perché “alla madre possiamo chiedere tutto senza vergogna, perché certi di essere amati”.
L’arcivescovo afferma che “la contemplazione dei sentimenti di Cristo di obbedienza al Padre e compassione per l’uomo ci permette di riconoscere i tratti del volto autentico dell’uomo, della grandezza della sua vocazione”, e “lo sguardo a Gesù morto e risorto, che sempre ci viene incontro come amico e fratello, ci apre alla conoscenza della verità di noi, del mondo e dell’intera storia degli uomini”.
Baturi nota che tante volte, però, “gli occhi sono rivolti altrove e alle sofferenze subite da Cristo ne infliggiamo altre anche noi, quando agiamo con malvagità o indifferenza verso le sorelle e i fratelli”, e questo porta alle “violenze in ambiti familiare e affettivo, quante guerre e conflitti”, e le risposte sono proprio in Cristo nella croce, e nella necessità di lasciarsi “riempire da Cristo”, e dilatare dell’amore”.
E allora “nelle tante vittime della guerra e dell’odio rivive la croce di Cristo e noi supplichiamo che si manifesti con potenza d’amore la sua vittoria sulla morte e sull’odio. Il cammino autenticamente religiose verte sempre verso la pace perché si mette alla ricerca del Padre che è intimo a ciascuno, del Tutto che abbraccia ogni persona”.
Conclude l’arcivescovo Baturi: “Supplichiamo la Vergine ‘Regina di pace e di perdono’, mendichiamo la misericordia, invochiamo la pace. O Madre Santissima, veglia su tutti noi, donaci la forza e la dolcezza del tuo ‘sì’, accompagna le nostre Chiese nel Cammino sinodale, libera i cuori di tutte le persone dall’odio, guida il mondo intero verso la pace! E così sia!”
La supplica della Madonna di Pompei si recita l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. Fu composta nel 1883 dal Beato Bartolo Longo, stimolato dall’enciclica di Leone XIII “Supremi Apostolatus Officio”, nella quale il Papa chiedeva ai cattolici un deciso impegno spirituale nel fronteggiare i mali della società e indicava la preghiera del Rosario come strumento sicuro per il bene della comunità umana e della Chiesa, travagliata da “gravi calamità”.
La “Supplica alla potente Regina del Santissimo Rosario” fu recitata la prima volta il 14 ottobre 1883.
Il primo pontefice a recitarla, insieme ai dignitari vaticani, fu, alle 12 dell’8 maggio 1915, nella Cappella Paolina, Papa Benedetto XV. La tradizione è poi proseguita e Papa Francesco, all’Angelus o nell’udienza generale del mercoledì, ha sempre un pensiero per Pompei, unendosi spiritualmente alla recita della Supplica.
Bartolo Longo definì la preghiera “l’Ora del mondo”, ed è stata tradotta in decine di lingue, dall’inglese al russo, dall’armeno al cinese, dall’urdu al maltese e al tamil.
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