Roma, 22 September, 2023 / 6:00 PM
In principio c’era, e rimane ancora, il classico “Lettere a Berlicche” di C.S.Lewis. Il diavolo astuto e carico di millenaria esperienza tiene una fitta corrispondenza con il diavolo-nipote che, nel suo impeto da novizio e qualche punta di arroganza, si farà soffiare di sotto gli artigli l’anima che invece avrebbe dovuto trascinare all’inferno. Testo straordinario e autentico punto di riferimento, non solo letterario, però bisogna considerare che risale al 1942, quindi i diavoli che entrano in scena sono un po’ datati e che il fondamento teologico è anglicano. E si sa che in fatto di lotta a satana e affini la Chiesa è sempre stata la più attiva nel combattimento.
Rino Cammilleri, noto scrittore e saggista, si è cimentato nella non facile impresa di emulare il maestro e di proporre una versione aggiornata ai nostri tempi, ugualmente tumultuosi e forse ancora più ardui di quelle lezioni impartite in cui si trova, come in un riflesso rovesciato, una guida per orientarsi – e uscire, possibilmente – dai tortuosi labirinti allestiti dal Maligno. Spesso più nascosti, insidiosi e dunque più letali di quanto si possa immaginare. Ed ecco fatto: è nato il Manuale del diavolo, pubblicato di recente dalla casa editrice Cantagalli. Nel Manuale viene minuziosamente descritto l’armamentario che il diavolo usa per ammansire e poi conquistare gli esseri umani del nostro tempo.
Il primo intento, la prima strategia, molto efficace, è quella di seminare confusione e vediamo quotidianamente quanto sia diffuso il metodo. Poi è fondamentale cominciare a conoscere il Nemico, e frequentare assiduamente i testi sacri che ne testimoniano la presenza nella storia dell’uomo. Il Nemico, Dio ovviamente, è Colui-che-non possiamo nominare, Gesù il «Figlio-di-Chi-sai»; Maria «Colei che, pur essendo un’umana, ha potere perfino sull’Altro Lato». Chi lavora molto, nel mondo degli inferi, è certamente il Dipartimento Ideologico, che annovera anche Hegel e Marx, e che negli ultimi decenni ha incrementato più che mai la mole di lavoro e anche i risultati positivi. il diavolo più esperto afferma: «Noi lavoriamo sui professoroni», meglio se teologi pieni di sé. Sul piano storico e culturale, invece, il Sessantotto è stata «una delle meglio rivoluzioni al solo scopo di demolire il Sesto Comandamento non sapendo che è come il vaso di Pandora: lo scoperchi e dai via al finimondo».
Il libro è un romanzo, sia chiaro, e dunque si legge con il piacere di seguire il filo conduttore di una vicenda, ma è anche l’occasione per veder sfilare sotto agli occhi la lunga teoria degli errori, inganni, sciocchezze e crimini spirituali e non che siamo in grado di accumulare oggi. Sarebbe lungo e ripetitivo elencarli tutti, è ovviamente meglio leggerlo nel testo di Cammilleri. Vorremmo però sottolinearne almeno due o tre, che ci sembrano così familiari e allo stesso tempo molto mascherati e paludati, perciò capaci di colpire più dolorosamente. Non riusciamo a tollerare il dolore, la fatica, le croci ci sembrano troppo pesanti da portare e ingiuste (“perché capitano tutte a me? Cos’ho fatto di male?”), in quanto siamo fatti “a immagine e somiglianza-di”, siamo stati creati per il gaudio. Noi promettiamo donne-cavalli-champagne, mentre l’Altro Lato solo la croce. Vuole esser amato per quel che è, non per quello che dà. Certo noi siam bravi a promettere ma, quanto a mantenere, dipende da quel che l’Altro Lato permette”. Allo stesso modo, se un tempo i diavoli avevano adottato la tecnica di far credere agli uomini che Dio sia «solo giusto, oggi fa gioco sottolineare la ‘bontà’ e solo quella. Fa molto breccia nei preti». Quindi si impegnano a far sì che gli uomini coltivino un’idea di Dio dissimile da un Padre buono e provvidente e simile piuttosto a «un Grande fratello orwelliano privo di misericordia».
Rimpiangere «ciò che avrebbe potuto essere e che non è stato» o essere in preda alla smania di dover continuamente cambiare posto – un turismo dell’anima che si trasforma rapidamente in un turismo di massa caotico e stravolgente - è una delle tentazioni diffuse dal diavolo in azione per impedire di essere fedeli alla propria vocazione. Tentazione letale, poi, è quella di convincere che la felicità è legata alla soddisfazione dei sensi, allo sballo, al sesso, che ora è sempre più spesso prima di tutto virtuale, soprattutto per i più giovani. Del resto, si spiega, «lo scopo è farli ricadere nell’infanzia; l’edonismo non è che questo: il paradiso in terra»; la logica del “tutto e subito” senza fatica per ciò che concerne gioventù, bellezza e vitalità. Come se queste dimensioni dovessero durare all’infinito e non essere, in realtà, che brevissimi momenti e stagioni, che quando finiscono lasciano un vuoto e un’angoscia senza pari.
Un disastro? Una battaglia impari? No, perché alla fine i diavoli devono riconoscere: «Ammetto che vincerà Lui. Noi non possiamo farci niente, la nostra è coazione a ripetere pur se sappiamo che vince sempre. Anche se Gli strappiamo anime, una cosa sono le battaglie un’altra la guerra».
Rino Cammilleri, Il manuale del Diavolo, Edizioni Cantagalli, pp.349, euro 23
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