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Crisostomo, il santo dalla “bocca d’oro”

“Bocca d’oro”, questo è il significato del nome Crisostomo: un nome coniato per la sua eloquenza, per il calore della sua parola. Crisostomo, ossia Giovanni Crisostomo, nato ad Antiochia, in Siria tra il 340 e il 350. Fin da giovane è avviato allo studio delle lettere e dell’arte retorica sotto la guida del più celebre retore del suo tempo, Libanio. Dopo questo periodo fondamentale per la sua formazione intellettuale, Giovanni, al termine degli studi, si mette a “correre le arringhe del foro e appassionarsi per il teatro”, come lui stesso racconterà. Tornerà poi rapidamente, dopo appena due anni, alle radici della sua fede cristiana: all’età di vent’anni, nella Pasqua del 368, riceverà il Battesimo.

Era importante ripercorrere i primi anni di studio di Crisostomo, della sua “formatio mentis” per poter comprendere la sua inclinazione all’arte della scrittura, della retorica che esprime nei suoi diversi scritti di teologia e apologetica. Crisostomo, Dottore della Chiesa, a pieno titolo, visto la quantità e la preziosità degli scritti che ha lasciato alla letteratura cristiana. La produzione scritta di Giovanni Crisostomo, infatti, è ricchissima: comprende alcuni trattati e diverse centinaia di omelie dedicate in gran parte all'esegesi delle Scritture. Solo per citare alcuni dei suoi trattati: Contro coloro che si oppongono alla vita monastica; Sul sacerdozio; Istruzioni per i Catecumeni. Fra le omelie esegetiche superstiti, sessantasette sono dedicate alla Genesi; quarantanove ai Salmi; novanta al Vangelo di Matteo; ottantotto al Vangelo di Giovanni e cinquantacinque agli Atti degli Apostoli. In ultimo, fra i discorsi non esegetici, cinque sono le omelie che ci sono pervenute: Sull'incomprensibilità della Natura Divina; otto omelie Contro i Giudei; e ventuno Omelie per le Statue. “Il popolo lo applaudiva per le sue omelie e lo amava”, così lo storico Socrate racconta nella sua Storia ecclesiastica. Arte oratoria e profondità degli argomenti trattati, il carattere di tutta la sua opera evangelica. La sua è una teologia pastorale: sarà costante, durante l’intera sua biografia, la coerenza tra il pensiero espresso nelle parole e il vissuto esistenziale.

È questo, in particolare,  il filo conduttore delle splendide catechesi, con le quali egli preparava i catecumeni a ricevere il Battesimo. “Giovanni Crisostomo si preoccupa di accompagnare con i suoi scritti lo sviluppo integrale della persona, nelle dimensioni fisica, intellettuale e religiosa. Le varie fasi della crescita sono paragonate ad altrettanti mari di un immenso oceano”, così Papa Benedetto  XVI - nell’udienza generale di mercoledì, 19 settembre 2007 - ricordava la sua epopea di uomo, di apostolo e di scrittore.

Sono, dunque, diversi i temi affrontati da San Giovanni Crisostomo. E fra questi, una particolare rilevanza spetta a quello del Battesimo, alla sua Grazia operante nella vita degli uomini.  La dottrina battesimale di Giovanni Crisostomo si fonda soprattutto sul concetto della suprema gratuità della Grazia: gli uomini chiamati al Battesimo in età adulta si trovano in una condizione di miseria morale che solamente per mezzo della Grazia del Battesimo viene annullata: “Sarà necessario estirpare tutti i vizi e sforzarsi di avere il frutto dello spirito che è: carità, gioia, pace, pazienza, bontà, dolcezza, temperanza. Se purifichiamo in questo modo le nostre anime, riecheggiando nei cantici l'insegnamento della pietà, noi potremo fin d'ora abbellire la nostra anima e renderci degni di ricevere il dono in tutta la sua ampiezza e di conservare i beni che ci sono stati consegnati”, scrive il Dottore della Chiesa Crisostomo. Inoltre, il Battesimo è presentato dal santo come una celebrazione di nozze tra Dio e l'anima. Dio opera nell'anima una trasformazione totale: dalla “sporcizia” del peccato si passa così alla bellezza e ricchezza di uno stato nuovo e rigenerante, quello appunto del Battesimo. Ma oltre all'aspetto individuale, nelle pagine delle sue Catechesi battesimali, viene messo anche in luce l’espressione comunitaria di tale sacramento in quanto la sua amministrazione aggrega ogni battezzato alla comunità della Chiesa, sposa di Cristo.

Selezione accurata delle parole, altro elemento determinante dell’arte oratoria di San Giovanni Crisostomo. Leggendo le sue opere si comprende bene come ogni parola sia pesata, calbirata, scelta per un determinato “effetto” stilistico. Ne è una prova ciò che scrive nelle sue Omelie sulle statue quando al capitolo VI utilizza questa metafora per parlare della gioia di essere cristiani: “La piaga delle vostre anime è la tristezza e occorre versarvi continuamente l’acqua benefica di dolci parole. I medici hanno bisogno di una spugna, noi applichiamo il rimedio con le parole: noi non abbiamo bisogno di fuoco, come i medici per riscaldare l’acqua; è la grazia dello Spirito Santo che scalda i nostri discorsi”.

E, nei suoi scritti, non poteva certamente mancare un riferimento al grande “scrittore” San Paolo, Apostolo delle genti: Grande era l’autorità dell’Apostolo, grande e degna d’ammirazione; noi vediamo dappertutto che Paolo mette in evidenza le prove della sua autorità, non con l’intento di arrogarsi un titolo d’onore, ma perché ne ha ricevuto il carattere ed è nella necessità di manifestarlo”. (Commento alla Prima lettera a Timoteo). Parole di ammirazione di un grande scrittore per un maestro di eloquenza e di scrittura. Parole di un grande santo dedicate a un grande maestro di santità.

Le spoglie di Crisostomo sono custodite a San Pietro nella Cappella del Coro.

 

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