Città del Vaticano , 12 September, 2023 / 10:00 AM
Il 6 settembre, in preparazione al Giubileo 2025, Mons. Rino Fisichella ha presieduto l’inaugurazione della mostra ‘I Cieli Aperti’.
Questa iniziativa è parte integrante del programma "Il Giubileo è cultura," che prevede una serie di eventi culturali in preparazione al Giubileo del 2025. "I Cieli Aperti. El Greco a Roma" rappresenta uno dei primi momenti di grande arte che inaugura un "pellegrinaggio" di bellezza verso l'Anno Santo, invitando tutti i visitatori a riflettere sulla spiritualità attraverso la lente dell'arte straordinaria di El Greco.
La mostra, organizzata con grande cura e attenzione, è resa possibile grazie al prestito di tre opere d'arte straordinarie che, per la prima volta, lasceranno la Spagna per essere esposte al pubblico. Questi capolavori includono "La Sacra Famiglia con Sant'Anna" e "Il Battesimo di Cristo," entrambi originariamente conservati nel Toledo Hospital de Tavera, e "Cristo abbracciato alla Croce" dal Museo Paroquial di El Bonillo. Questi dipinti rappresentano alcune delle opere più significative e amate di El Greco, e saranno in mostra fino al 5 ottobre 2023.
L'inaugurazione è stata presieduta da S.E. Mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, che ha gentilmente concesso un'intervista per AciStampa per discutere l'importanza di questa mostra e il suo ruolo nel contesto del Giubileo.
Eccellenza, perché sono state scelte proprio le opere di El Greco?
Non dimentichiamo che El Greco è stato considerato un grande artista ispirato dalla mistica. È sufficiente contemplare le sue opere per vedere che l'Oriente e l'Occidente sono tenuti insieme. La geografia di El Greco è molto ricca da questo prospetto. A me piace dire che porta già nel suo nome "Theotokópoulos." Se il suo nome è colpito da Dio, quindi è un'esperienza unica che ha portato poi anche nei suoi ritratti e soprattutto nelle espressioni di fede, di quei misteri della nostra fede che sono rappresentati proprio qui, nei suoi dipinti alle nostre spalle.
Come si inserisce questa iniziativa nel programma ‘Il Giubileo è cultura’?
Il Giubileo è una profonda esperienza di fede. Significa mettersi in cammino, diventare pellegrini e quindi incontrare Cristo. Il passaggio della porta Santa? Noi siamo in preparazione, e quindi questa preparazione sarà con delle scadenze a partire già dal prossimo gennaio, che toccano l'anno della preghiera. Papa Francesco ha voluto un intero anno prima di aprire la porta Santa. La preghiera, ma la contemplazione della bellezza dell'arte è già una preghiera. La bellezza dell'arte esprime il mistero della nostra fede e ci rende anche più sensibili a considerare chi siamo e dove stiamo andando.
Come contribuirà questa mostra al pellegrinaggio in preparazione dell'Anno Santo?
Questa mostra è incentrata sul volto di Cristo e sull'unità di Cristo. Quando noi consideriamo i misteri della vita di Gesù, inevitabilmente siamo portati a considerare quel piccolo mistero che è la nostra esistenza. Ecco perché ci mettiamo in cammino. Ecco perché abbiamo bisogno di comprendere sempre di più chi siamo e dove stiamo andando. Il Giubileo è una tappa in questo cammino, ci dice che mentre ci stiamo avvicinando alla porta Santa, diventa sempre più concreto e tangibile il segno della nostra conversione, ma soprattutto il segno dell'incontro personale con il Signore risorto.
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