Rimini, 21 August, 2023 / 10:00 AM
“Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa evidente l’incapacità di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti… Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità”.
Partendo dall’incipit iniziale dell’enciclica ‘Fratelli tutti’ domenica 20 agosto è iniziata a Rimini la 44^ edizione del Meeting dell’Amicizia tra i popoli, intitolata ‘L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile’, con un incontro di testimonianze: ‘Fratelli tutti. Testimonianze di un’amicizia operativa sulle orme di papa Francesco’, a cui ha partecipato il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, che ha dialogato con Alberto Bonfanti, presidente di ‘Portofranco’; Vittorio Bosio, presidente del Centro Sportivo Italiano (CSI); Regina De Albertis, presidente di ‘Assimpredil Ance’ Milano, Lodi, Monza e Brianza; Dario Odifreddi,presidente di ‘Piazza dei Mestieri’ e del ‘Consorzio Scuole Lavoro’.
Il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI ed arcivescovo di Bologna, ha sottolineato che l’amicizia sociale è necessaria per costruire la pace: “L’amicizia sociale è un liberare da tanta rabbia, odio, individualismo. L’enciclica ‘Fratelli tutti’ di papa Francesco raccoglie i tanti sogni della generazione che ci ha preceduto, che ci ha consegnato dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale i desideri e gli strumenti per un mondo di pace”.
Una missione mossa dallo struggimento: “Papa Francesco ci chiede di non abituarci alla guerra. A me ha commosso la commozione di papa Francesco l’8 dicembre in Piazza di Spagna. Dobbiamo continuare ad avere lo stesso struggimento: ogni giorno che passa vuol dire tante persone che muoiono, l’odio diventa più profondo, l’inquinamento diventa più insopportabile. È davvero una guerra mondiale, non solo a pezzi, che già coinvolge tanto”.
Al termine dell’incontro dal presidente di ‘Piazza dei Mestieri’, Dario Odifreddi, ci siamo fatti raccontare in quale modo l’enciclica del papa può trasformare i luoghi in cui si vive, generando un’amicizia sociale: “Innanzitutto, prendendo seriamente la sfida che il papa ci lancia nell’enciclica: ‘C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo tutti a vicenda a guardare avanti’. Tutti noi abbiamo bisogno di luoghi e di persone che ci aiutino a trovare un senso alla nostra vita e al nostro desiderio di costruire; a 14 anni od a 90 è lo stesso. Solo se troviamo luoghi e persone che ci fanno intravvedere che la vita è un bene e vale la pena di essere spesa possiamo diventare amici e fratelli. Solo con questo amore al proprio destino e a quello degli uomini e delle donne che la vita ci mette davanti si possono trasformare i luoghi in cui si vive”.
In quale modo il lavoro può disegnare il futuro?
“Tutte le attività della ‘Piazza dei Mestieri’ (educative, culturali, sociali...) sono indirizzate a quella che è per noi la grande sfida: che i nostri allievi trovino lavoro. Per questo in Piazza, oltre a studiare si lavora davvero all’interno di vere e proprie ‘business unit’ che vendono i loro prodotti e i servizi sul mercato. Dal cioccolato alla birra e ai prodotti da forno, dal ristorante al pub aperti al pubblico sino alla Agenzia di comunicazione.
Nella ‘Piazza dei Mestieri’ si studia e si lavora riscoprendo il valore e il fascino del lavoro manuale, della bellezza di trasformare la realtà con il lavoro delle proprie mani. Nell’impatto col lavoro, oltre a percepire il fascino di un mestiere, si percepisce la mancanza di competenze, acquisendo il desiderio di colmare il gap. Cosa c’è di meglio che una cena al ristorante della ‘Piazza dei Mestieri’ con ospiti stranieri per capire che la conoscenza delle lingue è fondamentale per un cameriere! La realtà è sempre più convincente di mille esortazioni che spesso per i giovani suonano false o perlomeno esagerate e noiose”.
Come coinvolgere i giovani in un’amicizia e motivarli?
“I giovani non si motivano con prediche e regole morali, occorre aiutarli a riscoprire il loro valore affinché ricomincino a dire ‘Io valgo’, non per quello che faccio o non faccio, ma perché ci sono, perché la mia vita è un dono. Ci vuole dunque una paternità, un desiderio di abbracciarli e un amore al loro destino. E’ ancora il papa che ci indica la strada: ‘Solo l’uomo che accetta di avvicinarsi alle altre persone nel loro stesso movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle ad essere maggiormente se stesse, si fa realmente Padre’.
E’ provando a seguire questo metodo che in questi 20 anni la ‘Piazza dei Mestieri’ è diventata per migliaia di ragazzi il polo affettivo della loro vita; essi riversano sui loro maestri (docenti e tutor) tutte le loro difficoltà, riuscite, problemi e amarezze. Da questo nascono le loro richieste di trascorrere insieme il tempo libero, dal guardare insieme una partita a imparare a ballare e cantare e scrivere poesie. Così lo studio diventa amico e la prospettiva del lavoro una possibilità di realizzare i propri desideri. Insomma, nasce l’amicizia”.
Perché è sorta ‘Piazza dei Mestieri’?
“La ‘Piazza dei Mestieri’ nasce dal desiderio di voler costruire qualcosa di buono e di bello per sé e per il mondo. Sentivamo un grande struggimento nel vedere tanti giovani che si perdevano per strada. Nata nel 2004 a Torino, la ‘Piazza dei Mestieri’ (oggi presente anche a Milano e Catania) è un luogo di educazione e di aggregazione per i giovani, in cui è possibile sperimentare un approccio positivo alla realtà: dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei talenti di ciascuno.
Ogni anno la ‘Piazza dei Mestieri’ accoglie più di 5.000 giovani italiani e stranieri, arrivati per inseguire un sogno, per essere aiutati a diventare uomini e donne, per imparare un mestiere e trovare un lavoro. Nascono così i panettieri, i cioccolatieri ed i birrai, i cuochi e i camerieri, i grafici e gli informatici, le acconciatrici ed i barber del futuro.
400 dipendenti si alzano ogni mattina per raccogliere la sfida, collaborando con centinaia di imprenditori con cui abbiamo costruito una grande alleanza affinché educazione e lavoro diventino parte di un unico processo educativo. Attività formative e produttive, oltre 100 eventi culturali all’anno, tutto per aiutare i giovani a sperimentare l’attrattiva della bellezza come motore per valorizzare i loro talenti. La ‘Piazza dei Mestieri’ è diventata così una storia di storie, clamorose o semplici, drammatiche o lievi, in cui i nostri ragazzi hanno riscoperto i loro desideri più profondi”.
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