venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

L’Ucraina in guerra non rinuncia a Zarvanytsia

il vescovo Aguiar con l'arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina Sviatoslav Shevchuk

Da sempre, nei momenti di difficoltà, il popolo ucraino si stringe intorno alla Madre, nel santuario di Zarvanytsia. E la guerra non ha fermato, anzi ha reso ancora più partecipe, il pellegrinaggio nazionale, che ha visto la partecipazione di un ospite di eccezione: il cardinale preconizzato Americo Aguiar, ausiliare di Lisbona ma soprattutto presidente del comitato organizzatore della Giornata Mondiale della Gioventù.

Il vescovo Aguiar è andato per mostrare vicinanza a quei giovani che non possono partecipare al grande incontro con il Papa dall’1 al 6 luglio, ma anche per vedere di persona la situazione in Ucraina. Ed è stato da lì che ha annunciato che no, non è ancora il momento di avere un incontro di giovani ucraini e russi, come si pensava di fare. È una scelta logica: nel mezzo degli orrori della guerra, il percorso di perdono e riconciliazione non può essere forzato in alcun modo.

“Sto lavorando su gesti simbolici di ciò che potrebbe accadere – ha detto - dobbiamo capire che è stato bello mettere i giovani ucraini e russi sullo stesso appuntamento, ma quello che sento qui è che è ancora troppo presto perché accada. È molto bello e poetico mettere a tavola la vittima e l'aggressore, l'assassino e la famiglia dell'assassinato, ma ci vuole tempo. Il dolore non prescrive e il dolore non guarisce e dobbiamo fare la nostra strada”

Il pellegrinaggio pan-ucraino ha visto anche la partecipazione dell’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico in Ucraina, ed è stata guidata da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.

"Questa guerra – ha detto Sua Beatitudine - ci causa un dolore profondo: non si conosce ancora il numero esatto dei morti, ma sappiamo che ci sono decine di migliaia di feriti e migliaia di persone disperse. Oggi siamo qui a Zarvanytsia, da nostra Madre, per condividere il nostro dolore e le nostre lacrime. E in questo luogo, a Zarvanytsia, la Madre ci abbraccia tutti".

Shevchuk ha anche ricordato che “spesso accade che la guerra venga innescata da una persona malvagia, che poi ne diventa essa stessa prigioniera. La guerra, come uno spirito malvagio, va oltre il controllo di chi la inizia. Ma la pace viene da Dio. Egli pone fine al peccato e persino alla morte. Egli pone fine alla guerra. Siamo qui oggi per chiedere a Dio, attraverso l'intercessione della nostra Madre Celeste, l'Immacolata Vergine Maria, di chiedere a Suo Figlio di porre fine a questa terribile tragedia e al dolore del nostro popolo!”.

L’arcivescovo maggiore ha anche ricordato la partecipazione del nunzio, “persona degna dell’onore nazionale”, perché “non è scappato da Kyiv, come gli altri diplomatici. Era con noi. È tutt’ora con noi. E sappiamo che è la voce dell’Ucraina davanti al Papa e davanti a tutto il mondo cattolico”.

Da parte sua, l’arcivescovo Kulbokas ha invocato l’intercessione della Madre di Dio per l’Ucraina che sta affrontando l'aggressione russa, i bambini deportati e feriti, i soldati, i volontari, i cappellani e tutti i prigionieri, incluso i sacerdoti redentoristi di Berdyansk, rapiti dai russi, e tutta la Chiesa.

Sua Beatitudine Shevchuk ha anche affidato al vescovo Aguiar i giovani che parteciperanno alla GMG, invitandolo a fare in modo “che sentano di avere milioni di fratelli e sorelle da tutto il mondo che li sostengono e pregano per l'Ucraina, che li aiutano a nutrire gli affamati e a salvare coloro che la guerra e l'aggressore russo condannano a morte e tolgono il diritto alla vita. Prendetevi cura dei nostri giovani!".

Parlando con i giornalisti a margine della celebrazione di Zarvanytsia, il cardinale preconizzato ha auspicato che “questo giorno, questa bandiera e questo evento non generino nel suo cuore odio e desiderio di vendetta, ma generino nel suo cuore che i suoi figli e nipoti non vivano mai più la guerra. Come disse Giovanni Paolo II: ‘Mai più la guerra’. Ed è molto difficile per noi convertire questi cuori che vedono morire i genitori, case e sogni distrutti, è molto difficile convertirli alla speranza, ma la fede è la loro forza, la fede che dà forza, la speranza e la nostra speranza è la Cristo vivente. Non mi stancherò mai di dire che la GMG è un'esperienza di fede, un invito a tutti i giovani che hanno forza e coraggio nelle avversità che la vita porta loro”.

Saranno circa 500 i giovani ucraini pronti a partire per la GMG, ma il vescovo Auguiar ha voluto anche portare la vicinanza del Papa a quanti non potranno partecipare.

Aguiar ha risposto all’invito dei rappresentanti della Conferenza episcopale ucraina che, una quindicina di giorni fa, hanno visitato la sede della Fondazione della Giornata mondiale della gioventù Lisbona 2023, guidata proprio dal presule. La stessa Fondazione, insieme ai Comitati diocesani, aveva raccolto circa 30 mila euro nei mesi scorsi per sostenere le popolazioni dell’Ucraina colpite dalla guerra.

A Zarvanytsia, Augiar era venuto da una visita a Lviv, mentre il 16 luglio è stato a Berdychiv, domenica 16 luglio, per un pellegrinaggio che invece coinvolgeva la comunità cattolica latina. “

“Vogliamo costruire il futuro con ciò che è nel cuore di ognuno di voi”, ha aggiunto dom Américo Aguiar, sottolineando che la Gmg è soprattutto “un incontro con il Cristo vivo, ed è questo Cristo vivo che vogliamo testimoniare con la gioia dei nostri problemi, delle nostre difficoltà e delle nostre lacrime. Anche in mezzo all'orrore della guerra e alla sofferenza della guerra, vogliamo testimoniare il Cristo vivente”.

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