Città del Vaticano , 01 July, 2023 / 1:00 AM
Papa Francesco ha nominato l'arcivescovo Victor Fernandez come Prefetto del Dicastero della Dottrina della Fede al posto del Cardinale Luis Ladaria, ormai 78enne. Ma più che la nomina, a fare notizia è la lettera, in spagnolo, che accompagna la nomina, e a cui il Papa chiede al suo teologo di fiducia di staccarsi dall’idea di sanzionare le idee, lasciando il compito alla nuova sezione disciplinare, e piuttosto di concentrarsi sul fatto di “guardare” la fede.
Scrive Papa Francesco all’arcivescovo Fernadez che il prefetto del dicastero ha “come finalità centrali custodire l’insegnamento” che fa della fede la ragione della nostra speranza, e lamenta che il dicastero che presiederà “in altre epoche arrivò ad utilizzare metodi immorali, in cui “più che promuovere il sapere teologico si perseguitavano possibili errori dottrinali”.
Il Papa chiede a Fernandez che si comporti in “modo differente”, ne ricorda la carriera accademica (e infatti la nomina viene accompagnata da una serie impressionante di libri e di articoli, quasi a giustificare il senso della scelta di Papa Francesco) e sottolinea che “come rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina portò avanti una sana integrazione del sapere”. Nota a margine non da poco, perché l’allora Cardinale Bergoglio si batté per la nomina di Fernandez a rettore, contro il parere contrario dell’allora congregazione dell’Educazione Cattolica, il cui segretario, l’arcivescovo Brugués, non fu mai creato cardinale da Francesco nonostante fosse nel frattempo divenuto Bibliotecario di Santa Romana Chiesa.
Ma il Papa mette in luce di Fernandez anche la carriera pastorale, e ricorda che “per non limitare il significato di questo compito” deve comprendere che si tratta di “aumentare l’intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell’evangelizzazione”. Le citazioni del Papa vengono tutte da Evangelii Gaudium, Gaudete et Exsultate, Laudato Si, in pratica i documenti programmatici del pontificato.
Papa Francesco, prendendo le mosse da quei documenti, sottolinea che c’è bisogno che la teologia consideri inadeguata ogni concezione teologica che alla fine pone in dubbio l’onnipotenza di Dio e la sua misericordia. Il compito di Fernandez è dunque che i documenti del dicastero e oltre “abbiano un adeguato sostegno teologico, siano coerenti con il ricco humus dell’insegnamento perenne della Chiesa e a volte accolgano il magistero recente”.
Per le questioni disciplinari, invece, nota il Papa, c’è una “sezione specifica con professionisti molto competenti”, anche se ammette che questa ha una relazione speciale con il tema dell’abuso dei minori. Quindi, compito dell’arcivescovo Fernandez sarà appunto quello di “guardare la fede”.
Fernandez è il teologo di fiducia di Papa Francesco, che lo fece arcivescovo in una delle prime decisioni del suo pontificato, quando ancora era rettore della Università Cattolica Argentina, e che poi lo ha voluto anche nelle varie sessioni dei Sinodi sulla famiglia.
Classe 1962, sacerdote dal 1986, Fernandez è stato dal 1993 al 2000 Parroco di Santa Teresita a Río Cuarto (Córdoba).
È stato fondatore e direttore dell’Istituto di Formazione Laicale e del Centro di Formazione per Insegnanti Jesús Buen Pastor nella stessa città. Nella sua Diocesi è stato anche formatore del Seminario, Direttore per l’Ecumenismo e Direttore per la Catechesi.
La Sala Stampa della Santa Sede nota che “nel 2007 ha partecipato alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani (Aparecida) come sacerdote rappresentante dell’Argentina e, successivamente, come membro del gruppo di redazione del documento finale. Dal 2008 al 2009 è stato Decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Cattolica Argentina e Presidente della Società Teologica Argentina. Dal 2009 al 2018 è stato Rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina. Il 13 maggio 2013 è stato nominato Arcivescovo da Papa Francesco. Ha partecipato, come membro, ai Sinodi dei Vescovi del 2014 e del 2015 sulla famiglia, nei quali ha fatto parte anche dei gruppi di redazione”.
Arcivescovo di La Plata dal 2018, è stato membro del Pontificio Consiglio della Cultura e Consultore della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Attualmente è membro del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. E, nota ancora il bollettino, con una verbalizzazione insolita per un curriculum “tra libri e articoli scientifici, ha più di 300 pubblicazioni, molte delle quali tradotte in varie lingue. Questi scritti mostrano un’importante base biblica ed un costante sforzo di dialogo della teologia con la cultura, la missione evangelizzatrice, la spiritualità e le questioni sociali”.
Con questa nomina, Papa Francesco completa il cambio dei vertici del Dicastero per la Dottrina della Fede. Il Dicastero è stato riformato da Papa Francesco. Prima, la Congregazione era costituita da quattro uffici: disciplinare, dottrinale, matrimoniale la quarta sezione. Quest’ultima aveva il compito di seguire la questione dei rapporti con la Fraternità Sacerdotale San Pio X e dell’applicazione del motu proprio Summorum Pontificum, e non aveva più ragione di esistere dopo il motu proprio “Traditionis Custodes,” che revocava le concessioni di Benedetto XVI all’uso del rito antico
Ora ci sono due sezioni, una disciplinare e una dottrinale, con due segretari: monsignor Joseph Kennedy per la sezione disciplinare e monsignor Armando Matteo per la sezione dottrinale. Sono usciti sia l’arcivescovo Morandi, già segretario e ora vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, sia monsignor Matteo Visioli, sottosegretario e ora tornato nel clero diocesano.
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