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Papa Francesco: "Pietro e Paolo, sequela e annuncio del Vangelo"

Papa Francesco presiede, come ogni anno, nella Basilica Vaticana la Messa per la  Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo,  patroni di Roma. In questa occasione il Papa benedice i Palli, presi dalla Confessione dell’Apostolo Pietro e destinati agli Arcivescovi Metropoliti nominati nel corso dell’anno. Il Pallio verrà poi imposto a ciascun Arcivescovo Metropolita dal Rappresentante Pontificio nella rispettiva Sede Metropolitana. Fino a pochi anni fa era lo stesso Papa a imporli personalmente ai Metropoliti nel corso della celebrazione.

Sono presenti in San Pietro alcuni delegati del Patriarcato di Costantinopoli guidati da Sua Eminenza Job, Arcivescovo Metropolita di Pissidia. Una delegazione vaticana compie una visita analoga al Fanar il 30 novembre di ogni anno, Festa di Sant’Andrea Apostolo.

Pietro – ha ricordato il Papa nell’omelia - ha vissuto nella sequela del Signore”. Pietro riconosce Gesù come Figlio del Dio vivente perchè “solo dopo aver vissuto l’affascinante avventura di seguire il Signore Pietro arriva a quella maturità spirituale che lo porta, per grazia, a una professione di fede così limpida”.

“Pietro – ha proseguito il Pontefice - ci dice che alla domanda chi è Gesù per me non basta rispondere con una formula dottrinale. È mettendoci alla sequela del Signore che impariamo ogni giorno a conoscerlo; è diventando suoi discepoli e accogliendo la sua Parola che diventiamo suoi amici e facciamo l’esperienza del suo amore che ci trasforma”.

La sequela di Gesù – ha sottolineato Papa Francesco - non può essere rimandata; lì non si può esitare”, e dire “non sono degno è un’astuzia del diavolo, che ci ruba la fiducia nella grazia di Dio, facendoci credere che tutto dipenda dalle nostre capacità. Distaccarci dalle nostre sicurezze terrene, subito, e seguire Gesù ogni giorno: ecco la consegna che Pietro ci fa oggi, invitandoci a essere Chiesa-in-sequela. Chiesa che desidera essere discepola del Signore e umile ancella del Vangelo. Solo così sarà capace di dialogare con tutti e diventare luogo di accompagnamento, di vicinanza e di speranza per le donne e gli uomini del nostro tempo”.

Paolo risponde alla chiamata con “l’annuncio del Vangelo: chiuso nell’orgoglio della sua rigida osservanza, scopre in Gesù il compimento del mistero della salvezza. Paolo dedica la vita a percorrere terra e mare, città e villaggi, non curandosi di soffrire stenti e persecuzioni pur di annunciare Gesù Cristo. Più egli annuncia il Vangelo, più conosce Gesù. L’Apostolo ci insegna che cresciamo nella fede e nella conoscenza del mistero di Cristo quanto più siamo suoi annunciatori e testimoni. Questo succede sempre: quando evangelizziamo, restiamo evangelizzati”.

E’ bello crescere come Chiesa della sequela, come Chiesa umile che non dà mai per scontata la ricerca del Signore. È bello se diventiamo una Chiesa al tempo stesso estroversa, che non trova la sua gioia nelle cose del mondo, ma nell’annuncio del Vangelo al mondo, per seminare nei cuori delle persone la domanda su Dio”, ha chiosato il Papa.

Infine rivolgendosi ai Metropoliti, Francesco ha ricordato che il pallio è “segno della comunione con la Chiesa di Roma”, invitandoli a essere “apostoli come Pietro e Paolo. Siate discepoli nella sequela e apostoli nell’annuncio, portate la bellezza del Vangelo ovunque, insieme a tutto il Popolo di Dio”.

 

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