Roma, 30 June, 2023 / 10:00 AM
"Followers contro. Twitter scompiglia la Chiesa" è il nuovo libro di Fabrizio Mastrofini edito da Marcianum Press. Perchè leggerlo? Lo scopo di questo volume è "teorico e pratico". Come si legge nel comunicato stampa che lo presenta "dal punto di vista teorico vuole mettere a fuoco le caratteristiche del disordine informativo. Dal punto di vista pratico, è il primo studio che applica la base teorica alla comunicazione di un Dicastero della Santa Sede quale è la Pontificia Accademia per la Vita, in cui l’Autore lavora in prima persona nel dirigerne la comunicazione". E nel libro viene mostrato in azione "il disordine informativo con l’aiuto di un caso concreto ed emblematico via Twitter". Il libro ha la prefazione del Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini. ACI stampa ha intervistato l'autore del libro, Fabrizio Mastrofini.
In che modo "Twitter scompiglia la Chiesa?"
I social media e Twitter in particolare sono diventati uno dei "campi" in cui si confrontano posizioni diverse a favore o contro il pontificato o a favore o contro dicasteri e posizioni teologiche e culturali. Spesso fraintendendo, spesso come pretesto per attaccare, perché ovviamente in poche centinaia di caratteri diventa arduo argomentare e le posizioni massimaliste possono avere più presa, sono più "semplici". Il libro testimonia in che modo, sulla base di un'esperienza concreta di gestione dell'account Twitter della Pontificia Accademia per la Vita, si mettono in campo strategie precise di "disordine informativo" per seminare dubbi, creare confusione, rendere vano il messaggio del Vangelo, messo a servizio dell'una o dell'altra parte in base a interessi commerciali ed economici precisi.
E come ci si può difendere da questo scompiglio? Quali sono i consigli concreti?
Ogni istituzione - politica, civile, ecclesiale - corre il rischio di vedere strumentalizzate le sue posizioni, quando entra nella vasta arena del mondo social. Ci si difende attraverso un piano comunicativo che sa affrontare le situazioni di crisi. E ci si difende studiando le dimensioni del fenomeno, cercando di comprendere chi sono gli interlocutori e di quali interessi sono espressione. E poi c'è sempre una regola fondamentale, semplice (e disattesa): chiedere alle istituzioni quale è la loro posizione, cosa hanno detto davvero. Quando non si chiede e si attacca e basta, lì siamo davanti ad una vera e propria manipolazione.
"La Chiesa ha bisogno di strategie comunicative all’altezza dei tempi e delle sfide", quali potrebbero essere?
Il Vangelo è uno straordinario messaggio che tocca nel vivo la vita ed il senso della vita di ogni donna ed uomo del nostro tempo (e di tutti i tempi). La Chiesa che ha l'incarico di trasmetterlo, ha la sfida straordinaria di presentarlo, pur nelle legittime differenti. Il che vuol dire rendersi conto che le persone vivono a diversi livelli e l' "onlife" - essere connessi sempre, è una dimensione ineludibile dell'oggi, è un "segno dei tempi". Allora non dobbiamo più chiederci se sia giusto o meno essere in Rete. Dobbiamo cercare le persone in Rete, trovarle, parlare loro, individuare temi, modi e modalità. Finora c'è poca consapevolezza o quanto meno non è una consapevolezza diffusa quanto dovrebbe essere.
Sotto gli occhi di tutti è l'ultimo triste fatto di cronaca, giovani Youtubers hanno investito e ucciso un bambino di 5 anni a Roma. Non sta a noi giudicare, ma come si può insegnare ai ragazzi un uso corretto dei social media? Anche questa è responsabilità di ciascuno di noi.
Bisogna partire dalla scuola perché serve un'alfabetizzazione digitale. E' indispensabile tanto quanto 'saper leggere, scrivere e fare di conto'. Anche nella Chiesa è indispensabile un'alfabetizzazione digitale. Quanto più riusciamo a capire il senso dei 'post' delle persone che criticano - sia persone vere, sia 'troll' - tanto più possiamo comprendere la teologia e la cultura che ci sono dietro. E possiamo individuare il linguaggio ed i temi migliori per far riflettere, per inviare un messaggio adatto alla comprensione dell'interlocutore. E' un cammino di inculturazione difficile e complesso, impegnativo, mai concluso. Ma è necessario iniziare. Magari leggendo il libro!
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