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Padre Daniele Hekic, il frate dei miracoli

Ci sono figure di santità che molte volte sembrano quasi passare inosservate. Ci sono donne e uomini che al Signore hanno donato l’intera esistenza, facendosi portatori di luce nel mondo, rimanendo quasi sempre “tra le quinte” della storia. Sono volti “nascosti”; biografie affascinanti che hanno scritto bellissime pagine di fede e carità. La vita del Servo di Dio padre Daniele Hekic, francescano, appartiene a questa particolare “tipologia” di biografie. La gioia del Signore in un umile frate che ha seguito in tutto e per tutto le orme di San Francesco d’Assisi. Nella malattia - la sclerosi multipla - la sua “perfetta letizia”: nulla di più inispiegabile umanamente. Eppure quella malattia non lo ha fermato nell’annunciare a tutti il Vangelo di Gesù, divendendo lui stesso testimone di quel Vangelo: “Signore, non ti chiedo di non soffrire, ma di essere aiutato a soffrire. Non ti chiedo di esentarmi dalla prova, ma di darmi coraggio nell’affrontare questa vita e la morte”, così scriveva padre Hekic.

Da buon francescano, aveva una profonda devozione alla Vergine Maria: “Per l’intercessione di Maria Immacolata, Madre della Chiesa, concedimi la grazia di essere profondamente umile per credere sempre più fortemente e più intensamente amare Te”, è questa una delle frasi-simbolo del suo sentirsi figlio di Maria. E quando gli chiesero come ottenere la felicità nella vita, rispose: “Confidando in Dio e nella Madonna. Lei è la Madre di tutti noi. Quando mai una madre può negare una supplica del proprio figliolo, anche quando è ormai cresciuto?”. E ancora: “Bisogna vivere la vita di Maria in modo integrale”. Ma qual è la biografia di questo frate che viene ricordato come il “frate dei miracoli”?

Padre Daniele Hekic nasce a San Pietro in Selve - all'epoca italiana e ora località della Croazia - il 22 giugno di 97 anni fa. Papà Francesco e mamma Angela lo battezzano con il nome di Stanko (Stanislao). Nel 1942 segue l'esempio del fratello Barnaba già frate francescano: vuole divenire anche lui frate francescano. Incomincia così gli studi a Chiampo, in provincia di Vicenza, dove si prepara per il noviziato successivamente svolto a San Francesco del Deserto in provincia di Verona. E’ il 29 giugno 1952 quando viene ordinato sacerdote nella basilica di San Marco a Venezia. Nella prima parte del suo sacerdozio incontrerà le città di Verona, Trieste e infine Treviso. Ed è proprio qui che, a ventotto anni, iniziano i primi sintomi della malattia che di lì a poco condizioneranno l'intera sua esistenza: la sclerosi multipla che nel giro di pochi anni lo costringerà all’uso costante della sedia a rotelle. A causa del suo aggravarsi, Padre Daniele viene dapprima trasferito a Cittadella poi a Monselice e nuovamente a Cittadella: qui svolgerà il ruolo di confessore e di guida spirituale. Nonostante i grandi dolori che la malattia gli procurava, padre Daniele ne sopporta il peso senza lamentarsi, accogliendo con gioia e amore quanti si recano da lui. Nel 1981 viene trasferito, poi, a Saccolongo (in provincia di Padova), presso la “Casa Sacro Cuore”, l’infermeria provinciale dei Frati Minori Francescani.

Un continuo pellegrinaggio di persone che chiedono a lui conforto, sostegno, preghiera e vicinanza segnano l’ultima parte della sua missione sulla terra. Anche se profondamente malato, Padre Hekic, dalla sua sedia a rotelle, ha una buona parola per tutti, un gesto d’amore per chiunque vada a trovarlo. Si congedava sempre con una preghiera e una benedizione. I suoi ultimi anni di vita saranno caratterizzati soprattutto da questi incontri. Fra questi ve n’è uno davvero eccezionale: quello con una bambina speciale, Laura Degan, malata di tumore a soli due anni; volerà in cielo l’11 settembre del 1994 a sette anni. Laura affronta la malattia con lo stesso spirito di Padre Daniele: un’accettazione che è soprattutto fiducia nella volontà di Dio. Forse è questo il segreto del loro incontro: un incontro tra santi. Sguardi, carezze fra loro: al centro di questo incontro, l’amore per Dio. Non servono tante parole fra loro. Padre Hekic, con amore di padre, seguirà la famiglia di Laura per tutto il percorso della malattia senza mai far mancare il suo sostegno.

Presso la “Casa Sacro Cuore” di Saccolongo, Padre Daniele muore la notte del 26 settembre 2009, alle ore 23:05, mantenendo miracolosamente lucidità mentale e uso della vista e dell'udito fino a pochi minuti prima di spirare serenamente, come è stato raccontato da alcuni testimoni anni dopo.  Diecimila persone al suo funerale: numeri che testimoniano l’amore per il “frate dei miracoli”, così è ricordato da molti. Dal 2016 il corpo di Padre Daniele riposa presso la stessa struttura francescana, meta ancora di tanti pellegrinaggi. Nel 2020, il Vescovo di Padova, Monsignor Claudio Cipolla, ha aperto ufficialmente la causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Daniele presso la chiesa parrocchiale di Saccolongo.

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