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Un servizio di EWTN News

Polonia, esumati i resti della famiglia Ulma. Saranno beatificati il 10 settembre

Un ritratto della famiglia Ulma, che sarà beatificata il prossimo 10 settembre

Sono stati esumati i resti della famiglia Ulma, i polacchi che furono giustiziati senza pietà dai nazisti nel 1944 per aver nascosto una famiglia ebrea, che saranno beatificati il prossimo 10 settembre. E si tratterà di una beatificazione a suo modo storica: per la prima volta, viene beatificata una intera famiglia (padre, madre, sei figli tra 1 e 8 anni) e per la prima volta viene beatificato anche un bambino non nato.

La famiglia era stata seppellita nel cimitero parrocchiale di Markowa, nella Arcidiocesi di Przemyśl, che ha avviato la causa di beatificazione. Proprio l’arcidiocesi ha disposto, come si fa sempre in vista della beatificazione, dell’esumazione dei corpi, e poi ha rilasciato un comunicato in cui sottolineava che “i risultati di una dettagliata e approfondita indagine forense confermano e corrispondono chiaramente ai dati archivistici e a quelli ottenuti durante l'indagine canonica diocesana sul martirio dalla famiglia Ulma il 24 marzo 1944”

L’arcidiocesi specifica che “le spoglie terrene sono state trasportate in un luogo appositamente preparato e idoneo scelto dall'Arcivescovo Adam Szala. Lì aspettano il momento in cui saranno trasferiti nella chiesa parrocchiale di Markowa in occasione della beatificazione della famiglia Ulma”.

La beatificazione dei Servi di Dio Józef e Wikoria Ulma e dei loro sette figli avrà luogo il 10 settembre 2023 nell'ex luogo di residenza Markowa, recentemente annunciato dall'Arcidiocesi di Przemyśl. La messa sarà presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi.

La famiglia polacca Ulma fu sterminata il 24 marzo 1944 per mano dei tedeschi per aver nascosto otto ebrei. Si tratta di Jozef e Wikoria Ulma, e dei loro sei figli, che avevano dagli 8 anni fino a un anno mezzo: Stanisław, Barbara, Władysław, Franciszek, Antoni e Maria. A loro si aggiungeva il bambino che Wiktoria portava nel grembo.

Gli Ulma abitavano nel villaggio di Markowa, in Polonia. In quel villaggio, cresciuto nella solida tradizione cattolica, in molti cercano di aiutare gli ebrei quando cominciano le persecuzioni antisemite.

Jozef e Wiktoria sapevano di mettere a rischio la propria vita quando decisero di nascondere in casa 8 ebrei. Vengono traditi, qualcuno rivela l’accaduto.

Così, il 24 marzo 1944, i nazisti catturano gli ebrei e li uccidono con un colpo di proiettile alla nuca. Poi trucidano Jozef e Wiktoria sulla porta di casa davanti ai bambini e a molti abitanti di Markowa, costretti ad assistere. Quindi, uno dopo l’altro, i nazisti sparano ai bambini.

Nel 1995 la famiglia Ulma viene inserita nell’elenco dei Giusti della nazioni dallo Yad Vahem, il memoriale dell’Olocausto in Israele, insieme ad altri 6 mila polacchi. Nel 2003 la Chiesa apre il processo di beatificazione. A Markowa c’è un monumento che ne ricorda il sacrificio, come quello di tanti che si adoperarono per salvare i fratelli ebrei.

Quella della famiglia Ulma, in fondo, è solo una delle storie che andrebbero raccontate. Dei 120 ebrei di Markowa sopravvissuti, 21 devono la vita proprio alle famiglie di Markowa.

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