Parigi, 22 March, 2023 / 6:00 PM
Cinque martiri della rivoluzione francese, o meglio del ricasco della rivoluzione francese che ebbe luogo nel 1871 con il nome di Comune, e che era colorata di forti tinte anticlericali. I Padri Henri Planchat, Ladislas Radigue, Polycarpe Tuffier, Frézal Tardieu, Marcellin Rouchouze verranno beatificati a Parigi il prossimo 22 aprile. Sono i martiri del massacro di Rue Haxho.
Il 18 marzo 1871 era cominciata la cosiddetta “insurrezione della Comune” in Francia. Gli insorti volevano instaurare un governo libertario, una anarchia anticlericale che prendeva piede dalle idee rivoluzionarie del 1793 e del 1848. Parigi non viveva un buon periodo, più della metà dei cittadini viveva sotto la soglia della povertà, e la carestia che era seguita all’assedio di Parigi da parte dell’esercito prussiano nei mesi invernali aveva provocato una carestia. Quando la Comune insorge, c’è grande miseria a Parigi.
Il 5 aprile 1871, quando cominciarono i combattimenti a Versailles, la Comune emanò il “decreto sugli ostaggi”, che stabilivo che, ad ogni prigioniero di guerra o partigiano condannato a morte sarebbe corrisposta l’esecuzione di un numero triplo di ostaggi della comune.
E così, vennero arrestate decine di persone, per lo più gendarmi o preti, e tra questi Georges Darboy, arcivescovo di Parigi. Tra il 9 aprile e il 2 maggio, la Comune offre al presidente francese Adolphe Thiers uno scambio di prigionieri: l’arcivescovo di Parigi per il leader socialista Auguste Blanqui, e poi l’arcivescovo e 74 prigionieri per Blanqui. Thiers rifiuta, sa di aver vantaggio militare e che il martirio degli ostaggi non può che fare male alla Comune.
La situazione non è comunque semplice, persino l’arcivescovo di Parigi sarà ucciso. E si arriva così alle esecuzioni di Rue Haxho, che provocano 50 morti 36 guardie e 10 sacerdoti o religiosi.
Tra questi, i quattro religiosi dei Padri di Picpus, Ladislas Radigue, Polycarpe Tuffier, Marcellin Rouchouze e Frézal Tardieu e il Padre dei Religiosi di San Vincenzo de Paoli, Mathieu-Henri Planchat
Il primo martire è padre Henri Planchat. Nato nel 1823, entrò a far parte dei Fratelli di San Vincenzo de' Paoli e fu ordinato sacerdote nel 1850. Continuò gli studi in Italia e tornò in Francia per esercitare il suo ministero pastorale in diverse città francesi. Nel 1863 fu trasferito a Parigi dove si prese cura dei più poveri, dei feriti di guerra e dei malati. Arrestato il 6 aprile 1871 dalle autorità della Comune di Parigi, fu fucilato il 26 maggio dello stesso anno.
Era del 1823 anche padre Ladislas Radigue. Nel 1843, entrò nella Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria e dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, fu ordinato sacerdote cinque anni dopo. Diventò Superiore della casa madre di questa congregazione situata a Picpus, a est di Parigi. Arrestato il 12 aprile 1871 dalle autorità del Comune, fu fucilato il 26 maggio con gli altri quattro sacerdoti.
Più anziano padre Polycarpe Tuffier, nato nel 1807, membro della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria dal 1823 e sacerdote dal 1830. Fu a lungo cappellano a Parigi e divenne poi procuratore della sua congregazione nella madre casa di Picpus. Come padre Ladislas Radigue, è stato fucilato il 26 maggio.
Padre Marcellin Rouchouze, nato nel 1810, è anche membro della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Professore di latino, matematica e filosofia, fu inviato in Belgio per lavorare nei collegi della congregazione e fu ordinato sacerdote nel 1852. Presente a Parigi durante la Comune, fu fucilato con i suoi colleghi.
Infine, Padre Frézal Tardieu, nato nel 1814, sacerdote dal 1840, membro della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Era insegnante di teologia dogmatica e consigliere generale della Congregazione nella casa madre del Picpus a Parigi quando fu arrestato e fucilato il 26 maggio 1871.
Il Dicastero delle Cause dei Santi spiega che l'odio per la fede è stata “la motivazione dominante delle azioni dei carnefici” di questi cinque sacerdoti. "La Comune, oltre alle istanze socio-politiche, aveva evidenti risvolti antireligiosi", ritiene il dicastero, alcuni comunardi percependo la religione come "un ostacolo da eliminare".
L'odio per la fede è ulteriormente confermato “dalla ferocia perpetrata contro i religiosi dalla folla inferocita e dal saccheggio di luoghi e arredi adibiti al culto”, nonché dalle profanazioni eucaristiche. Tutti i martiri erano anche “consapevoli del rischio che correvano”.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA