sabato, novembre 23, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Dalla salus monastica all’ospedalizzazione della fede, se ne parla a Montecassino

Monachesimo e società. Un tema che sembra affrontare questioni antiche e fuori tempo e che invece è reso attuale da molte delle sfide contemporanee. 

Cosi per i giorni di San Benedetto, oggi all’Abbazia di Montecassino si svolge la seconda edizione di un convegno di studi che quest'anno è dedicato alla salute. Organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e l' Abazia "Dalla salus monastica all’ospedalizzazione della fede" è il tema per riflettere sul ruolo che oggi la spiritualità riveste all’interno delle strutture sanitarie, sia italiane che internazionali, nelle sue molteplici declinazioni, soprattutto alla luce della recente pandemia da Covid-19.  Temi come assistenza spirituale in ospedale e multiculturalismo; bioetica, salute e confessioni religiose; la spiritualità del malato; fede religiosa e scelte di cura; identità e funzioni dei cappellani ospedalieri.

A fare gli onori di casa l' Abate di Montecassino, dom Luca Fallica, il Magnifico rettore dell’Ateneo cassinate prof. Marco Dell’Isola oltre al sindaco di Cassino Enzo Salera.

Lo stato di malattia- spiega il responsabile scientifico il professor Lucio Meglio- interroga il credente e non credente sul significato ultimo della vita. Se nei tempi moderni, con la netta separazione della sfera della salvezza spirituale dalla cura della salute corporale propria della secolarizzazione, la presenza dei supporti spirituali nei nostri ospedali si è affievolita, la recente crisi pandemica sembrerebbe aver riacceso il legame tra malattia e spiritualità, favorendo la richiesta di una nuova domanda di assistenza religiosa rivolta non solo alle strutture sanitarie operanti nei contesti della medicina tradizionale, ma anche nei contesti delle terapie non convenzionali. È su questi temi che il simposio vuole ragionare, mettendo a confronto esperienze e ricerche sul tema sviluppate in Italia".

L’evento si svolge all’interno della suggestiva cripta di S. Scolastica, nel cuore della parte antica del Monastero chiusa ai visitatori.

Spiega Meglio: "Se in Occidente i più antichi ospedali risalgono ai valetudinaria romani, una sorta di infermerie create nelle zone di guerre e in prossimità degli anfiteatri, sarà con l’avvento del Cristianesimo che la Chiesa creò proprie strutture ospedaliere, inizialmente presso i monasteri, in seguito con l’edificazione di veri e propri edifici sanitari affidati alla cura di particolari ordini religiosi. Fra i più importanti, anche sotto questo aspetto, vi fu il monastero di Montecassino. Nella Regola benedettina è nel capitolo 36 che si tratta il tema della salute, all’interno del quale è possibile notare le innovazioni introdotte sul tema da Benedetto: la carità nei confronti dei malati viene prima di tutto dal momento che il servizio al malato è equiparato al servizio prestato a Cristo stesso".

Oggi la situazione è molto cambiata con una "netta separazione della sfera della salvezza spirituale dalla cura della salute corporale propria della secolarizzazione, in gran parte degli ospedali la presenza su supporti spirituali si è affievolita, lasciato comunque nelle corsie l’eredità di un nutrito numero di suore/infermiere e di sacerdoti custodi delle chiese ospedaliere".

Ma la pandemia ha messo in chiaro che le due cose non sono separabili. Basta pensare a quante persone sono morte senza poter incontrare un sacerdote per supposti motivi di sicurezza medica. Ma "la religione opera direttamente nel contesto della valorizzazione del benessere integrale della persona contribuendo al benessere sociale e psicologico della persona stessa, come affermato nella Carta europea dei diritti del malato all’interno della quale si delineano le intuizioni morali relative a cosa fa di un paziente in una struttura ospedaliera un essere umano, e cosa potrebbe profanarne la sacralità".

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