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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco: "Senza tutele la società diventa più schiava della cultura dello scarto"

Voi operate “perché sia tutelata la dignità delle persone nell’ambiente del lavoro. Sappiamo che non è sempre così e non lo è dappertutto. Spesso il peso di un infortunio viene caricato sulle spalle della famiglia, e questa tentazione si manifesta in diverse forme. La recente pandemia ha aumentato il numero di denunce in Italia, in particolare nei settori della sanità e dei trasporti”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i Dirigenti e il Personale dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.

“Negli ultimi mesi – ha osservato Francesco - si è rilevata una crescita di casi di infortunio femminile, a ricordarci che la piena tutela delle donne nei luoghi di lavoro non è ancora realizzata. E su questo anche, mi permetto di dire, c’è uno scarto previo delle donne, per paura che rimangano incinte; è meno sicura una donna, perché può diventare incinta. Questo si pensa al momento di assumerla: quando comincia a ingrassare se si può mandarla via è meglio. Questa è la mentalità e dobbiamo lottare contro questo”.

“Il servizio a cui vi dedicate  - ha proseguito - consente di non far sentire nessuno abbandonato a sé stesso. Questo è decisivo. Senza tutele, la società diventa sempre più schiava della cultura dello scarto. Finisce per cedere allo sguardo utilitaristico nei confronti della persona, piuttosto che riconoscere la sua dignità. La tremenda logica che diffonde lo scarto si riassume nella frase: vali se produci”.

Il Papa ha poi constatato l’aumento degli infortuni sul lavoro. E’ dunque necessario “ricordare che la vita non ha prezzo. La salute di una persona non è scambiabile con qualche soldo in più o con l’interesse individuale di qualcuno. E bisogna purtroppo aggiungere che un aspetto della cultura dello scarto è la tendenza a colpevolizzare le vittime”.

“È importante – ha spronato il Pontefice - fare in modo che siano rispettate le normative sulla sicurezza: non possono mai essere viste come un peso o un fardello inutile. Come sempre accade, ci rendiamo conto del valore della salute solo quando viene a mancare”.

Come il Buon Samaritano – ha detto ancora il Papa – è importante “vedere, avere compassione, farsi vicini, fasciare le ferite, farsi carico. Vedere l’altro significa anche trattare le persone nella loro unicità e singolarità, facendole uscire dalla logica dei numeri. La persona non è un numero. Non rinunciate alla compassione: è il contrario dell’indifferenza. Fasciare le ferite può significare per voi dedicare tempo e allontanare ogni tentazione burocratica. La persona che ha subito un infortunio chiede di essere accolta prima ancora di essere risarcita. Ed ogni risarcimento economico acquista pieno valore nell’accoglienza e nella comprensione della persona. Si tratta poi di farsi carico con la famiglia della situazione drammatica di chi è costretto ad abbandonare il lavoro a causa di un infortunio; prendersene cura in maniera integrale. Non è un’elemosina, è un atto di giustizia”.

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