Città del Vaticano , 08 February, 2023 / 6:00 PM
Padre Fabio Baggio, diretto referente per Papa Francesco e Direttore Generale del Centro, Suor Alessandra Smerillt fma, e Francesca Romana Busnelli, membri del Consiglio di Amministrazione, e Antonio Errigo, Segretario. Sono le persone che il Papa ha scelto per dirigere il Centro di Alta Formazione Laudato Si' a Castelgandolfo.
Ufficialmente si tratta di un organismo scientifico, educativo e di attività sociale per la formazione integrale della persona alla scuola della "Laudato sì". Il Papa lo ha creato con un chirografo nel quale spiega la sua "sollecitudine di rendere visibile e concreto" lo sforzo "destinato a modificare gli stili di vita". Per questo l'idea è creare "un modello tangibile di pensiero, di struttura e di azione" e il nome è programmatico:"Borgo Laudato Si'". Il luogo scelto le Ville Pontificie di Castelgandolfo "senza che di quel bene della Santa Sede sia alterata o modificata in alcunché la natura complessiva, come prevista dall'art. 14 del Trattato Lateranense e definita dagli usi e dalle diverse disposizioni anche dei miei Venerati Predecessori".
Statuto e bilancio autonomo e controllo diretto da parte del Papa, i compiti sono interessanti. Perché sa da una parte il Centro si dovrà curare dell'accoglienza dei visitatori, degli eventi ma anche delle visite al patrimonio naturale, culturale e scientifico delle Ville Pontificie, "curando i rapporti con il pubblico, la gestione delle prenotazioni, l'accoglienzit dei visitatori, l'accoglienza e il supporto alle visite di giornalisti e troupes televisive. Specifici accordi con il Governatorato regoleranno le visite al Palazzo Apostolico, comprese le pertinenze e le aree ad esso riservate e l'attività museale". Sembra dunque che le Ville escano dalla gestione diretta dei Musei Vaticani.
Per il resto si parla di cura "della formazione integrale della persona, con particolare riguardo ai giovani ed a coloro che, per motivi economici e sociali, si trovano ai margini della società", e di "progetti di servizio allo sviluppo globale della persona" collaborando con "le altre istituzioni scientifiche della Santa Sede".
Leggendo lo statuto si vede che oltre a formazione, turismo ed ospitalità il Centro si dovrà occupare anche di "ristorazione, agricoltura tradizionale ed innovativa e di attività zootecnica e prodotti caseari. Quello che in pratica già aveva deciso di fare Pio XI creando la "fattoria modello" quando, dopo il concordato, aveva ripreso l'uso completo delle Ville. Oggi le Ville diventate museo, avranno anche un ristorante?
Dunque nasce una struttura che affianca il Governatorato nella gestione delle Ville e cerca di ridare vita alla cittadina di Castelgandolfo che negli ultimi 10 anni senza la presenza del Papa, ha subito un gravissimo danno economico. Le Fattorie delle Ville Pontificie, oltre il Palazzo Apostolico e altri edifici come Villa Barberini, e i resti della villa di Domiziano, la Specola, e un monastero, hanno una storia particolarmente interessante. E parliamo solo dell'era moderna.
30 ettari dei 55 totali sono fattoria con "bovini per la produzione quotidiana di latte che viene lavorato giornalmente nel caseificio per produrre latte fresco pastorizzato, yogurt, latticini freschi e formaggi stagionati" si legge nel sito dello shop. "Abbiamo galline allevate a terra all'aperto per la produzione di uova; ci prendiamo cura di arnie ed api per la produzione di miele". Le galline hanno dei pollai art decò famosi in tutto il mondo. E poi il frutteto con "piante da fiore lasciate libere". 54 perone che lavorano e "il rispetto per l'ambiente e per il nostro Pianeta" seguendo la"Laudato sì".
Non si ricorda che tra i 900 ulivi, c'è anche quello storico donato da re Hussein di Giordania a Paolo VI durante il viaggio in Terra Santa del 1964. Ma è solo una delle storie delle Ville che sono già da sempre un "modello" e che da qualche tempo hanno anche uno shop on line.
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