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In pellegrinaggio a Neviges, dove Maria tiene accesa la speranza

Un’antica tradizione di venerazione mariana custodita in un edificio di culto dai tratti architettonici modernissimi. Il Santuario di Maria Regina della Pace di Neviges (poco a nord di Wuppertal, nell’Arcidiocesi di Colonia) sembra consegnare alla modernità la fede senza tempo nella Vergine Immacolata. Pauljo von Loe, diacono della Comunità di San Martino, è incaricato insieme a tre suoi confratelli della cura della parrocchia Maria Regina della Pace di Velbert-Neviges, e del suo santuario. L’Abbé Pauljo spiega ad Acistampa tutti i motivi per un pellegrinaggio mariano a Neviges.

Abbé Pauljo, i pellegrini si recano al Santuario di Neviges per venerare un’immagine mariana, un’incisione su rame del 1661. Può raccontare brevemente l’origine di questa devozione?

«Nel 1680, il frate Francescano Antonius Schirley, prega di fronte a quest’immagine che ritrae la Beata Vergine Maria come bella e immacolata vincitrice dell’antico Serpente. Mentre prega sente con grande sorpresa la voce della Madonna, che gli chiede di farla venerare a Neviges. La notte successiva, la Vergine aggiunge a questa richiesta la promessa di guarire un grande principe. La terza notte, Fra’ Antonius accoglie un altro desiderio della Vergine, ossia di far celebrare una novena di Messe in onore della sua immacolata concezione. Il frate comunica quest’esperienza al suo superiore, il quale organizza tutto secondo le indicazioni dell’Immacolata che risponde suscitando le prime guarigioni miracolose».

C’è stata dunque anche la guarigione del principe?

«Certamente. Un anno più tardi, il vescovo principe di Paderborn, Ferdinand von Fürstenberg, guarisce improvvisamente da una malattia mortale, dopo aver fatto la promessa di fare un pellegrinaggio in caso di guarigione e di far costruire un monastero a Neviges. È questo il momento in cui si insediano i Francescani a Neviges e inizia il pellegrinaggio mariano a Neviges, nonostante le circostanze ambientali poco favorevoli dovute alla forte presenza dei protestanti. La costruzione dell’immenso Mariendom negli anni ‘60, dove oggi si venera l’immagine mariana, testimonia del grande sviluppo di questo pellegrinaggio nel corso degli anni».

Qual è secondo Lei il carisma di questo Santuario? Qual è la sua specificità e cosa cercano in particolare i pellegrini in visita qui?

«La Vergine Maria è stata venerata dall’inizio come “Immacolata” a Neviges. L’immagine venerata dimostra la vittoria finale della sua umiltà sulle potenze dell’inferno. Sono questi i due elementi essenziali che continuano a motivare tanta gente a venire qui. Pregando Maria, le persone trovano una porta aperta nel cielo (cf. Ap 11,19) dalla sua umiltà. Maria ci rende Dio accessibile. Attraverso di lei, tanta gente viene qui e confida a Dio la sua sofferenza, le sue preoccupazioni, le sue paure. Contemplando la vittoria di questa umiltà sul male di questo mondo, ritornano alla vita quotidiana rinforzati dalla speranza che solo la fede sa donarci. È toccante vedere la semplicità con la quale la gente prega in questo luogo e anche la sete di una fede cattolica limpida, in mezzo all’enorme confusione del nostro tempo».

L’edificio di culto, opera dell’architetto Gottfried Böhm, è molto moderno. Qual è il concetto che il progettista voleva comunicare secondo Lei?

«Il Mariendom (il duomo di Maria, ndr), questo il nome di questa chiesa, è un edificio che sembra molto astratto. Se si entra con lo sguardo semplice di un bambino, si può facilmente fare un’esperienza quasi mistica: nell’oscurità di queste mura immense entrano alcuni raggi luminosi di sole, che fendono il fumo dell’incenso. Il cuore pensa: “Veramente tu sei un Dio nascosto (Is 45,15), ma quanto devi essere grande!”. L’idea centrale dell’edificio è che il Dom rappresenta una tenda. È in una tenda che Dio accompagnò il suo popolo nell’Esodo come anche il Figlio di Dio fatto uomo è nominato “tenda” nel Nuovo Testamento. In Lui, nel suo corpo, la Chiesa, troviamo tutti un posto sul camino della nostra vita sulla terra verso il cielo. Chi viene a Neviges scopre, quanto bene Böhm abbia espresso artisticamente questa realtà».

Quanti pellegrini visitano il Santuario ogni anno? Si tratta di pellegrinaggi parrocchiali oppure di visite individuali? C’è un periodo dell’anno in cui i pellegrinaggi aumentano di intensità?

«Generalmente ogni domenica, tra le cento e le trecento persone visitano il santuario. Tra di loro ci sono tanti pellegrini che vengono in pellegrinaggio personale o con la famiglia. Ma è specialmente durante l’estate che si svolgono i grandi pellegrinaggi organizzati, parrocchiali e nazionali. Soprattutto Polacchi, Croati e Slesiani della regione amano venire in pellegrinaggio qui. In quei giorni si raggiungono le tremila presenze. Vogliamo assolutamente contribuire allo sviluppo di questo pellegrinaggio affinché porti speranza a sempre più persone».

Tracci per favore il programma di una visita ideale a Santa Maria Regina della Pace in Neviges per un pellegrino ideale. Cosa consiglia di fare?

«Consiglierei di visitare prima la chiesa parrocchiale, andare alla Messa gregoriana cantata e poi pregare un po’, tranquillamente. Consiglio di venire di venerdì, perché in questo giorno il Santissimo Sacramento è esposto tutta la giornata. Poi, si prende un buon caffè con una buona colazione nel Caffè accanto. Dopo si sale al Dom, dove si venera l’immagine dell’Immacolata e si visita senza fretta questa grande chiesa. Si fa una passeggiata sul Marienberg, un piccolo monte con stazioni per ogni mistero del Rosario. Si può pranzare in uno dei ristoranti qui vicino, e dopo si può ancora fare una camminata o una preghiera della Via Crucis nella foresta dall’altro lato del santuario. Venire di domenica è una buona occasione per incontrare tanti altri fedeli».

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