venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Francesco agli ambasciatori, siamo tutti chiamati a costruire la pace

Belize, Bahamas, Tailandia, Norvegia, Mongolia, Niger, Uganda e Sudan. 

Sono i paesi i cui ambasciatori hanno presentato le lettere credenziali oggi al Papa che ha sottolineato il “compito vitale e collettivo di cercare di salvaguardare e far progredire il benessere degli uomini e delle donne di tutto il mondo, specialmente ai nostri giorni, segnati dai perduranti problemi legati alla crisi sanitaria globale e dai conflitti violenti in atto in tutto il mondo, l’azione concertata dell’intera famiglia delle nazioni e il lavoro della diplomazia sono più che mai necessari. Senza di essi non è possibile proteggere la dignità e i diritti umani di tutti, promuovere la giustizia, la riconciliazione e il dialogo per il bene di una pace duratura, e prendersi cura della nostra casa comune come dono prezioso per noi e per le generazioni future.”

Papa Francesco ha indicato il momento presente “di maggiore sensibilità politica per l’aumento delle violazioni del diritto internazionale” e “se vogliamo che la pace abbia una possibilità “ dice il Papa “siamo tutti chiamati a mostrare una maggiore vigilanza e a rispondere alla chiamata ad essere costruttori di pace nel nostro tempo”.

Il Papa parla delle risorse e delle capacità di ogni nazione: “vedo le vostre risorse nazionali non solo come abilità e competenze da celebrare e coltivare, né semplicemente come standard elevati di cui giustamente andare fieri; la vostra intraprendenza e i vostri talenti sono anche doni che possono essere messi al servizio del mondo intero, in contesti sia bilaterali sia multilaterali, per il miglioramento dell’umanità”.

I problemi elencati dal Papa sono ormai noti e quindi Francesco chiede una “costante sensibilizzazione riguardo alla condizione di coloro che si trovano ai margini della società, il vostro ruolo di diplomatici può contribuire a far luce negli angoli più bui del nostro mondo, a portare al centro quanti si trovano nelle periferie e a dare voce a chi non ha voce o è stato messo a tacere”. E conclude: “sulla base delle molte iniziative esistenti e delle aree di interesse comune, sono fiducioso che le relazioni positive e cordiali tra i vostri Paesi e la Santa Sede continueranno a svilupparsi e a dare frutti.”

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