Salerno, 23 December, 2022 / 10:00 AM
Natale è anche musica; armonie di note che annunciano al mondo la nascita di Gesù; canti che celebrano la venuta al mondo del Re dei re, un piccolo Bambino che cambia la storia, nel silenzio della notte stellata di Betlemme. “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”, questo l’annuncio dell’angelo - nel Vangelo di Luca - ai pastori. E per annunciare la Buona Novella, c’è bisogno anche della musica, mezzo di comunicazione diretto, immediato, che riesce a conquistare gli animi in un solo istante. Lo sapeva bene sant’Alfonso Maria de’ Liguori che, seppur la sua professione fosse quella di avvocato, con la musica aveva un particolare rapporto, una predisposizione dell’animo del tutto eccezionale. Tanti sono stati, infatti, i canti religiosi da lui composti: musiche popolari con testi di alta teologia espressa in parole, versi semplici, che potessero essere compresi dal più ampio pubblico possibile; un’evangelizzazione attraverso l’arte, la musica, la bellezza che ha del profetico.
Alfonso Maria de’ Liguori ne scrisse circa quaranta di componimenti musicali, tutti a sfondo religioso e teologico, ovviamente; ma, forse, la più famosa rimane quella che potrebbe definirsi l’ “inno natalizio” per eccellenza, Tu scendi dalle stelle, così è conosciuta la composizione che nell’idioma originario napoletano aveva come titolo Quanno nascette Ninno, denominato in alcuni spartiti anche come Pastorale. La storia della nascita di questa canzone ha tutti i tratti di una “favola di Natale” con però alcuni passaggi narrativi abbastanza enigmatici perché riguardo al luogo della sua composizione rimane, tutt’oggi, un alone di mistero che, forse in una certa misura, rende ancor più affascinante la storia.
Di sicuro, siamo a conoscenza dell’anno, il 1754; così come il periodo, dicembre. In merito al luogo, invece, vi sono diverse versioni: Nola, Scala o Santa Maria dei Monti, frazione vicino il paese di Scala; altra versione, quella che fa riferimento al convento della Consolazione di Deliceto, in provincia di Foggia.
La versione che vede nascere la famosa canzone nei pressi di Nola, però, è quella con più dettagli e che sembra dare al lettore un certo gusto letterario da “fiaba di Natale”. “In questo palazzo S. Alfonso Maria de’ Liguori, ospite dei Rev.mi Canonici Giuseppe, Michele e Felice Zamparelli, nel corso della Novena alla Beata Vergine Maria nel dicembre del 1754 compose la celebre pastorale natalizia “Tu scendi dalle stelle”, presentata per la prima volta nella Cattedrale di Nola in occasione del Santo Natale”, così recita una targa posta nel 2010 nel palazzo dove - leggenda vuole - abbia soggiornato, per un periodo, il santo redentorista nella città di Nola; era ospite di un sacerdote del luogo, tale Don Michele Zamparelli, citato nella targa.
Il racconto è davvero affascinante, la trama avvincente: Alfonso Maria de’ Liguori, meditando sul mistero del Natale, viene preso da una inaspettata ispirazione musicale; si siede al clavicembalo e proprio nella stanza che Don Michele ha riservato al religioso redentorista, nasce Quando nascette Ninno; Don Zamparelli, presente nella sala, rimane colpito dalla bella armonia della canzone da poco composta; emozionato dall’evento, chiede subito ad Alfonso il permesso di copiare sparito e testo, ma il religioso si oppone: per renderla pubblica, vuole sia prima stampata. Notte della celebrazione della Santa Veglia di Natale: Alfonso Maria de’ Liguori scende dalla sua camera per celebrare la messa; Don Michele Zamparelli, allora, approfitta dell’assenza del religioso redentorista per copiare i foglietti vergati, e - di nascosto - li infila nella tasca. Incomincia la Veglia; è in questo momento che avviene qualcosa di inaspettato e alquanto divertente: Alfonso stesso comincia a cantare il motivetto musicale da lui composto, ma - con gran stupore - si dimentica le parole; il santo avrà pur dimenticato i versi, ma non rimane sprovvisto del dono di conoscere i segreti del cuore delle persone; manda, allora, a chiamare - da un chierichetto - il sacerdote campano, autore del misterioso furto, per avere la possibilità di leggere i versi.
La favola non può non finire che con un lieto fine: Alfonso riesce a cantare Quanno nascette Ninno davanti a quelle persone, radunate nella chiesa, in quella Vigilia di Natale, che rappresenteranno il primo pubblico della famosa canzone che diverrà, da quel giorno in poi, uno dei simboli più famosi del Natale.
Il testo del canto, è costituito da strofe di sette versi ciascuna, eccetto alcune, irregolari. E’ una “perla” della poesia religiosa di tutti i tempi. La lingua, lo stile, la scelta delle parole, lasciano incantato qualsiasi ascoltatore: grazie a questa composizione, veniamo catapultati nella notte santa; ci troviamo di fronte alla poetica bellezza della nascita del Bambino Gesù e non possiamo che rimanere senza parole davanti a simile spettacolo. Alfonso, con la sua forza poetica, riesce a darci una panoramica di tutta la scena: “Quanno nascette Ninno a Bettlemme/ Era nott'e pareva miezo juorno./ Maje le Stelle - lustre e belle Se vedetteno accossí:/ E a cchiù lucente/ Jett'a chiammà li Magge all'Uriente./ De pressa se scetajeno l'aucielle/ Cantanno de na forma tutta nova:/ Pe 'nsí agrille - co li strille,/ E zombanno a ccà e a llà;/ È nato, è nato,/ Decevano, lo Dio, che nc'à criato”, questo l’incipit nel quale già è possibile comprendere quali immagini il santo redentorista utilizzerà per tutta la canzone.
In una meditazione per il Santo Natale, Sant'Alfonso scriverà: “Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il Presepe, per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi sono quelli che pensano a preparare i loro cuori affinché possa nascervi in essi e riposarvi il Gesù Bambino”. Ascoltando Quanno nascette Ninno, forse, il tutto potrebbe diventare più semplice perché la musica, si sa, apre sempre il cuore.
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