Roma, 27 November, 2022 / 10:00 AM
Il Signore viene, andiamogli incontro! E’ questo il tema che unisce e sviluppano le quattro domeniche dell’Avvento, che oggi iniziamo. La Chiesa, nella sua bontà materna, per farci comprendere l’importanza dell’attesa, che caratterizza questo tempo liturgico, ed aiutarci ad accogliere il Signore che viene ci propone l’esempio di tre grandi figure bibliche: il profeta Isaia che annuncia la venuta del Salvatore, la Vergine Maria che accoglie la parola divina dall’Arcangelo Gabriele e porta in grembo il Figlio di Dio con ineffabile amore, Giovanni Battista che lo indica al popolo ebraico come l’ Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
Le letture bibliche di oggi oltre a toccare il tema della venuta di Cristo ci dicono pure quali sono gli atteggiamenti spirituali che favoriscono la sua accoglienza nella nostra vita: la vigilanza, la necessità di una vita sobria, l’esercizio della carità fraterna, la preghiera.
Tuttavia, c’è un tema che li ingloba e li riassume tutti: la speranza. Potremmo dire che l’ Avvento è quasi il “sacramento” della speranza cristiana. E’ bene ricordare, al riguardo, che presso gli antichi greci e romani la speranza era una virtù ignota. Essi conoscevano solo l’attesa che, come tale, è ambigua, potendo essere anche vana, cioè illusione. La speranza cristiana, invece, porta ad attendere qualcosa di buono in assoluto. Essa è entrata nel mondo con Cristo, il quale è venuto a dirci che le esigenze di felicità che urgono dentro il nostro cuore non vengono da noi, ma da Dio. E’ venuto per rivelarci che l’uomo, noi, non siamo stati tratti dal nulla per ritornare “nulla”, ma per vivere, perchè siamo il frutto di un atto d’amore che trova la sua origine e il suo compimento in Dio. La speranza, dunque, ci porta a riconoscere che c’è un bene assoluto che ci attende e questo bene si chiama vita eterna.
La speranza cristiana non è fatta solo di belle parole, ma si radica su un evento al quale siamo chiamati a prendere parte. E questo evento è la Resurrezione di Cristo che ha sconfitto la morte. Cristo, insegna san Paolo, è il primogenito di una moltitudine di fratelli. Noi che crediamo in Lui siamo questi fratelli. La speranza cristiana è attesa di partecipare alla vittoria del Signore Gesù sulla morte ed entrare con Lui a godere dell’eredità dei santi che è la visione di Dio. La speranza, dunque, si fonda sul Signore, sul suo amore, sulla sua chiamata, sulla sua potenza, sulla sua veracità, sulla sua fedeltà nel mantenere le promesse di salvarci.
Il crollo dei sistemi politici, delle ideologie, la stessa precarietà del cosmo che pure è destinato a finire, la fragilità della nostra vita... tutto ci porta ad aderire a quella “roccia” che si chiama Gesù Cristo, che viene a noi, nel sacramento dell’Eucaristia. Un assaggio di eternità!
Vieni, Signore è l’ invocazione ardente della Chiesa primitiva che deve trasformarsi in aspirazione della Chiesa di oggi.
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