venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Dalle diocesi, inizia il tempo dell' Avvento

Domenica scorsa la chiusura dell’Anno Pastorale e domani l’apertura del nuovo anno con la prima domenica di Avvento.

Per questo tempo, che porta al Natale, la Conferenza Episcopale Italiana ha predisposto un sussidio per aiutare la comunità cristiana a mettersi in ascolto della Parola di Dio e dei gemiti della storia, a riscoprire la bellezza della verità della liturgia e accorciare le distanze con il vasto mondo della povertà. “Ci apprestiamo a metterci in cammino per iniziare un nuovo anno liturgico in cui vivere il mistero di Cristo nella storia. Questo itinerario al seguito di Cristo e in comunione con tutta la Chiesa – come ci ha ricordato Papa Francesco – ‘è per noi la possibilità di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo, immergendo la nostra vita nel mistero della sua Pasqua, in attesa del suo ritorno. È questa una vera formazione continua’”, sottolinea l’arcivescovo Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI.

Ricollegandosi alle prospettive indicate dai Vescovi italiani per il secondo anno del Cammino sinodale, il Sussidio – curato dall’Ufficio Liturgico Nazionale – si articola in tre “cantieri”: quello della Celebrazione, che offre indicazioni per valorizzare il linguaggio verbale e non verbale della liturgia e una melodia per il salmo responsoriale; quello della Parola, che propone una lettura teologica e spirituale delle pericopi bibliche; quello della Preghiera, che presenta un commento all’orazione colletta, per mezzo della quale viene espresso il carattere della celebrazione e alcuni suggerimenti per favorire un atteggiamento inclusivo verso le persone con disabilità. L’obiettivo, ricorda l’arcivescovo Baturi, è “aiutare le nostre comunità parrocchiali a scoprire la ricchezza dei libri liturgici, a mettersi in ascolto delle narrazioni esistenziali, a valorizzare i servizi e i ministeri ecclesiali, a favorire la partecipazione all’agire simbolico di quanti vivono la disabilità”.

Molte anche le iniziative che saranno avviate in questo tempo come ad Alessandria dove si svolgeranno i “Martedì d’Avvento” organizzati dalla diocesi in collaborazione con il Centro di cultura dell’Università Cattolica e il Gruppo Meic di Alessandria. Si inizierà il 29 novembre con l’intervento del giornalista Ferruccio De Bortoli, presidente dell’Associazione Vidas. Proseguirà il 6 dicembre Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano mentre il 13 dicembre sarà la volta di padre Maurizio Patriciello, parroco a Caivano (Na) e sacerdote simbolo della lotta nella Terra dei Fuochi. Tutti gli incontri saranno conclusi dall’intervento del vescovo di Alessandria, Giudo Gallese.

Ad Agrigento da domani sospeso l’ufficio di padrino e madrina per battesimi e cresime. “Facendo mie diverse sollecitazioni, pervenute da più parti e vagliate nei mesi scorsi con il Consiglio presbiterale e con il Collegio dei vicari foranei, comunico che dalla prima domenica di Avvento (27 novembre 2022) anche nella Chiesa Agrigentina sarà sospeso l’ufficio di padrino e di madrina nella celebrazione dei sacramenti del battesimo e della confermazione, come già avviene in altre diocesi”, ha detto l’arcivescovo Alessandro Damiano. Il provvedimento non arriva inaspettato ed è frutto di riflessione e confronto: “È un’usanza antichissima della Chiesa dare al battezzato un padrino o una madrina. Il compito è grave e delicato, in quanto prevede l’accompagnamento nel cammino di crescita umana e spirituale di chi è iniziato alla vita cristiana. Ci rendiamo conto, tuttavia – spiega il presule -, che una così importante istituzione ha perso nel tempo molto del suo carattere religioso riducendosi, il più delle volte, a una pura formalità convenzionale, dettata da motivi umani e da una consuetudine ormai svuotata di senso. Il Codice di diritto canonico afferma che la presenza del padrino e/o della madrina non è precettiva, ma facoltativa: sia il can. 872 – in riferimento al battesimo – sia il can. 892 -in riferimento alla confermazione – richiedono che tale figura ci sia ‘per quanto è possibile’ (quantum fieri potest)”.

Mons. Damiano invita i presbiteri, i diaconi e i catechisti “a informare e sensibilizzare le comunità su tale scelta e sulle motivazioni pastorali che l’hanno determinata” prima dell’emanazione e dell’entrata in vigore del relativo decreto.  In questi giorni iniziano anche ad arrivare i primi messaggi da parte dei vescovi ai fedeli per questi tempo come quello dell’arcivescovo di Udine, Bruno Mazzocato. ll tempo dell’Avvento – ha scritto “ci invita, però, a non lasciarci avvolgere da un diffuso clima di pessimismo e di rassegnazione, considerato che le parole di speranza scritte da Isaia si sono realizzate. L’Inviato di Dio che il profeta annunciava è realmente venuto in mezzo a noi. È Gesù, l’Emmanuele (il “Dio con noi”), nato dalla Vergine Maria. Da Betlemme dove è nato e da Gerusalemme dove è morto in croce ed è risorto, Egli ha rivelato una legge nuova che gli uomini avevano dimenticato: la legge dell’amore. Questa è l’unica legge che può illuminare le menti offuscate da interessi egoistici e purificare i cuori induriti in smanie di potere e di possesso”. 

Per il presule può risvegliare in noi la coscienza che, come “non si stanca di ripetere Papa Francesco, le armi e la violenza non risolvono alcun problema e sono solo e sempre male. Solamente l’amore che Gesù ha vissuto e insegnato può convincere a non investire capitali nell’industria e nel commercio delle armi per destinarli in attività che possono assicurare una vita dignitosa a tutti, iniziando dai più poveri. Alla vittoria della legge nuova dell’amore su quella diabolica dell’odio, del possesso e del potere ognuno di noi può e deve contribuire. Forse possiamo avere l’impressione di riuscire a fare poco, eppure tante piccole fiammelle messe assieme creano un incendio, l’incendio dell’amore”. Da qui l’invito di Mazzocato a valorizzare questo tempo di Avvento per “accogliere Gesù e la sua legge dell’amore; per imparare non l’arte della violenza e della guerra ma quella della solidarietà, della compassione e del perdono. A cominciare dalle nostre relazioni interpersonali.

 

 

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