Ratisbona, 21 November, 2022 / 2:00 PM
Per tutto il mese di novembre Aiuto alla Chiesa che Soffre di Germania ha invitato e invita a riflettere sulla situazione dei cristiani discriminati, perseguitati, o addirittura martirizzati nel mondo, e ad organizzare occasioni di informazione sulla libertà religiosa. L’iniziativa è più che giustificata dai numeri: sono circa cento milioni i cristiani a trovarsi in una o più di queste tre situazioni.
La vera e propria “Red Week” - la “Settimana Rossa” come il sangue delle tante vittime cristiane del terrorismo o del nazionalismo, che vedrà illuminate di rosso di tante chiese e palazzi storici della Germania - è iniziata il 16 novembre e si concluderà il 23. Giorno in cui si celebrerà l’ormai tradizionale “Mercoledì rosso” (il “Red Wednesday”) – un’iniziativa lanciata nel 2015 da Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale. Già 140 parrocchie in tutta la Repubblica Federale hanno annunciato la loro partecipazione all’iniziativa.
Lo scorso 11 novembre la Diocesi di Passau e quella di Ratisbona hanno offerto un assaggio della “Settimana Rossa”, dedicando entrambe una serata di preghiera e riflessione, chiamata “Serata delle testimonianze”, durante la quale i cristiani hanno raccontato la persecuzione nei loro Paesi d'origine. La navata del duomo di Passau era illuminata di rosso, mentre su tutto il duomo di Regensburg, dentro e fuori, veniva proiettata luce rosso “sangue”.
Il sacerdote iracheno don Nashwan Cosa è stato ospite in entrambe le cattedrali. Ha raccontato delle migliaia di rifugiati che hanno trovato rifugio nelle strutture ecclesiastiche della città di Erbil, durante l'avanzata dello "Stato Islamico" (IS) nel nord dell'Iraq. «Nel 2014 abbiamo accolto 75.000 persone e fornito loro cibo, vestiti, medicine e alloggi», ha riferito Cosa. Dopo la ritirata dell'IS, la Chiesa cattolica ha potuto costruire quattro scuole, un ospedale e un'università, aperti sia ai cristiani che ai musulmani. «Viviamo tra brave persone, ma hanno sofferto molto e il loro cuore si è indurito - ha spiegato Cosa - per questo è importante riunire le persone come comunità». Questo è possibile grazie alla "caritas" e all'educazione congiunta. Ai cristiani in Iraq è concessa la libertà religiosa all'interno della loro comunità. I musulmani, tuttavia, non possono convertirsi al cristianesimo. «Quelli che lo fanno di solito lasciano poi il Paese», ha detto Cosa.
Il direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre di Germania, Florian Ripka, ha integrato il racconto di esperienze concrete con una relazione sui paesi “a rischio” per i cristiani: poiché caratterizzati da limitazioni della libertà religiosa o addirittura da una forte persecuzione delle comunità religiose. Il diritto umano alla libertà religiosa è attualmente minacciato soprattutto da governi autoritari, estremismo islamico e nazionalismo etno-religioso. «In Cina, ad esempio, le religioni sono viste come una concorrenza all'ideologia dello Stato comunista - ha osservato Ripka - quindi c'è una sorveglianza massiccia. I membri delle religioni che non appartengono a nessuna delle comunità religiose registrate dallo Stato devono aspettarsi di subire notevoli svantaggi». Gli islamisti sono invece il problema principale nella zona del Sahel africano: «Le persone che non seguono la rigida interpretazione dell'Islam - ha riferito Ripka - sono minacciate di morte. In Paesi come il Mozambico, la Nigeria o il Camerun, i fanatici rapiscono o uccidono chi non accetta la loro visione del mondo».
Nel suo sermone durante la "Serata dei testimoni" nel duomo di Ratisbona, il vescovo Rudolf Voderholzer ha descritto l'iniziativa del “Red Wednesday” come «insolita e profondamente emozionante». Lo scopo del “Mercoledì rosso” è quello di «richiamare alla mente il fatto, che grida al cielo, che oggi più che mai a molte persone viene impedito con la forza di praticare la propria fede». Questa serata è «un segno di solidarietà e un ponte di preghiera con le nostre sorelle e i nostri fratelli perseguitati». Il momento di preghiera organizzato dal Collegio di Musica dovrebbe essere anche un segno di riconciliazione, affinché i perseguitati «possano diventare interiormente liberi, possano trovare la forza di perdonare e quindi non concedere all'ingiustizia subita in passato il potere di determinare anche il futuro», ha detto infine il vescovo Voderholzer.
La “Serata delle testimonianze” replicherà il 20 novembre nel duomo di Friburgo; il 23 ad Augusta e a Neumarkt in der Oberpfalz; il 24 a Balderschwang, dove parleranno padre Emmanuel Yousaf dal Pakistan e il vescovo di Hyderabad, Samson Shukardin che testimonieranno anche il 26 novembre nel duomo di Magonza.
Tra gli edifici che in passato sono stati illuminati di rosso figurano il Colosseo, la Basilica del Sacro Cuore a Parigi e la Fontana di Trevi a Roma, la statua di Cristo sul Corcovado a Rio de Janeiro, il palazzo del Parlamento austriaco e la Cattedrale di Francoforte.
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