Roma, 18 November, 2022 / 3:00 PM
“In un secolo tre guerre mondiali! E non impariamo! Eppure basterebbe andare al cimitero di Anzio, e pensare all’età di chi è seppellito lì: io ci sono andato e davanti alla tomba di quei ragazzi americani, ventenni, morti nello sbarco di Anzio, ho pianto…. E il mio cuore piangeva a Redipuglia (mio nonno aveva fatto il Piave e mi ha raccontato che cosa accadeva laggiù)”. Sono queste le parole di Papa Francesco in un’intervista rilasciata al giornalista Domenico Agassio del quotidiano La Stampa.
Sulla guerra il Papa dice: “Non rassegniamoci, la pace è possibile. Però bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori, a cominciare dal proprio, e poi disinnescare, disarmare la violenza. Dobbiamo essere tutti pacifisti. Volere la pace, non solo una tregua che magari serva solo per riarmarsi. La pace vera, che è frutto del dialogo. Non si ottiene con le armi”.
Il Pontefice parla anche della visita che effettuerà domani ad Asti. Alla domanda che cosa è per lei il Piemonte il Papa risponde con affetto. “È la mia lingua, perché quando avevo 13 mesi mia mamma ha avuto un secondo figlio, e i nonni abitavano a 30 metri da casa nostra: mia nonna veniva a prendermi, stavo con loro che parlavano piemontese. Si può dire che mi sono “svegliato alla vita” in piemontese”, commenta.
Sul suo ruolo di Papa, Francesco confida: “Grazie alla mia vocazione, sono sempre stato felice nei posti in cui il Signore mi ha messo e mandato. Ma non perché “ho vinto qualcosa”, ho vinto niente… questo è un servizio, e la Chiesa me lo ha chiesto; io non pensavo di essere eletto, e invece il Signore lo ha voluto. Dunque avanti. E faccio quello che posso, ogni giorno, cercando di non fermarmi mai”.
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