Città del Vaticano , 12 November, 2022 / 1:00 PM
Parla di sfide comunicative Papa Francesco agli uomini della comunicazione vaticana e cattolica riuniti per la assemblea Plenaria del Dicastero per la Comunicazione, sul tema “Sinodo e comunicazione: un percorso da sviluppare”.
Sinodo che non segue le logiche politiche ma che ha come scopo "ascoltare, capire e mettere in pratica la volontà di Dio". E per il Papa "la dimensione sinodale è una dimensione costitutiva della Chiesa e la riflessione che ci tiene impegnati in questi anni ha lo scopo di far emergere con forza ciò che in maniera implicita la Chiesa ha sempre creduto". E si fa insieme, collaborando e in comunione. Il Papa dopo una lunga introduzione biblica arriva all'operatività. "La comunicazione- dice- è, per così dire, l’artigianato dei legami, dentro i quali la voce di Dio risuona e si fa sentire".
E tre sono i compiti che il Papa indica ai professionisti della comunicazione al suo servizio: rendere le persone meno sole, dare voce a chi non ha voce ed educarci alla fatica del comunicare.
La Chiesa deve essere immersa nella realtà, e la comunicazione per la Chiesa non è solo intrattenimento, "ogni vera comunicazione è fatta soprattutto di ascolto concreto, è fatta di incontri, di volti, di storie". E poi la voce alle periferie esistenziali anche di coloro che vivono "vuoti di senso, sono anche quanti vivono situazioni di marginalità a causa di alcune scelte, o di fallimenti familiari, o per vicende personali che hanno segnato in modo indelebile la loro storia".
E per fare questo si deve imparare a comunicare perché "anche nel Vangelo si registrano fraintendimenti, lentezze nel capire le parole di Gesù, o malintesi che a volte diventano vere e proprie tragedie, così come capita a Giuda Iscariota, il quale confonde la missione del Cristo con un messianismo politico".
E il Papa conclude: "Molto spesso coloro che guardano la Chiesa da fuori rimangono perplessi dalle diverse tensioni che vi sono in essa. Ma chi conosce il modo di agire dello Spirito Santo sa bene che Egli ama fare comunione tra le diversità, e creare l’armonia dalla confusione. La comunione non è mai uniformità, ma capacità di tenere insieme realtà molto diverse. Penso che dovremmo essere capaci di comunicare anche questa fatica senza avere la pretesa di risolverla o occultarla. Il dissenso non è necessariamente un atteggiamento di rottura, ma può essere uno degli ingredienti della comunione. La comunicazione deve rendere possibile anche la diversità di vedute, cercando però sempre di preservare l’unità e la verità, e combattendo calunnie, violenze verbali, personalismi e fondamentalismi che, con la scusa di essere fedeli alla verità, spargono solo divisione e discordia. Se cede a queste degenerazioni, la comunicazione, invece di fare tanto bene, finisce per fare molto male". Infine il Papa ricorda: " Servire la Chiesa significa essere affidabili e anche coraggiosi nell’osare strade nuove. In questo senso siate sempre affidabili e coraggiosi".
"Un comunicatore vero deve essere attento al ritorno, a quello che viene, alla reazione che provoca quello che io dico. Perché la comunicazione è un collegamento umano" così ha poi detto il Papa nel saluto a braccio dopo aver consegnato il testo preparato. Serve, spiega, ascoltare serva una filosofia del "telefono" e non dell'"altoparlante".
E si deve "ascoltare come è ricevuta quella cosa, e quale reazione provoca". Il Papa si dice entusiasta del Direttore dell’Osservatore Romano che definisce "poeta" e "creatore":
"E invece di chiudere L’Osservatore, ne fa un altro, quello “di Strada”, e vai!"
Cita alcuni giornalisti vaticani e altri che lo hanno intervistato e aggiunge: "Noi non possiamo scendere a una comunicazione priva di valori. Noi dobbiamo comunicare con i nostri valori".
Perché "un uomo che ha dei valori, un comunicatore che sa anche come insegnarti la via di comunicazione con Dio". Non solo tecnica ma umanesimo dice il Papa e conclude: "Sono contento e andate avanti, rischiate, rischiate, non abbiate paura! Rischiate, per incontrare l’altro nella comunicazione".
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