Cracovia, 28 October, 2022 / 1:00 AM
L’ultima volta fu a Barcellona, nel 2017, quando si preparò il Sinodo sui Giovani. Poi c’è stato il Sinodo, una Giornata Mondiale della Gioventù, una pandemia, e due anni di rinvio. Fatto sta che il simposio sui giovani organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, inizialmente calendarizzato per il 2020, è slittato al 2022. Ed è diventato un ponte verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona.
Dal 20 al 23 ottobre a Cracovia, i giovani di Europa si sono divisi in varie discussioni tematiche, senza dimenticare la guerra nel cuore dell’Europa, in Ucraina, e senza mancare di guardare anche alle sfide del futuro, al mondo post-pandemia.
Nel 2020, il Simposio avrebbe avuto come centro il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II. Ovviamente, a Cracovia non poteva essere che così, e la presenza di Giovanni Paolo II è stata molto viva nei vari eventi. Il tema, però, aveva anche in sé un atto di impegno: “Alzati! Cristo ti chiama. Christus Vivit in Europa”.
Nella sua introduzione, l’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, ha notato sottolineato che i vescovi hanno a cuore “il presente e il futuro dei giovani. Vogliamo lavorare con loro, ascoltare le loro esperienze, conoscere le loro esperienze vive, comprendere i problemi che incontrano nelle loro vite quotidiane”.
Ci si trova in Europa che si pensava non avrebbe visto più guerre, “eppure, ancora una volta, la seduzione del potere e dell’avidità di alcuni ha portato alla guerra”, ha detto il presidente del CCEE.
E non è una guerra nata dal nulla, ha aggiunto, tanto che già a fine 2021 Lituania, Lettonia e Polonia erano stati oggetto di “una sorta di guerra ibrida” con migranti mossi in massa sui confini della Bielorussia verso i tre Stati e usati come “scudi umani per destabilizzare quella regione e ricattare la comunità europea”.
Quindi, nel 2022, c’è stata l’invasione dell’Ucraina, cui ha fatto seguito la crisi energetica, che sta mettendo in ginocchi le famiglie.
I vescovi europei, ha detto il presidente del CCEE, continueranno ad unire la loro voce a quella del Papa per la cessazione del conflitto. Molti vescovi, tra cui lo stesso arcivescovo Grušas, sono stati in Ucraina a portare solidarietà e a pregare per la pace. Nel giorno dell’Esaltazione della Croce, il CCEE ha chiesto di fare una adorazione eucaristica per chiedere la pace per l’Ucraina.
I lavori di questo simposio, ha spiegato l’arcivescovo Grušas, traggono ispirazione dal Sinodo dei giovani, e dall’esortazione post-sinodale Christus Vivit, e che il percorso tracciato da questi due eventi “non può considerarsi concluso, ma è piuttosto un punto di partenza di un nuovo percorso sinodale”.
L’arcivescovo Marek Jędraszewski di Cracovia, nel suo saluto iniziale, ha ricordato che il motto stesso del simposio, proveniente da un brano del Vangelo, porta a tre conclusioni: “che dobbiamo innanzitutto gridare a Gesù con fiducia, vedendo solo in Lui la nostra salvezza”; che “dobbiamo avere fiducia che Egli ci ascolterà e sarà disposto a impegnarsi in un dialogo salvifico con noi”; e che “dobbiamo avere sostegno per questa speranza in altri membri della Chiesa”.
Inoltre, ha aggiunto l’arcivescovo di Cracovia, “dobbiamo fare un'esperienza quotidiana di fede che ci guarisca e ci permetta di seguire fedelmente Cristo oggi. In tempi davvero difficili: l'era della post-verità, la dura ripresa dalla pandemia da coronavirus e, soprattutto, la crudele guerra iniziata appena oltre il nostro confine orientale dalla Russia che ha attaccato l'Ucraina”.
L’arcivescovo Jędraszewski ha anche sottolineato che “il nostro confronto spirituale con le sfide dei tempi moderni deve essere allo stesso tempo la preparazione più fruttuosa per la Giornata Mondiale della Gioventù del prossimo anno, che si terrà a Lisbona, sotto il segno di Maria che si alzò e andò in fretta (Luca 1, 39)”.
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