Città del Vaticano , 22 October, 2022 / 12:48 AM
Papa Francesco sottolinea alle Missionarie Comboniane e alle Brigidine, incontrate in occasione dei loro capitoli generali, di dedicarsi prima di tutto all’adorazione, e poi di portare avanti i loro carismi.
In una udienza congiunta (“Non per litigare”, scherza il Papa), il Papa si dice riconoscente per il loro lavoro e afferma che i capitoli generali sono “un’occasione per ripartire da Cristo”, perché proprio il Signore “è il punto di partenza del rinnovamento interiore e comunitario”.
Da qui, la necessità di dedicarsi prima di tutto all’adorazione, destinata in particolare alle Brigidine, che hanno come tema del Capitolo “L’attualità del nostro carisma nell’ottica delle Madri Fondatrici. Il triplice amore: l’Ordine, la Chiesa e il mondo”. “Vi esorto – afferma Papa Francesco - a dedicarvi specialmente alla preghiera di adorazione: questo è importante. Oggi si è perso un po’ il senso della preghiera di adorazione, perdere il tempo adorando. Questa preghiera non si fa spesso: io vi chiedo di farla. Adorare, per immergervi nell’amore divino e donarlo a piene mani a quanti incontrate sul vostro cammino”.
Solo così l’accoglienza “sarà più feconda”, perché l’adorazione crea un movimento interiore che porta a “prendersi cura le une delle altre ,custodendo il cuore e misurando le parole”.
Il Papa aggiunge che è importante definire la “misura delle parole”, perché “tante volte noi siamo pronti a parlare e dal parlare passiamo a sparlare”, mentre “è una grande virtù non parlare male di un’altra, mai, mai! Il chiacchiericcio è una peste della vita consacrata. Non solo con le donne, anche con gli uomini. È una peste. Perché è come un tarlo che distrugge a poco a poco la coesistenza e la forza della vita comunitaria. State attente al chiacchiericcio”.
Le Suore Comboniane hanno invece come tema: “Trasformate dal nostro carisma, discepole missionarie verso le periferie esistenziali”. Commenta Papa Francesco: “Nell’ascolto dello Spirito Santo, vi proponete di trovare strade nuove di evangelizzazione e di prossimità”.
La prossimità, nota Papa Francesco, è lo stile di Dio, unito a misericordia e tenerezza, ed è quello che cercano le comboniane, che hanno il carisma della missione ad gentes.
Il Papa invita le suore ad imitare il carisma del fondatore San Daniele Comboni, che andò in Sudan a sostenere i poveri e le vittime della tratta, mette in luce che i vescovi più bravi in Africa sono comboniani, e dunque ringrazia per quello che fanno, e sottolinea che “imitando la compassione e la tenerezza – prossimità, compassione, tenerezza, lo stile di Dio – del vostro Fondatore, saprete porvi al servizio delle vittime delle schiavitù moderne, che come piaghe sociali continuano purtroppo ad essere presenti su larga scala, in tutto il mondo”.
Il problema delle schiavitù, aggiunge Papa Francesco, non si supera senza che si elimino “le cause più profonde, tra le quali ci sono la povertà, la disuguaglianza, la discriminazione”. Le suore portano, in questa realtà, una risposta cristiana.
Francesco conclude ricordando che oggi è la memoria di San Giovanni Paolo II, che “è stato un uomo di Dio perché pregava tanto, trovava il tempo di pregare pur immerso nei numerosi e gravosi impegni del suo ministero. Testimoniava così concretamente che il primo compito di un cristiano, di un consacrato, di un sacerdote e di un Vescovo è pregare – il primo compito è pregare –, e che non bisogna tralasciare la preghiera personale per nessuna ragione. È la cosa più importante”.
Di Giovanni Paolo II, Papa Francesco ricorda anche la “vicinanza al popolo di Dio”, e dunque può essere una forma di ispirazione per “guardare la realtà con gli occhi del Signore Gesù” e a “camminare nella gioia, docili allo Spirito Santo, e a fare dei vostri carismi una profezia incarnata”.
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