Città del Vaticano , 21 October, 2022 / 3:00 PM
Vorrei incoraggiare voi, dirigenti d’azienda e imprenditori maturi e di successo, a considerare una
nuova alleanza con i giovani che hanno creato e si sono impegnati in questo Patto. È vero che i giovani sempre ti portano dei problemi, ma hanno il fiuto di far vedere la vera strada. Per camminare con loro, insegnare loro e imparare da loro; e, insieme, dare forma a “una nuova economia per il bene comune”. Papa Francesco lo ha detto ai partecipanti al XXVII Congresso mondiale di UNIAPAC, in corso in Vaticano, presso l’Aula Nuova del Sinodo, dal 20 al 22 ottobre 2022, sul tema: Il coraggio di cambiare - Creare una nuova economia per il bene comune.
In un lungo discorso il Papa ha ribadito che la economia ha bisogno di amicizia sociale per funzionare e che deve essere inclusiva e, dice il Papa "si tratta di tenere presente che l’attività economica «deve avere come soggetti tutti gli uomini e tutti i popoli".
Il Papa ha anche ricordato che "l’importante contributo offerto dal settore informale durante la pandemia da COVID-19 ancora in corso. Durante il lockdown per la maggior parte della società, i lavoratori informali hanno assicurato la fornitura e la consegna dei beni necessari per la vita quotidiana e la cura dei nostri cari più fragili, e hanno mantenuto le attività economiche di base, nonostante l’interruzione di molte attività formali".
E aggiunge il Papa "il lavoro dev’essere inteso e rispettato come un processo che va ben oltre lo scambio commerciale tra datore di lavoro e dipendente" e "un lavoro che non si prende cura, che distrugge la creazione, che mette in pericolo la sopravvivenza delle generazioni future, non è rispettoso della dignità dei lavoratori e non si può considerare dignitoso".
Poi il Papa ha indicato quella che per lui è l'economia del Vangelo:
un’economia di pace e non di guerra – pensiamo a quanto si spende nella fabbricazione delle
armi;
· un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda – pensiamo alle deforestazioni;
· un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna,
uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili;
· un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza;
· un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre
scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari;
· un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti;
· un’economia in cui la finanza sia amica e alleata dell'economia reale e del lavoro, e non
contro di loro – perché la finanza ha il pericolo di rendere “liquida” l’economia, anzi
“gassosa”; e procedendo con questa liquidità e gassosità finisce come la catena di
sant’Antonio!
Infine l'invito ad una alleanza tra generazioni anche nell'economia.
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