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Papa Francesco ai cardinali: “Lo stupore è una via di salvezza”

Messa conclusiva del Concistoro, Basilica di San Pietro, 30 agosto 2022

Non solo stupirsi del piano di salvezza, ma stupirsi del fatto che Gesù ci coinvolge in questo piano di salvezza. Papa Francesco conclude la sue due giorni di incontro con i cardinali con una Messa con i nuovi porporati, cui è stata consegnata la berretta rossa nel concistoro dello 27 agosto. Nel mezzo, un viaggio all’Aquila per la Perdonanza Celestiniana e due giorni di riunioni, divisi in gruppi linguistici, per discutere la riforma della Curia, in realtà già in vigore da giugno.

Come di consueto, Papa Francesco però nell’omelia si concentra sulle letture, più che sui fatti contingenti. E così, protagonista dell’omelia è lo stupore: quello di Paolo di fronte al disegno di salvezza di Dio, e quello dei discepoli nell’incontro con Gesù risorto. Ma anche quello dei cardinali, chiamati ad evangelizzare tutti i popoli, ma anche a superare l’idea menzognera che la Chiesa è solida, in parte vero, ma in gran parte “tentativo del Maligno di mondanizzare i seguaci di Cristo e renderli innocui”.

Papa Francesco nota che la lettera agli Efesini “sgorga dalla contemplazione del piano salvifico di Dio nella storia”, una storia della salvezza che ci riempie di stupore allo stesso modo di come “rimaniamo incantati al cospetto dell’universo”, perché “nel disegno di Dio attraverso i tempi tutto trova origine, sussistenza, destinazione e fine in Cristo”.

Papa Francesco sottolinea che proprio Cristo è il cardine della nostra storia di salvezza, perché “in Cristo siamo stati benedetti prima della creazione; in Lui siamo stati chiamati; in Lui siamo stati redenti; in Lui ogni creatura è ricondotta all’unità, e tutti, vicini e lontani, primi e ultimi, siamo destinati, grazie all’opera dello Spirito Santo, ad essere a lode della gloria di Dio”.

È un disegno che l’uomo non può che lodare con stupore, e questo stupore “non scade nell’abitudine finché attinge dalla meraviglia, finché si alimenta con questo atteggiamento fondamentale del cuore e dello Spirito”.

Chiosa Papa Francesco: "Vorrei domandare ad ognuno di voi, a voi fratelli cardinali, sacerdoti consacrati, popolo di Dio: come va il tuo stupore? Tu senti stupore a volte o ti sei dimenticato cosa significa?

A questo stupore che si dipana dall’inno paolino, dice Papa Francesco, si aggiunge lo stupore del brano del Vangelo, dove “a incantarci, non è il piano di salvezza in sé stesso, ma il fatto – ancora più sorprendente – che Dio ci coinvolge in questo suo disegno: è la realtà della missione degli apostoli con Cristo risorto”.

È lo stupore dei discepoli, mandati da Cristo risorto a fare “discepoli tutti i popoli”, con la promessa che Gesù è con loro “tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, parole che “hanno ancora la forza di far vibrare i nostri cuori, a duemila anni di distanza”.

E la meraviglia è quella che pervade anche i cardinali, perché a noi “il Signore ha ripetuto quelle stesse parole, quel medesimo invio”.

Esorta Papa Francesco: “Fratelli, questo stupore è una via di salvezza! Che Dio ce lo conservi sempre vivo, perché esso ci libera dalla tentazione di sentirci ‘all’altezza’, di nutrire la falsa sicurezza che oggi, in realtà, è diverso, non è più come agli inizi, oggi la Chiesa è grande, è solida, e noi siamo posti ai gradi eminenti della sua gerarchia…”

Perché c’è anche del vero in questo, ma – sottolinea Papa Francesco - “c’è anche tanto inganno, con cui il Menzognero cerca di mondanizzare i seguaci di Cristo e renderli innocui”. Una mondanità che, dice il Papa, è il "cancro" della Chiesa di oggi, colpita dal "tarlo della mondanità spirituale". 

Invece, continua Papa Francesco, “la Parola di Dio oggi risveglia in noi lo stupore di essere nella Chiesa, di essere Chiesa! Ed è questo che rende attraente la comunità dei credenti, prima per loro stessi e poi per tutti: il duplice mistero di essere benedetti in Cristo e di andare con Cristo nel mondo”.

Lo stupore per questo duplice mistero “non diminuisce in noi con il passare degli anni, non viene meno con il crescere delle nostre responsabilità nella Chiesa. Grazie a Dio no. Si rafforza, si approfondisce. Sono certo che è così anche per voi, cari fratelli che siete entrati a far parte del Collegio dei Cardinali”.

In una omelia che è un tentativo di mettere il suo magistero in continuità con i Papi precedenti – basti ricordare gli ampi riferimenti ai Cardinali Casaroli e Van Thuan nell’omelia del concistoro del 27 agostoPapa Francesco loda San Paolo VI, che – dice – “ha saputo trasmetterci questo amore per la Chiesa, un amore che è prima di tutto riconoscenza, meraviglia grata per il suo mistero e per il dono di esservi ammessi, non solo, di esservi coinvolti, partecipi, di più, di esserne corresponsabili”, e fa riferimento all’Enciclica Ecclesiam Suam, in cui Papa Montini auspicava che il Concilio fosse “l’ora in cui la Chiesa deve approfondire la coscienza di se stessa, la propria origine, la propria missione”.

Per Papa Francesco, Paolo VI è proprio l’esempio di “un ministro della Chiesa”, che “sa meravigliarsi davanti al disegno di Dio e che con questo spirito ama appassionatamente la Chiesa, pronto a servire la sua missione dove e come vuole lo Spirito Santo”. Era così, aggiunge, anche San Paolo Apostolo, in quello che "è il termometro della nostra vita spirituale", la capacità di stupirsi. E allora "possa essere per noi così, stupirci, e sia così anche per voi, fratelli cardinali". 

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