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Un servizio di EWTN News

Il Papa ai Vescovi di Sicilia: "Abbracciare fino in fondo la vita di questo popolo"

Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano Papa Francesco riceve in Udienza i Vescovi e i Sacerdoti della Sicilia. "La Sicilia si trova al centro di percorsi storici che i popoli continentali disegnano - commenta subito il Papa - Essa ha spesso accolto i passaggi di questi popoli, ora dominatori ora migranti, e accogliendoli li ha integrati nel suo tessuto, sviluppando una propria cultura. Questo non significa che sia un’isola felice, perché la condizione di insularità incide profondamente sulla società siciliana, finendo per mettere in maggior risalto le contraddizioni che portiamo dentro di noi".

Sono circa 300 i sacerdoti siciliani che stanno prendendo parte al pellegrinaggio dei presbiteri di Sicilia a Roma in occasione del "XXX anniversario della Giornata Sacerdotale Regionale Mariana". Con loro venti vescovi e i giovani presbiteri siciliani che studiano presso le Pontificie università romane. L’appuntamento ha visto diversi intensi momenti di preghiera fino ad arrivare oggi all’udienza privata con Papa Francesco.

Per il Papa in Sicilia si assiste a "comportamenti e gesti improntati a grandi virtù come a crudeli efferatezze. Come pure, accanto a capolavori di straordinaria bellezza artistica si vedono scene di trascuratezza mortificanti. E ugualmente, a fronte di uomini e donne di grande cultura, molti bambini e ragazzi evadono la scuola rimanendo tagliati fuori da una vita umana dignitosa".

"L’attuale situazione sociale della Sicilia è in netta regressione da anni; un preciso segnale è lo spopolamento dell’Isola, dovuto sia al calo delle nascite – questo inverno demografico che stiamo vivendo tutti noi –sia all’emigrazione massiccia di giovani. La sfiducia nelle istituzioni raggiunge livelli elevati e la disfunzione dei servizi appesantisce lo svolgimento delle pratiche quotidiane, nonostante gli sforzi di persone valide e oneste, che vorrebbero impegnarsi e cambiare il sistema. Occorre comprendere come e in quale direzione la Sicilia sta vivendo il cambiamento d’epoca e quali strade potrebbe intraprendere, per annunciare, nelle fratture e nelle giunture di questo cambiamento, il Vangelo di Cristo", dice il Pontefice.

"I giovani stentano a percepire nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali un aiuto alla loro ricerca del senso della vita; e non sempre vi scorgono la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali, per imboccare decisamente la strada della giustizia e dell’onestà", denuncia Papa Francesco.

Io mi sono addolorato quando ho avuto nelle mani alcune pratiche che sono arrivate alle Congregazioni romane, qualche giudizio, sacerdoti, persone di chiesa: ma come mai si è arrivati a questa strada di ingiustizia e di disonestà?”, la confessione del Papa a braccio.

Il Papa poi ricorda Don Puglisi e Rosario Livatino. "Come ignorare il silenzioso lavoro, tenace e amorevole, di tanti sacerdoti in mezzo alla gente sfiduciata o senza lavoro, in mezzo ai fanciulli o agli anziani sempre più soli? Per questo, in Sicilia, si guarda ancora ai sacerdoti come a guide spirituali e morali, persone che possono anche contribuire a migliorare la vita civile e sociale dell’Isola, a sostenere la famiglia e ad essere riferimento per i giovani in crescita. Alta ed esigente è l’attesa della gente siciliana verso i sacerdoti. E su questo, sui sacerdoti che sono vicini ai vecchi – rivela a braccio – ho ricevuto poco tempo fa lettera di uno dei vostri sacerdoti, che raccontava come ha accompagnato il vecchio parroco negli ultimi tempi di vita, fino all’ultimo momento. Tornava stanchissimo dal lavoro, ma la prima cosa era andare dal vecchio e farlo felice. E poi portarlo a letto, accompagnarlo fino a che si addormentasse…questi sono gesti grandi, e questa grandezza c’è anche tra voi, nel vostro clero”, dice Francesco.

"La chiave di tutto è nella sua chiamata, sulla quale appoggiarci per prendere il largo e gettare ancora le reti - continua Papa Francesco - noi pastori siamo chiamati ad abbracciare fino in fondo la vita di questo popolo. Stare accanto, essere vicini, ecco quello che siamo chiamati a vivere, per la fedeltà di Dio; per amore suo stiamo accanto fino in fondo, fino alle estreme conseguenze, quando ad esse conducono le circostanze di giustizia, di riconciliazione, di onestà e di perdono".

"E poi vi anima la grande devozione mariana della Sicilia, consacrata a Maria Immacolata, per la quale insieme, vescovi e sacerdoti, avete preso l’abitudine di celebrare una Giornata Sacerdotale Mariana. Continuate con questo. Il primo valore che si sottolinea con questa pratica è quello dell’unità, davvero cruciale dinanzi all’individualismo e alla frammentazione, se non alla divisione che incombe su di noi tutti. Tra il sacerdote e la Madre celeste si intreccia giorno dopo giorno un segreto dialogo che conforta e lenisce ogni ferita, che soprattutto allevia negli alti e bassi della quotidianità ai quali egli va incontro.", conclude cosi il Papa il suo discorso pensando a Maria.

"Ma carissimi, ancora i merletti, le monete..., ma dove siamo? Sessant’anni dopo il Concilio! Un po’ di aggiornamento anche nell’arte liturgica, nella “moda” liturgica! Sì, a volte portare qualche merletto della nonna va, ma a volte. È per fare un omaggio alla nonna, no? Avete capito tutto, no?, avete capito. È bello fare omaggio alla nonna, ma è meglio celebrare la madre, la santa madre Chiesa, e come la madre Chiesa vuole essere celebrata", dice a braccio il Papa.

“Il chiacchiericcio è una peste che distrugge la Chiesa, distrugge le comunità, distrugge l’appartenenza, distrugge la personalità. Scusatemi se predico queste cose che sembrano da prima Comunione, ma sono cose essenziali: non dimenticarle!", dice infine Francesco a braccio.

 

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