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Un servizio di EWTN News

Per Artem Ad Deum, “attraverso l'arte a Dio”

Quest’anno, dal 6 al 8 giugno, si svolge nella città polacca di Kielce il XXIII Sacroexpo.  È una grande Mostra Internazionale di Costruzioni e Attrezzature per Chiese, di Arte Sacra e di Oggetti Devozionali.

Dal 2005, in occasione della Mostra, viene assegnata una particolare medaglia: La Medaglia “Per Artem ad Deum” che viene conferita dal Pontificio Consiglio della Cultura. Questo riconoscimento è stato finora concesso a 30 personalità della cultura e dell’arte, tra cui i compositori Ennio Morricone, Krzysztof Penderecki e Arvo Part, regista Krzysztof Zanussi. 

Quest'anno, con decisione del Pontificio Consiglio della Cultura, il Premio è stato assegnato al famoso regista italiano Giuseppe Tornatore: "Per aver mostrato la verità, che è un'esperienza emotiva del rapporto con l'Infinito e l'Inconoscibile”. La produzione artistica del regista italiano comprende molti famosi film, tra cui: "Nuovo Cinema Paradiso”, “Stanno tutti bene”, "Malèna"  e "Una pura formalità". Il regista per tanti anni ha collaborato con il compositore Ennio Morricone, al quale ha dedicato il suo ultimo documentario intitolato "Ennio".

Di solito la medaglia viene consegnata in Polonia, a Kielce, luogo della Mostra Sacroexpo. Ma, questa volta, eccezionalmente, il premio è stato consegnato in Vaticano, nella sede del Pontificio Consiglio della Cultura, nel pomeriggio del 31 maggio.  Giuseppe Tornatore ha ricevuto la medaglia e il diploma dalle mani del card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; nella cerimonia hanno partecipato: Dr. Andrzej Mochoń, il Presidente di Fiera Kielce (organizzatore di Sacroexpo), mons. Henryk Mieczysław Jagodziński, nunzio apostolico, mons. Marian Florczyk, vescovo ausiliare di Kielce, monsignori dal Pontificio Consiglio per la Cultura: Paul Tighe, segretario, Tomasz Trafny e Lech Piechota, e anche Marek Sorgowicki, Chargé d’affaires dell’Ambasciata della Polonia presso la Santa Sede.  

Tornatore si è detto orgoglioso di ricevere un premio che in passato era stato assegnato ai grandissimi artisti e tra loro anche il suo amico Ennio Morricone e per di più dalle mani del card. Ravasi in un momento così particolare della sua vita. Tutto questo ha reso emozionante il momento della premiazione.   

Nella breve conversazione il regista ha condiviso con i presenti alcune riflessioni. Ha detto, tra l’altro: “Il cinema è sempre stato uno strumento, un modo di raccontare che ha sempre attinenza con lo spirito umano, con la spiritualità. Questo non significa necessariamente che i racconti cinematografici siano nati proprio per questo. Alcuni dei più famosi film della storia del cinema indicati come esempi di spiritualità spesso sono film che non sono stati nati per questo motivo. È più facile intercettare un senso di spiritualità quando si racconta una storia che non cerca di imporre un messaggio spirituale dall'alto. Al contrario, è un argomento troppo difficile, troppo delicato per essere oggetto di una strategia di scelta. Credo che il cinema, a diversi livelli, sia sempre legato a doppio filo con il senso della vita umana. Alcune storie mostrano questo legame più apertamente, in altri casi questo filo sembra invisibile, ma credo che ci sia sempre".

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